Umbria Digitale, stato di agitazione

A proclamarlo Filcams, Fisascat e Uiltucs: «L’orientamento politico della giunta regionale ne indebolisce il ruolo»

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Comunicazione non rassicuranti ricevute dagli assessori regionali Antonio Bartolini e Luca Barberini e l’atto 768 della giunta regionale del 9 luglio che prevede il trasferimento a Umbria Salute e Servizi delle funzioni e delle attività in materia di osservatorio epidemiologico regionale e sistema informativo regionale sanitario. Per questi motivi Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, insieme ai lavoratori, hanno proclamato lo stato di agitazione per la situazione di Umbria Digitale: la decisione è stata presa in occasione dell’assemblea di venerdì.

L’indebolimento Viene messo in evidenza che «tale orientamento politico della giunta, di fatto, indebolisce il ruolo di Umbria Digitale e a seguito di ciò l’assemblea e le organizzazioni sindacali di categoria hanno deciso di scrivere alla presidente della giunta regionale». Per comunicare «di non essere soddisfatti dell’andamento dell’incontro nel quale si è parlato di Umbria Salute S.C. a R.L in modo esaustivo mentre di Umbria Digitale S.C. a R.L. poco ed in maniera vaga, superficiale e comunque senza dare alcune prospettive».

La critica L’articolo 44 comma 6 dell’atto della giunta – proseguono i sindacati indicano che dopo il comma 3 dell’articolo 8 della L.R. 9/2014, è aggiunto il seguente: «3 bis. La Regione trasferisce a Umbria Salute e Servizi le funzioni e le attività in materia di Osservatorio epidemiologico regionale e sistema informativo regionale sanitario di cui agli articoli 94 e 101 della L.R. 11/2015 affinché curi la gestione dei flussi informativi e attui la digitalizzazione del sistema sanitario regionale». E ciò assegna «a Umbria Salute e Servizi tutte le competenze in termini di servizi informatici per la sanità regionale. Questo fatto di per sé è estremamente grave, segue di qualche mese la delibera di giunta regionale 6 dell’8 gennaio 2018 con la quale la Regione sostanzialmente rinuncia ad usufruire della sua azienda in house Umbria Digitale, per tutto quanto concerne il sistema informativo interno Regionale. Pertanto l’assemblea dei dipendenti di Umbria Digitale S.C. a R.L. rigetta con forza questo disegno di ristrutturazione, e si riserva qualsiasi successiva azione a tutela dei propri diritti professionali».

No suddivisioni Inoltre, puntualizzano le organizzazioni sindacali, viene messo in chiaro di «essere totalmente contrari a qualsiasi forma di ulteriori suddivisioni di attività e competenze tra le società in house. I dipendenti tutti di Umbria Digitale S.C. a R.L., si oppongono con forza e determinazione a qualunque tipo di trasferimento di funzioni e attività e/o parti di esse, in qualsiasi modalità e/o forma, da Umbria Digitale S.C. a R.L. verso Umbria Salute S.C. a R.L.». La richiesta sul piano industriale è che «le linee programmatiche dell’azienda risultante dalla fusione delle società in house di Umbria Digitale S.C. a R.L. e Umbria Salute S.C. a R.L.».

Consorzio regionale Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil chiedono inoltre «lo stralcio dell’articolo 44 e l’attivazione di un tavolo che affronti seriamente il tema delle politiche dell’agenda digitale regionale utilizzando al meglio le competenze e professionalità presenti all’interno delle società in house; i dipendenti di Umbria Digitale S.C. a R.L. ritengono opportuno di ipotizzare l’accorpamento di Umbria Digitale S.C. a R.L. ed Umbria Salute S.C. a R.L in un unico consorzio regionale per l’erogazione di servizi alla pubblica amministrazione umbra, raggiungendo in questo modo un’oggettiva semplificazione e razionalizzazione. Tale disegno trova riscontro in azioni simili già realizzate da altre realtà regionali con la riunificazione di società in house, la Regione Emilia Romagna infatti ha già completato la fusione di Lepida e Cup 2000, realtà societarie che trovano un’assoluta identità di forma e indirizzo con Umbria Digitale S.C. a R.L. e Umbria Salute S.C. a R.L rispettivamente». In conclusione le organizzazioni sindacali ribadiscono che in questo contesto «non trovano riscontro le parole che esortano i dipendenti alla ‘tranquillità’, dato che questo provvedimento colpisce e minaccia Umbria Digitale S.C. a R.L. che non può operare con presunti e fantomatici finanziamenti europei».

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