Umbria: «Discariche piene entro il 2020»

La lettera del dirigente della Regione all’Auri: incrementare la differenziata e ammodernare gli impianti prima che sia troppo tardi. Orvieto rischia di diventare la pattumiera dell’Umbria

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L.P.

Che la salute delle discariche umbre non sia delle migliori, così come i dati sulla raccolta differenziata in Umbria non siano tali da inorgoglire amministrazioni comunali e regionali, è un tema dai più dibattuto.

La discarica di Borgogiglione

La discarica di Borgo Giglione

La missiva Non sono solo le associazioni ambientaliste, infatti, ad essere preoccupate per il futuro delle discariche umbre e le previsioni di esaurimento delle stesse, ma anche quelle forze politiche che, per tradizione, non si sono mai interessate troppo di ambiente. A sollevare il caso dell’imminente esaurimento delle discariche in Umbria è anche la Regione. E’ da lì infatti che viene la lettera scritta dal dirigente della Regione Andrea Monsignori all’Auri e agli Ati, una missiva che mette nero su bianco il grado di esaurimento delle discariche umbre ormai prossime al collasso. E le ipotesi, nel migliore dei casi, sono state fatte ipotizzando il rispetto della tabella di marcia sull’incremento della raccolta differenziata come previsto dalla giunta ormai a inizio anno e che prevede, dunque, di arrivare al 70% di raccolta differenziata nel 2018.

La discarica Belladanza

La discarica Belladanza

I dati Nel 2015, la quantità totale di rifiuti conferiti in discarica è stata pari a 311 mila tonnellate circa, di cui più di 17 mila per quanto riguarda i rifiuti speciali. Nel 2016 il trend sembra confermare i dati prevedenti, dal momento che solo nei primi sei mesi sono stati portati in discarica oltre 146 mila tonnellate di immondizia. Nel 2013, in tutta la regione, le volumetrie ancora disponibili, in tutte le discariche dei quattro Ati dell’Umbria, erano a pari a oltre un milione di metri cubi. Detraendo le 787 mila tonnellate smaltite nel 2014, nel 2015 e nel primo semestre del 2016, rimangono 892 mila metri cubi che, secondo i calcoli, rischiano di diventare appena 115 mila nel 2020, stando così le cose.

La discarica di Pietramelina

La discarica di Pietramelina

Entro il 2020 I dati disponibili, pur evidenziando una contrazione delle quantità di rifiuti conferiti a discarica, stimata su base annua in circa 18.000 tonnellate, confermano tuttavia la previsione di esaurimento del sistema impiantistico regionale nella prima metà dell’anno 2020. Complessivamente, la tenuta del sistema regionale, comunque limitata al breve periodo, è pertanto affidata principalmente alle capacità attualmente autorizzate negli impianti di Belladanza (prevedibilmente disponibili al 1° Gennaio 2017) e di Le Crete (ancorché in esaurimento nei primi mesi dell’anno 2021).

Le discariche  La discarica di Città di Castello gestita dalla Sogepu è ormai al limite, tantoché è già stato presentato un progetto di ampliamento a partire dal prossimo anno che, però, potrebbe bastare appena per il 2031. A Gubbio, alla discarica di Colognola, invece, risulterebbero disponibili ancora solo 61mila metri cubi mentre quella di Borgo Giglione si prevede andrà esaurita già entro il 2019. In egual misura quella di Sant’Orsola risulta ormai già piena, mentre a Orvieto, Le Crete, potranno ospitare rifiuti ancora fino al 2012, e lo scenario che si apre è quello di accogliere i rifiuti provenienti da tutta la regione. Nonché, forse, anche l’ampliamento.

Il dirigente «Considerata la previsione di esaurimento nel breve-medio periodo delle capacità attualmente autorizzate delle discariche esistenti, si invita ciascun Ati – scrive la Regione – a mettere in atto, nel più breve tempo possibile, ogni iniziativa che consenta l’incremento della qualità della raccolta differenziata, in particolare della frazione organica umida, l’adeguamento e potenziamento degli impianti, con particolare riferimento all’effettiva e significativa riduzione degli scarti da trattamento della frazione organica umida da raccolta differenziata e alla frazione secca dei rifiuti indifferenziati attualmente smaltiti nelle discariche regionali, nonché la programmazione dell’ottimale gestione dei flussi di rifiuti da avviare a smaltimento anche prevedendo, ove necessario, la sottoscrizione di accordi inter-Ati».

La discarica 'Le Crete' di Orvieto

La discarica ‘Le Crete’ di Orvieto

Le Crete pattumiera dell’Umbria Lo stesso Monsignori, scrive che si rimane in attesa di conoscere le iniziative che si intendono adottare, lo stato dei progetti, i tempi previsti di approvazione e realizzazione. La riduzione di materiale che arriva in discarica, infatti, è collegata all’implementazione e alla messa a regime della raccolta differenziata in tutta la regione, ma si rivela non ancora determinante tale da garantire un prolungamento delle volumetrie residue delle discariche umbre. L’invito, dunque, è a sottoscrivere accordi tra i vari ambiti e la paura è sempre quella, che Orvieto diventi la pattumiera dell’intera regione.

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