Umbria, esposti-fake: «Fatto gravissimo»

La denuncia dell’avvocato degli ambientalisti Valeria Passeri: «False segnalazioni a nome mio: intimidazioni per screditarmi»

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di L.P.

«Non mi lascio intimorire e non lascerò che questi atteggiamenti possano indebolire la delicata e preziosa attività dei comitati ambientalisti che rappresento».

L’avvocato Valeria Passeri

L’avvocato E’ un caso curioso quello segnalato dalla più giovane, ma non per questo poco esperta, avvocatessa che, a Perugia ma anche un po’ in tutta l’Umbria, ha legato il suo nome, già da tempo, a battaglie in difesa dell’ambiente e per la tutela del paesaggio. Dalle discariche ai biodigestori, dagli Arconi a Perugia fino agli impianti di trattamento dei rifiuti e alle concessioni dell’acqua, come il caso Rocchetta a Gualdo Tadino, l’avvocato Valeria Passeri è ormai un punto di riferimento per i comitati che, da nord a sud della regione, protestano e promuovono azioni legali in difesa del territorio.

I finti esposti Ma ora agli esposti veri presentati dall’avvocato se ne sono affiancati alcuni ‘falsi’. Lo ha scoperto per caso, la stessa Valeria Passeri, con un misto tra stupore e preoccupazione. «Mi è arrivata una chiamata da una signora che si è qualificata come appartenente ai vigili urbani del comune di Perugia – racconta – e sin da subito ho potuto percepire la sua irritazione dal tono della voce. Mi riferiva di un esposto, che io avrei spedito su carta intestata e in quanto legale di un certo signor Finzi e Brunetti, residenti entrambi in via Pievaiola, a Perugia, con una richiesta di sopralluogo di cui, al momento della telefonata, mi si chiedeva conto».

La telefonata Un esposto, dunque, mai firmato veramente dall’avvocato ma che è finito sui tavoli del corpo dei vigili urbani, comune di Perugia, Regione, Prefettura e Procura della Repubblica. «Ho dovuto insistere un po’ – spiega – fino a che la gentile signora all’altro capo del telefono mi ha comunicato che si sarebbe informata in Prefettura e mi avrebbe fatto sapere. Ad oggi, però, non ho ricevuto alcuna comunicazione e la cosa più sconvolgente è che mi è arrivata un’altra segnalazione».

Uno degli esposti ‘fake’ all’Arpa

L’Arpa Il secondo esposto, invece, è indirizzato ad Arpa Umbria ed è la stessa Agenzia regionale di protezione ambientale che, attraverso una funzionaria, ha informato l’avvocato del ‘secondo anomalo esposto’. «Anche in questo caso – spiega Valeria – dai nominativi dei denunciati ho capito subito che erano nomi di pura fantasia, come confermato dalla stessa funzionaria che mi ha chiarito non erano riusciti a rintracciarli». Oggetto del documento, in questo caso, l’inquinamento e i cattivi odori prodotti dalle barche del lago Trasimeno, tema di cui la Passeri non si è mai occupata.

Intimidazioni? «Sono tutti falsi – chiarisce l’avvocato – evidenti sia nella firma che nella forma grafica della carta intestata, con un indirizzo pec sbagliato». Per questo, a tutela del suo lavoro e della sua persona, il legale ha inviato una segnalazione alla Procura della Repubblica che, molto probabilmente, ora passerà all’azione per cercare di chiarire ‘il mistero’. «Lo scopo del falso reiterato – conclude la Passeri – può essere di usare il nome di un legale per portare all’attenzione delle autorità determinate questioni per le quali il denunciante non vuole comparire, ma anche quello di intimidire nell’attività di difesa dei comitati ambientalisti e associazioni che tutelano paesaggio e beni culturali come Italia Nostra cui appartengo e difendo, con la quale siamo intervenuti con successo sugli abusi di Isola Maggiore e sui quali siamo dovuti di nuovo intervenire. E comunque, così operando, è evidente l’effetto di voler screditare la mia figura professionale a difesa dell’ambiente e di altri importanti interessi collettivi di cui mi sto occupando».

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