Umbria, estate Sasu con oltre 45 interventi

Il bilancio estivo del Soccorso alpino e speleologico dell’Umbria: quasi 100 le persone soccorse, recuperate o salvate

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Oltre 40 interventi effettuati e recupero soccorso di 90 persone per un totale di 700 ore/uomo di lavoro. Sono i numeri estivi del Soccorso alpino e speleologico Umbria, il Sasu, che traccia un bilancio delle attività svolte negli ultimi mesi.

I numeri e le trasferte

Mauro Guiducci, presidente del Sasu

Il Sasu – competenze di soccorso e recupero infortunati, pericolanti in ambiente montano, ipogeo e nelle zone impervie/ostili, calamità – grazie al lavoro di tecnici, operatori e sanitari ha effettuato 42 interventi di emergenza urgenza tecnico sanitaria, a fronte dei quali sono state soccorse/recuperate 90 persone, si aggiungono 6 interventi per la ricerca di persone disperse che hanno permesso il salvataggio/recupero di 9 persone ed infine una falsa chiamata, per un totale di 700 ore/uomo. Sasu in azione anche fuori regione: in supporto dei colleghi della Lombardia per la ricerca della bambina scomparsa a Serle (BS), oppure gli speleologi ed i disostruttori andati in Friuli per le operazioni di soccorso e recupero dello speleologo all’interno della Grotta Frozen (Monte Canin), o, ancora, i forristi impiegati in Calabria per le attività di ricerca e soccorso delle vittime dell’esondazione all’interno delle Gole del Raganello (Monte Pollino).

La formazione

Per il Sasu inoltre c’è stata l’attività formativa ed esercitativa con le squadre Alpina, Speleo, Forre e Cinofile: hanno effettuato 5.790 ore/uomo. «Spesso gli incidenti – sottolineano – sono frutto di poca conoscenza dei territori o di comportamenti inadatti agli ambienti impervi e montani, pertanto, è da molti anni che il Sasu dedica particolare attenzione e tempo all’attività di prevenzione ed informazione, attraverso iniziative didattiche ove vengono illustrate le regole base per la sicurezza in altura e simulate operazioni di ricerca con l’ausilio delle unità cinofile, un esempio per tutti della trascorsa stagione estiva è ‘Sicuri sul sentiero’. Va anche segnalato il permanere dell’impiego del Sasu nelle zone colpite dal terremoto, con particolare attenzione alla frazione di Castelluccio di Norcia dove, grazie anche all’aiuto del Soccorso alpino e speleologico lombardo, il Sasu ha collocato un presidio di pronto intervento sin dal 1 aprile, a beneficio dei lavoratori locali (agricoltori, allevatori, operatori economici), ed anche dei frequentatori dell’area dei Sibillini trovandosi in un punto, tanto logisticamente impervio quanto strategico, per agire tempestivamente. Il tutto per oltre 150 giornate per un totale di 2.400 ore/uomo».

Giornate e lavoro

L’attività del Sasu – svolta in maniera professionalizzata – viene svolta su base volontaristica: nel corso dell’estate 2018 «si parla di 8.890 ore/uomo e, considerando una normale attività lavorativa di 8 ore giornaliere, sono state impegnate 111,25 giornate con l’impegno quotidiano di 12,34 tecnici, operatori e sanitari al servizio della popolazione». Infine un suggerimento per la nuova stagione: «Per l’autunno appena iniziato, stagione ove, oltre alle attività di montagna, si registra una maggiore frequentazione dei boschi e delle zone circostanti impervie da parte di cercatori di funghi e cacciatori, si raccomanda a questi ultimi particolare prudenza. Lo scorso anno sono stati registrati numerosi interventi di soccorso di persone che si sono avventurati in aree ostili con attrezzature inidonee o che hanno tenuto comportamenti imprudenti. Di vitale importanza munirsi di abbigliamento ed attrezzatura appropriati e mantenere un atteggiamento attento e ponderato rispetto a ciò che si sta facendo».

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