Umbria, ex Novelli: «Via chi ha fallito»

I lavoratori in cassa integrazione attaccano istituzioni ed ex proprietà: «Al Mise festeggiato un anno di buona gestione della famiglia Greco. Fiducia nella curatela»

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Dopo gli spiragli – piccoli segnali di speranza per il futuro – paventati dai sindacati in seguito al primo incontro ‘post fallimento Alimentitaliani’ che si è tenuto giovedì al Mise, sull’annosa vicenda dell’ex Gruppo Novelli intervengono, duramente, i lavoratori in Cassa integrazione straordinaria (a zero ore) per ‘area di crisi complessa’, per diverso tempo in sciopero prima di finire in Cigs.

IL FALLIMENTO DELLA ALIMENTITALIANI

«Fallimento, chi paga?» «Ieri (giovedì, ndR) al Mise – affermano in una nota – è andata in scena una farsa medievale ricca di omissioni. Si è festeggiato un anno di buona gestione della famiglia Greco. Quasi che i presenti non sapessero che ci fosse un fallimento. E chi pagherà per questo fallimento? Purtroppo a pagare la tariffa più alta in questo caso sono dipendenti e fornitori. Non chi ha amministrato l’azienda».

L’accusa «I Greco non pagano – attaccano i lavoratori in ‘cassa’ -, i Greco non sono allontanati dall’azienda fallita, sono quasi ringraziati per rendersi disponibili a restituire le aziende che hanno intestato impropriamente a loro stessi. Come in tutti gli incontri pubblici i Greco fanno solo promesse. Siamo al paradosso, infatti i Greco rimarranno a collaborare con i curatori fallimentari perché ‘conoscono’ l’azienda. Ma che collaborazione può offrire – scrivono – chi ha fallito, tagliando sul personale e investendo in un anno un solo euro?»

«Istituzioni complici» «A questo punto – si legge nella nota – è lecito porsi una domanda: ma allora era tutto da copione? Ma il governo, le istituzioni non si rendono conto di quanto è accaduto in un anno e che, agli occhi dell’opinione pubblica, appaiono complici di questo fallimento? Insomma basta: chi ha fallito deve andarsene. Chi ha impropriamente sottratto beni e aziende, se ha infranto la legge va denunciato. Bisogna garantire la libera concorrenza, se ci sono altri soggetti interessati alla ex Novelli devono essere presi subito in considerazione».

Diritti ignorati «Vorremmo ricordare che qui c’è un fallimento anche sociale – scrivono i lavoratori -. Nessuno al Mise ha ricordato che in un anno sono state allontanate in malo modo dall’azienda centinaia di persone. Nessuno al Mise ha ricordato le diffide sindacali, e più precisamente che i Greco, nella scelta del personale da mettere in Cigs a zero ore, hanno adottato come criterio di selezione quello dell’adesione ad uno sciopero sindacale. I 35 impiegati che pubblicamente denunciarono la mala condotta aziendale, furano accusati da Saverio Greco di volere il fallimento dell’azienda. Ecco il rischio più grande di questo fallimento: l’indifferenza. L’indifferenza di fronte a comportamenti mai tollerabili in un paese civile che lo spingono pericolosamente nel baratro della regressione sociale, ledendo senza alcun pudore i diritti sanciti dalla nostra Costituzione».

«Fiducia nella curatela» «Confidiamo – è la conclusione – nell’operato dei curatori che certamente opereranno al meglio per salvaguardare l’azienda e quindi l’occupazione. Noi, da parte nostra, continueremo a lottare fino allo stremo per la salvaguardia del nostro posto di lavoro e di quello di tutti i nostri colleghi perché noi questa azienda la amiamo e dopo 20-30anni di lavoro ce la sentiamo anche un po’ nostra».

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