Umbria, Pd nel caos: Leonelli si dimette

L’annuncio del segretario regionale – ex ormai – nella conferenza stampa post-elezioni convocata martedì mattina a Perugia

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Il segretario regionale del Pd dell’Umbria, Giacomo Leonelli, si è dimesso. Segretario regionale Dem, Leonelli era candidato alla Camera nel collegio uninominale Umbria 1 ed è stato battuto da Emanuele Prisco, assessore comunale. Una sconfitta simbolica visto che la sfida era fra due elementi di spicco dei due schieramenti.

GIACOMO LEONELLI SI DIMETTE: «SVILUPPARE UNA RIFLESSIONE» – VIDEO

Tre motivi Il motivo principale delle dimissioni è proprio questo: «Ci ho messo la faccia, anche non avevo cercato la candidatura, ho perso e così come ho fatto i complimenti a Prisco è giusto ora fare un passo indietro». La scelta arriva anche per dare un segnale a militanti, iscritti e simpatizzanti: «Vedere l’Umbria tutta blu – ha detto Leonelli – è un colpo al cuore per molti». L’auspicio del segretario uscente è che il suo passo possa aiutare il partito «a fare valutazione franca, senza troppi retropensieri, in vista di appuntamenti elettorali importanti».

Il passaggio di consegne Ora la road map del partito prevede per mercoledì 14 una direzione, convocata dal segretario prima di rassegnare le dimissioni, che deciderà la strada da percorrere, anche in considerazione dell’avvicinarsi dell’appuntamento con le amministrative. Quella sarà la sede delle valutazioni. Per ora Leonelli sottolinea che «si dovrà sollecitare una riflessione su come si è partito, su come aprire una fase nuova, avviare un percorso di umiltà che muova dal basso. Dovremo provare a rimetterci in gioco in modo più efficace. Dobbiamo capire perché alcune risposte che come Pd abbiamo provato a dare, tanto a livello nazionale quanto a livello locale non sono penetrate: ricordo che siamo stati gli unici a proporre un programma e io ne ho proposto uno di collegio.

No comment su Renzi La decisione fa seguito a quella annunciata lunedì dal segretario nazionale Dem, Matteo Renzi, all’indomani del deludente risultato ottenuto dal partito nelle elezioni politiche del 4 marzo. Nel corso della conferenza stampa Leonelli ha preferito però non commentare le dimissioni di Renzi, che scatteranno dopo l’insediamento del nuovo governo: «Non ci ho parlato, non ne conosco le motivazioni, preferisco non esprimermi»

L’effetto coalizione «Ci è mancato – ha spiegato Leonelli rispondendo alle domande dei giornalisti – anche l’effetto coalizione, questo è chiaro, ma con chi dovevamo allearci? Abbiamo fatto un tentativo con Liberi e Uguali ma non c’è stato verso. E comunque non mi pare che loro abbiano raccolto i voti che noi abbiamo perso. E questo io lo avevo previsto: chi, fra gli elettori, voleva rompere col Pd non avrebbe votato certo un partito che nasceva dal Pd».

Immigrazione tema decisivo Leonelli ha quindi sottolineato che «l’immigrazione è un tema mondiale, nemmeno più nazionale o europeo. Basti pensare che Trump ha vinto le elezioni parlando del muro al confine col Messico. La Lega ha avuto un balzo in avanti alle ultime regionali non parlando della sanità umbra o delle reti di comunicazione, ma solo di immigrazione che, fra l’altro, non è nemmeno un tema di competenza regionale. Non possiamo parlare di errori nella campagna elettorale perché, in pratica, siamo stati gli unici a farla. Gli altri praticamente non l’hanno fatta perché non ne avevano bisogno.

Cosa cambia in Regione «Spendiamo tante energie sulle dinamiche interne poi ci troviamo gli altri che nemmeno convocano congressi e prendono tanti voti. La sconfitta non credo dipenda dalle candidature, i nostri candidati erano forti: è una questione di sentimenti nazionali». Il nuovo assetto politico regionale? «Sarà di competenza della dirigenza che verrà».

Botta e risposta con i socialisti Leonelli si rammarica per la scelta dei Socialisti di non aver appoggiato il PD: «C’è un lavoro tutto da fare anche rispetto alla definizione delle coalizioni dopo che un alleato storico del Pd, il Partito Socialista, ha dichiarato chiusa la sua esperienza nel centrosinistra e anche considerato che al tempo stesso nuovi movimenti e liste si sono avvicinati a noi; dovremo prenderne atto». Loro replicano dicendo di «non essere stati messi in condizione di dare il contributo che sono in grado di esprimere in questa regione». Non è che sarebbe cambiato un granché. Però anche da questo botta e risposta si capisce tanto della confusione a sinistra. «Aver preferito una corsa in solitaria, escludendo le altre forze del centro sinistra umbro, impoverendo la coalizione per esigenze interne del Partito Democratico, ha contribuito a far sì – dice il segretario regionale socialista Cesare Carini – che anche in Umbria si verificasse quello che non era mai successo: una schiacciante vittoria del centrodestra in tutti i collegi uninominali».

Pastura, Carini, Caponi (PSI)

La ricetta socialista «Va prima di tutto cambiato l’atteggiamento e l’approccio ai problemi e il rapporto con i cittadini e con quell’elettorato di riferimento costituto dalle classi più deboli, dal ceto medio, dagli operai e dai giovani, che da sempre costituiva il bacino elettorale delle forze di centrosinistra. Poi, ci sono stati errori nella scelta delle candidature, che evidentemente non sono state percepite dagli elettori come rappresentative dell’intera area riformista. Il risultato – secondo il PSI umbro – è purtroppo sotto gli occhi di tutti. Del resto, in questi anni i gravi segnali di arretramento del centrosinistra in Umbria sono stati molteplici, a partire dalle sconfitte alle amministrative di Perugia, Spoleto, Amelia e Todi».

Il senatore Stefano Lucidi

Lucidi (M5S) Un’ora e arriva il commento del senatore pentastellato di Spoleto: «Fa bene il segretario Pd umbro Leonelli a dimettersi dopo la batosta elettorale e fa bene a seguire le orme del segretario post-dimissionario nazionale Renzi, e della Serracchiani, perché queste dimissioni faranno bene soprattutto all’Umbria che perderà un anello di congiunzione tra il nostro territorio e il giglio magico oramai appassito come un crisantemo a metà novembre. Non erano bastati gli arresti di tre amministratori Pd a Terni a far perdere la faccia a tutto il Pd umbro: speriamo almeno che il voto del 4 marzo gli serva per capire che il tempo dell’arroganza è finito ed è iniziata la Repubblica dei cittadini e fra qualche mese inizierà anche la Regione dei cittadini».

Marco Vinicio Guasticchi

Guasticchi Sulla situazione complessiva del Pd in Umbria interviene l’ex presidente della Provincia di Perugia, membro dell’assemblea nazionale e della direzione regionale del partito: «Dobbiamo tornare all’umiltà politica di riconoscere i nostri errori, non cercando negli altri le responsabilità. Rifuggiamo coloro che pensano a rese dei conti e apriamoci a coloro che con noi vogliono discutere sui motivi veri di questa sconfitta. Oggi più che mai abbiamo bisogno di leader che uniscono sia a livello regionale che nazionale, ma che allo stesso tempo governino come abbiamo fatto noi e non si nascondano dietro gli slogan. Sono sicuro – conclude Guasticchi – che da questa sconfitta partirà una nuova fase politica che non potrà certo passare per inciuci o alleanze innaturali».

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