Umbria, ‘restyling’ Pd verso le regionali

Verini detta la linea: «Gruppo di lavoro di 16 persone. Nessuna si candiderà». Su Ascani e Giachetti ad Assisi: «Iniziativa di corrente»

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di G.N.

«Alzare lo sguardo e girare la testa verso la società, per costruire una piattaforma di idee per il futuro dell’Umbria, rigenerando un partito che, in ogni caso, ha prodotto tante cose buone in questi anni». Il commissario straordinario del Pd umbro, Walter Verini, non nasconde i problemi, «ma è tempo di voltare pagina». Inizia, così, la marcia Dem verso un nuovo modo di concepire la politica, «non più finalizzato a poltrone e divisioni interne, ma orientato alla società, ai problemi concreti, al pensiero che diventa ossigeno per il partito». Insomma, bando alle ‘riunioni di condominio rissose’ e via alle riunioni aperte.

Indovina chi non viene a cena? La politica arrogante

Sul toto-candidati alle regionali si è detto molto e di più, ma il commissario Verini spazza via i dubbio: «Se io, politico, invito a cena la parte progressista e social democratica della società, non faccio trovare i posti assegnati, né un menu imposto. Questa vecchia logica di politica arrogante non la vogliamo. Perseguiamo una politica più ambiziosa, fatta di idee, ma con più umiltà. Il potere non è un fine, perché è la morte della politica». Verini è più diretto sui nomi sin qui ipotizzati sui media: «Tutti i toto-candidati usciti hanno la stessa possibilità che io ho di diventare avversario di Trump».

Il gruppo dei sedici

Una marcia che comincia con l’individuazione di un gruppo di lavoro che vede la partecipazione di Paolo Baiardini, Claudia Bastianelli, Daniele Benedetti, Christian Biagini, Ramona Furiani, Daniele Gentili, Francesco Giacopetti, Mirko Hromis, Mattia Nannurelli, Cristina Papa, Andrea Pensi, Carlo Rossini, Marina Sorci, Pierluigi Spinelli, Mohan Testi, Francesca Vagniluca.

Il Pd e le sue sconfitte

«Il Pd, pur con le sue sconfitte che pesano, è una forza ancora in piedi. Ha vinto in 38 comuni, perdendo altri importanti. Per questo bisogna aprire una nuova fase, in cui il commissario ha bisogno di un gruppo di lavoro, una sorta di direzione regionale, un momento più ampio in cui saranno coinvolti sindaci, segretari delle unioni comunali, persone della precedente direzione come Ferrucci e Gammaitoni».

Il rinnovamento, la carica dei 104 e l’assemblea regionale che non c’è

Rispetto all’appello lanciato al commissario in una lettera firmata da 104 membri ‘dell’assemblea regionale Dem’, in cui si chiede la convocazione dell’assemblea stessa e di un congresso straordinario, Verini ha detto che «non c’è spazio né per le primarie, né per i congressi. C’è un percorso che comincia con il gruppo di lavoro, prosegue con un confronto ampio nel partito diffuso, fino al prossimo luglio, con 200 momenti con la società regionale, con i corpi intermedi. Sarà poi prevista una fase programmatica per arrivare a settembre in piena campagna elettorale». Ha ricordato che «tutti gli organi sono decaduti. C’è un commissario che non lavorerà da solo, ma con i 16 e con quanto arriverà di positivo dall’apertura alla società». Un gruppo, commissario compreso, che «non si candiderà alle regionali». Sui candidati e sui vertici di comando, Verini ha sostenuto che è «sbagliato partire dai nomi e dalle persone. Non mi interessano le facce nuove se fanno errori vecchi».

Il duo Ascani-Giachetti

Quanto alla convention nazionale di Ascani-Giachetti ad Assisi, il commissario ha precisato che «mi risulta che il segretario nazionale non parteciperà. Ma al di là di questo, è una riunione di corrente. E dove si discute di politica, di idee e di contributi è positivo. Walter Verini preferisce però dialogare tutti insieme. Io non ho correnti, è un bene che ci sia il pluralismo, ma le discussioni si fanno nel Pd». Cristina Papa, ex docente universitaria, è una dei 16: «Dentro al partito – dice – ci sono tante energie che chiedono di essere mobilitate. Il nostro compito più immediato è quello di portare a sintesi le idee e dare la sponda organizzativa e operativa».

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