Umbria, se in aula ci scappa la bestemmia

L’episodio è accaduto martedì in consiglio regionale. Tra urla e improperi, il capogruppo Chiacchieroni si è lasciato un po’ andare

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Non c’è più religione – è proprio il caso di dire – anche in consiglio regionale. Luogo di dibattiti, anche animati, dove la politica si consuma tra interrogazioni, mozioni e ordini del giorno. E dove, va a finire, che ogni tanto ci scappi qualche parolaccia.

In aula È capitato però, anche, che qualcuno andasse ‘oltre’. Così, ad esempio, è accaduto martedì sera. Una giornata di lavori intensi, a palazzo Cesaroni, dove si è discusso del futuro di alcuni lavori e di vertenze ‘calde’, di terremoto e Cas, di viabilità e turismo. Una seduta fiume che, protrattasi fino a tarda sera, ha visto come ultimo punto all’ordine del giorno la mozione proposta da Rometti, ma sottoscritta anche da altre forze politiche, sulla tutela dei risparmiatori della Cassa di Orvieto a rischio fusione con la banca popolare di Bari.

IL VIDEO DELLA BESTEMMIA

La bestemmia Così, una volta venuto a mancare il numero legale perché parte della maggioranza era assente e, in segno di protesta, parte della minoranza ha deciso di abbandonare l’aula, è successo il putiferio. Urli, scenate, improperi e, alla fine, una sonora bestemmia. Quella uscita dalla bocca del capogruppo Pd in consiglio regionale Gianfranco Chiacchieroni contro i suoi ‘colleghi’ di assemblea colpevoli di aver fatto mancare il numero legale.

La seduta, ufficialmente, era sciolta e i vari consiglieri stavano lasciando l’aula quando l’imprecazione è risuonata dentro palazzo Cesaroni mentre alcuni cellulari erano ancora accesi e stavano registrando la scena. Così, infatti, sulla pagina facebook del Movimento 5 Stelle il video – censurato, sia chiaro – ha fatto il giro del web. Di chiedere scusa, o giustificarsi, Chiacchieroni non ci ha pensato affatto, mentre l’episodio sembra già dimenticato dai più.

Donatella Porzi

Il comportamento in Aula «Chi rappresenta a livello istituzionale l’Assemblea legislativa dell’Umbria deve sempre tener conto del fatto che ogni propria azione, dichiarazione, atteggiamento hanno una rilevanza e una responsabilità pubblica, sia che si manifestino nel corso delle sedute formali d’Aula o di Commissione, sia al di fuori di esse in confronti anche di carattere privato tra esponenti istituzionali». Così la presidente del consiglio regionale dell’Umbria Donatella Porzi secondo la quale «il comportamento di chi ricopre ruoli istituzionali deve essere sempre appropriato, corretto, scevro di contenuti volgari o che offendano la sensibilità morale o religiosa di alcuno».

Da stigmatizzare Per la presidente del consiglio regionale « quanto accaduto dopo la chiusura dei lavori d’Aula dello scorso 18 luglio e che ha avuto come protagonista il presidente di un gruppo consiliare, costituisce un fatto estremamente spiacevole e da stigmatizzare. Un fatto che oltre ad alimentare un giudizio negativo nei confronti delle istituzioni, dipinge in maniera ingenerosa anche chi se ne è reso protagonista, il cui impegno e serietà nel lavoro politico-istituzionale, sono peraltro da tutti riconosciuti».

Evitare i social L’episodio cui ci riferiamo, spiega la presidente «è accaduto a seduta d’Aula terminata e alla presenza di pochissime persone ed è stato reso noto grazie a dei post sui social network realizzati da una forza politica di opposizione. Rispetto a ciò è opportuno fare alcune considerazioni. In primo luogo ritengo pienamente legittimo utilizzare tutte le forme offerte dalla tecnologia per comunicare e informare. Sono però fermamente convinta – conclude Porzi – che, ai fini di lotta politica, sia da evitare l’utilizzo di tali strumenti che presentano i propri avversari in momenti sicuramente criticabili, ma decontestualizzati e quindi parzialissimi ai fini di una corretta comunicazione».

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