Umbria, tutti vaccinati per l’accesso all’asilo

La proposta di modifica della legge arriva dalla commissione sanità in Regione, ora si attende il parere del consiglio regionale

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La Commissione sanità e servizi sociali della Regione dell’Umbria ha approvato la proposta di modifica della legge 30/2005 ‘Sistema integrato dei servizi per la prima infanzia’, su iniziativa dei consiglieri Giacomo Leonelli e Carla Casciari (PD), con cui si rende l’assolvimento degli obblighi vaccinali per i bimbi fra 3 e 36 mesi requisito di accesso agli asili pubblici e privati. Ora la proposta dovrà passare per il consiglio regionale.

I voti A votare a favore sono stati il presidente Attilio Solinas e i consiglieri proponenti Leonelli e Carla Casciari; si sono invece astenuti i consiglieri De Vincenzi (RP), Squarta (FDI) e Rometti (SER), mentre Raffaele Nevi, che ha partecipato ai lavori della commissione senza esserne membro, quindi senza diritto di voto, ha annunciato che «in aula Forza Italia voterà a favore».

«Misura di civiltà» Una norma, hanno spiegato Leonelli e Casciari, «che vuole tutelare la salute dei bambini e allo stesso tempo consentire anche a quelli che non possono essere vaccinati per ragioni legate a gravi motivi di salute, come immunodepressi o affetti da patologie croniche, di frequentare i servizi per la prima infanzia. Una minore percezione del rischio per quelle patologie che sono drasticamente ridotte o non più presenti in Italia proprio grazie alle vaccinazioni, come la poliomelite ad esempio, non tiene conto che molte patologie non sono ancora debellate in altri Stati e che quindi possono ricomparire con nuovi focolai epidemici. La norma è quindi una misura di civiltà a tutela della salute pubblica, utile a preservare dalla recrudescenza di malattie infettive pericolose anche in altre fasce d’età».

Gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente riguardano difterite, poliomelite, tetano e epatite virale B, cui si aggiungono le cosiddette vaccinazioni ‘raccomandate’ per le seguenti malattie: pertosse, meningococco B, rotavirus, pneumococco, meningococco C, per tutti i nuovi nati. Altre vaccinazioni raccomandate sono varicella, morbillo, parotite, rosolia, da somministrare nel secondo anno di vita con richiamo a 5-6 anni. Altre ancora sono la meningococcica tetravalente negli adolescenti, l’anti-HPV per ragazzi e ragazze di 12 anni, lo pneumococco, l’antizoster e l’antinfluenzale per i 65enni. Tutte sono incluse nei nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) individuati dal nuovo ‘Piano nazionale per le vaccinazioni 2017-2019’ e non comportano costi aggiuntivi per il servizio sanitario regionale in quanto verranno coperti con quanto annualmente destinato nel bilancio regionale al finanziamento del servizio sanitario per l’erogazione dei Lea. 

Tempi rapidi «È un passo fondamentale l’approvazione di oggi, in commissione sanità, della legge regionale per introdurre la vaccinazione obbligatoria per i bambini che vogliono accedere ai servizi educativi della prima infanzia», aggiungono Leonelli e Casciari, che ora auspicano «l’approvazione nei tempi più rapidi possibili della nostra proposta di legge anche da parte dell’aula, per coprire già l’annualità 2017-2018». Tale normativa regionale, spiega Leonelli, «è urgente visto che la vittoria del ‘No’ al referendum costituzionale dello scorso dicembre lascia in capo alle Regioni la competenza concorrente in materia di tutela della salute e, quindi, senza tale atto legislativo la popolazione umbra rimarrebbe scoperta, al contrario di quella di altre Regioni che hanno già legiferato in tal senso, come ad esempio quella emiliano-romagnola».

Sensibilizzazione Casciari puntualizza che «contemporaneamente la Giunta regionale promuoverà una campagna di sensibilizzazione sull’importanza dei vaccini presso quella parte di popolazione che definirei ‘esitante’, perché in primo luogo puntiamo a diffondere la cultura della profilassi e della corretta informazione sui rischi e i benefici delle vaccinazioni. Oggi ci vediamo costretti ad introdurre questo obbligo dopo le strumentalizzazioni che da tante parti sono arrivate sul tema delle vaccinazioni». Negli ultimi anni, concludono Leonelli e Casciari, «si è purtroppo registrato in Italia un trend negativo per quanto riguarda il numero di bambini sottoposti sia alle vaccinazioni gratuite obbligatorie sia a quelle raccomandate secondo quanto previsto dal ‘Piano nazionale di prevenzione vaccinale’. L’obbligatorietà delle vaccinazioni per gli iscritti agli asili nido tutela in primo luogo i bambini più deboli; se il tasso di vaccinazione si abbassa sotto il 95%, e in Umbria purtroppo siamo già scesi al 93%, i bambini che non possono vaccinarsi per immunodeficienza o patologie rischiano di contrarre malattie che ormai si pensavano debellate».

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