Un Comune-bus. Ma Terni vuole pendolari

Le elezioni regionali potrebbero stravolgere nuovamente la giunta Latini. Con tutto ciò che ne consegue. Ma la priorità deve essere una

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di F.T.

Una giunta comunale che – uno pensava – sarebbe rimasta in carica cinque anni per lavorare giorno e notte per far risorgere Terni e che, a prescindere dai risultati più e meno centrati, ne ha già vissute di tutti i colori fra dimissioni, defenestrazioni, rimpasti. E ora le elezioni regionali che potrebbero vedere in lizza almeno quattro membri dell’esecutivo Latini e, in linea teorica, condurre ad uno stravolgimento ulteriore della ‘squadra’ che guida dal punto di vista politico e amministrativo la città.

Altro che blocco granitico verso la Terni del futuro. Piuttosto – per i maligni – un autobus verso Perugia con colazione compresa nel biglietto, per nutrire le legittime ambizioni personali. Quattro in corsa, ma sarebbero potuti essere pure cinque se il presidente del consiglio comunale a suo tempo avesse ‘spinto ‘per entrare in giunta. Ma optò per la guida dell’assise – si disse – anche perché intenzionato a salire quanto meno a palazzo Cesaroni. Gliene va dato atto.

Il tema della giunta ‘porto di mare’ è reale ma non nuovo. Si ricordano altri esecutivi, in tornate precedenti, con partenze eccellenti verso la Regione che, evidentemente, può contare su delle sirene dalle voci suadenti e irresistibili. Ma partendo da ciò, dalla Terni che rischia di doversi confrontare con ulteriori cambi, rimpasti, assestamenti che richiedono ovviamente altrettanti rodaggi – e quindi timori per l’operatività, specie in certi comparti – si può provare anche a guardare oltre ed a quello che, forse, è il vero tema cittadino.

Perché se su questo autobus dovessero salire passeggeri – fin troppi se ne sono visti in passato – con il mano un biglietto di sola andata, il problema sarebbe forse più serio. Invece la città ha bisogno di ‘pendolari’ della politica, gente pronta ad andare a Perugia ma per riportare qualcosa di concreto – sì i soldi, ma pure idee, opportunità e strumenti – nella conca. E che non càmbino cittadinanza una volta superato lo svincolo di Acquasparta. Allora il bus avrebbe pure un senso. E uno – mantenendo un occhio sul ‘povero’ Comune-laboratorio – potrebbe pure accettare quei viaggi d’andata. Purché abbiano un ritorno.

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