Unioncamere Umbria: «Perugia giù, Terni su»

Alla fine di settembre 2016 erano 81.234 le imprese attive in Umbria, con un calo di 100 unità, tutte nella provincia più grande

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«Alla fine di settembre 2016 sono 81.2341 le imprese attive in Umbria, il 76,5% (62.156 unità) delle quali localizzate nella provincia di Perugia e il restante 23,5% nella provincia di Terni (19.078 unità).
A differenza della variazione positiva dello 0,7% che si era avuta nel trimestre precedente, il terzo trimestre dell’anno fa segnare un lieve decremento delle imprese nella nostra regione, perdendo 100 unità con una variazione negativa dello 0,1%. Da notare che la perdita si concentra tutta nella provincia di Perugia mentre Terni registra un’unità in più (al 30 giugno le imprese di Perugia erano 62.257 mentre quelle di Terni 19.077)».

IL RAPPORTO UNIONCAMERE

La tendenza A dirlo è Unioncamere, secondo la quale «la perdita è in controtendenza con quello che accade sia a livello nazionale che a livello delle regioni del centro Italia, dove la crescita seppur contenuta è, in entrambi i territori, del +0,1%. Il saldo tra iscrizioni e cessazioni (non d’ufficio) è positivo di 203 unità (nel trimestre scorso erano 691) e coinvolge principalmente le imprese non classificate (315) e l’agricoltura (18) mentre segna valori negativi per commercio (-58), attività manifatturiere (-27), attività di alloggio e ristorazione (-20), trasporto (-11) e altri settori anche se con numeri inferiori. Bene rispetto al trimestre precedente le attività professionali (+19), i servizi di informazione (+13), noleggio e agenzie di viaggio (+12) sanità e assistenza (+9), alloggio e ristorazione (+5), in sofferenza commercio (-51 imprese), costruzioni (-46), attività manifatturiere (-26), altre attività di servizi (-16), attività finanziarie (-12) e altri settori con perdite più esigue. A livello tendenziale, confrontando i dati con il terzo trimestre 2015, i valori restano negativi con una perdita totale di 65 imprese e i settori di costruzioni (-267 unità) e commercio (-115) che fanno registrare le perdite maggiori».

L’Italia A livello nazionale invece rispetto al trimestre precedente crescono quasi tutti i settori anche se in modo contenuto (eccezion fatta per manifatturiero, costruzioni e imprese non classificate con valori negativi): rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente la crescita risulta sempre dello 0,1% (con un totale di 5.749 imprese in più) con perdite nei settori agricoltura, estrazione, manifatturiere, costruzioni, commercio e trasporti e il restante dei settori tutti in positivo.

L’occupazione Crescono gli addetti in totale: al 30 settembre 2016 sono 282.193, 4.733 in più rispetto al trimestre precedente, e superiori rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno del +0,9%. «Valori comunque inferiori . dice Unioncamere – sia al dato nazionale che segna una variazione degli addetti rispetto allo stesso trimestre dell’anno del 2,1% sia al dato dell’Italia centrale che arriva ad un 3,1%».

I numeri positivi Bene il commercio (63 imprese in più con una variazione del 2,5%), le attività manifatturiere (29 imprese in più e una variazione del 5,5%), attività di alloggio e ristorazione (31 nuove imprese con una variazione 6,0%) noleggio e agenzie di viaggio (13 imprese e 5,3%). La perdita più rilevante è quella delle costruzioni con un -1,8% e 39 imprese in meno.

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