Università: «Campus? Studiamo alternative»

A dirlo è il sindaco di Terni, ma il vice presidente della Regione smentisce sdegnato: «Vengono fatte circolare versioni di parte»

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L’idea è stata lasciata lì, a galleggiare, per quasi sette anni. Poi, in una mattinata di maggio – quella di martedì – al Comune di Terni è stato detto – da Regione e Università – che era tutto uno scherzo. E che il campus universitario ternano non si fa più.

Conferme e smentite Per tutta la giornata si sono susseguite prese di posizione – pure sgradevoli – e mentre il sindaco di terni, Leopoldo Di Girolamo parla di «una ponderata valutazione, attraverso la costituzione di un gruppo tecnico, che avrà il compito di valutare ipotesi alternative», il vice presidente della Regione smentisce sdegnato: «Vengono fatte circolare versioni di parte» e lancia accuse pesanti. Ma andiamo per ordine.

Il vertice Quella di martedì è stata una riunione ‘allargata’ – visto che c’erano la presidente Marini, il vice presidente Paparelli, l’assessore Bartolini, il rettore Moriconi e l’amministratore unico di Adisu, Maurizio Oliviero – per dire al sindaco di Terni Di Girolamo e agli assessori Armillei e Bucari che da oggi in avanti all’università ternana si penserà da Perugia, visto che la Regione vuole formalizzare un rapporto preciso con l’ateneo – si darà vita ad un gruppo tecnico al quale i Comuni di Terni e Narni potranno partecipare, ma non si capisce bene a quale scopo e con quale possibilità di intervento – e che questo rapporto esclude che si possa pensare alla costituzione della Fondazione o che Terni possa ipotizzare di guardare verso altre università che non siano quella perugina.

La residenza San Valentino

La residenza San Valentino

Campus addio Ovviamente, è stato spiegato a Di Girolamo e ad Armillei, che i quasi sei milioni e 900 mila euro che la Regione aveva promesso per il campus vanno a farsi benedire (o, meglio, restano in cassa a Perugia) e così pure i quasi quattro milioni del Miur – che magari verranno buoni per Perugia, se Oliviero riuscirà a farseli dare – e per ospitare gli studenti a Terni verranno fatto dei lavori di ristrutturazione nella palazzina della residenza San Valentino, che da Perugia si considera sufficiente per le esigenze ternane. Il progetto del Campus, quindi, finisce nel cestino.

L'area che 'non' ospiterà il campus

L’area che ‘non’ ospiterà il campus

Il 2009 Il progetto lo avevano annunciato addirittura nel 2009: era relativo ad una struttura da realizzare in via Prampolini. Su una superficie di oltre 3 mila metri quadri per ospitare 84 posti letto, una mensa, aule studio, una sala riunioni, una palestra. Tre i piani elevati e uno interrato. Si prevedeva un costo complessivo di 9 milioni e 338 mila euro, di cui oltre 3 milioni e mezzo accordati dal ministero dell’Università e 5 milioni e 300 mila euro a carico della regione dell’Umbria.

Il capannone resterà inutilizzato

Il capannone resterà inutilizzato

Il 2012 Tre anni dopo si diceva, da parte della Regione che l’intervento – con un investimento complessivo di 13 milioni di euro di cui oltre 6 milioni e mezzo finanziati dalla Regione Umbria – rientrava nell’ambito del ‘Programma abitativo per studenti universitari’ e prevedeva la realizzazione di 84 posti letto, con la creazione di un vero e proprio campus universitario. Regione e Comune di Terni avevano sottoscritto un contratto per la concessione gratuita in diritto di superficie del terreno di via Prampolini su cui doveva sorgere il complesso.

Rossi attacca Il senatore Gianluca Rossi (Pd), che da assessore regionale, nel 2012, aveva rilanciato l’idea del Campus e che anche nei giorni scorsi aveva preso posizione sulla questione università, dopo aver ricordato che l’ipotesi Fondazione era quella da tenere in considerazione, accoglie con «rammarico e delusione» questa notizia. «Ora, però – attacca Rossi – tutti devono essere consapevoli che questo è un segnale chiaro che viene inviato alla comunità ternana e che, quindi, non è più il tempo delle timidezze e dei silenzi da parte del sistema territoriale. Adesso – insiste il senatore ed è chiaro che si rivolge alla classe dirigente locale, non solo politica – serve uno scatto di dignità e di orgoglio da parte di Terni e Narni, perché le ‘pacche sulle spalle’, per poi decidere sulla nostra pelle e del nostro futuro, non le possiamo più accettare».

Fabio Paparelli

Fabio Paparelli

Paparelli furioso Il vice presidente della Regione, Fabio Paparelli, non ha gradito l’interpretazione e non fa nemmeno niente per nasconderlo: «Quello che viene descritto è uno scenario totalmente falso – dice – e io smentisco che si voglia agire contro il polo universitario ternano, che invece l’accordo che si andrà a stipulare vuole ulteriormente rafforzare». Secondo Paparelli «vengono fatte circolare versioni di parte e che vanno solo a danneggiare il lavoro che si sta facendo nell’interesse della città di Terni».

Le «convergenze» Secondo la Regione, infatti, la finalità della riunione di martedì era quella di «verificare tutte le convergenze possibili tra gli attori istituzionali circa il rafforzamento e la valorizzazione della presenza del Polo universitario sul territorio ternano». Tanto che lunedì prossimo la giunta delibererà la costituzione formale di un gruppo tecnico che lavorerà alla definizione del nuovo progetto, contenuto nell’accordo, «che ricomprenderà oltre al potenziamento dei servizi per gli studenti, della ricerca, della docenza, dell’edilizia universitaria anche il ruolo dell’università nell’ambito della ricerca in relazione all’istanza di area di crisi complessa dell’area ternana. In particolare, per quanto riguarda l’edilizia universitaria, le parti hanno concordato sulla necessità di incrementare sia quantitativamente che qualitativamente la disponibilità di posti letto a favore degli studenti. Spetterà al costituendo gruppo tecnico individuare le azioni più efficaci per il raggiungimento di questi obiettivi».

Il Comune di Terni Il sindaco Di Girolamo dice a sua volta che «gli impegni assunti e gli investimenti previsti verranno confermati. Relativamente alla riorganizzazione del personale accademico in seguito alla Legge Gelmini è stato assunto l’impegno da parte della Regione di coprire con idonee risorse le necessità. Sul progetto Campus residenziale, nessun dietro front, ma una ponderata valutazione, attraverso la costituzione di un gruppo tecnico, che avrà il compito di valutare ipotesi alternative, in linea con le esigenze emerse a seguito della riorganizzazione dovuta all’applicazione della legge Gelmini e alla tempistica di attuazione. Possiamo, quindi, assicurare che le risorse regionali destinate a Terni non saranno girate ad altre sedi, così come ci proponiamo di utilizzare pienamente le risorse destinate dal Miur. Riguardo l’ipotesi della Fondazione di partecipazione come strumento nuovo di un progetto di più ampio respiro per il Polo ternano, manteniamo la ferma convinzione della sua validità come mezzo di sviluppo di studi e ricerca, ma al momento abbiamo registrato difficoltà da parte degli interlocutori. Metteremo tutto il nostro impegno e convinzione per mantenere valida la proposta e porla nuovamente all’attenzione cittadina e dell’Università».

Campus fuori tempo Fabio Paparelli, però, conferma che «il progetto del Campus risale ad anni in cui le esigenze erano diverse, mentre oggi la situazione del polo ternano è cambiata radicalmente». Mentre «di Fondazione la Regione non ha mai parlato, ma lo hanno fatto altri: io non la trovo funzionale e non credo sia opportuno alimentare polemiche al riguardo. E sbaglia chi si presta a farlo». Perché, secondo la Regione «non corrispondono al vero, quindi, le ricostruzioni pubblicate oggi sulla stampa locale che hanno liberamente tratto conclusioni su un progetto in divenire. Sarà l’istituendo gruppo di lavoro a definire contenuti e prospettive su cui allora si potranno esprimere giudizi». E quello si farà.

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