Università, Oliviero: «Ridare entusiasmo»

Perugia, Il candidato a Rettore parla dei progetti che ha in mente per far crescere il polo universitario

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di G.N.

Le parole d’ordine del candidato a rettore dell’Università di Perugia, Maurizio Oliviero sono qualità, dignità, programmazione, clima positivo, verifica di mandato, internazionalizzazione e senso di appartenenza: lo ha detto mercoledì nella sua stanza, la numero 39 della Facoltà di Giurisprudenza, presentando il suo progetto di università.

La sanità: «Chiudere la convenzione entro il primo anno»

Un punto fermo del suo programma è il raccordo fra sanità e università, con la scuola di medicina e di specializzazione: «Intendiamo chiudere la convenzione entro il primo anno e istituire una delega collegiale nei tre dipartimenti. Oltre a proporre la riunificazione in un unico dipartimento».

Restituire dignità al personale tecnico-amministrativo

Lo ha definito il ‘motore dell’Università’, il personale tecnico-amministrativo: «Non ci saranno nuovi concorsi finché le eccellenze quasi invisibili non avranno la possibilità di rientrare a tempo pieno».

I ricercatori, una forza da Nobel

Quindi, i ricercatori: «In questi anni l’università ha perso una fetta importante del corpo docente. Abbiamo ricercatori che vincono progetti internazionali, che sono candidati a premi Nobel, ma restano precari. Bene l’esperienza all’estero, per poi avere la possibilità di rientrare. Noi vogliamo ridurre i tempi delle carriere e valorizzare i meriti, la qualità».

Traghettare l’università verso una dimensione internazionale

«Punto di partenza sarà l’Europa, a partire dall’accordo, già firmato insieme ad altri 18 atenei europei, per presentare un progetto pilota sul campus europeo».

Ai giovani restituire senso identitario e di appartenenza

«Dobbiamo restituire ai giovani senso di appartenenza, l’orgoglio di far parte di un ateneo prestigioso, attivando dinamiche positive con la città. La prossima settimana mi confronterò con il sindaco Romizi e con le altre istituzioni».

Verifica di mandato

«Non sarà un’università chiusa in se stessa, ma aperta e pronta a confrontarsi con la società. Penso a una verifica di mandato, dopo i primi tre anni, per valutare obiettivi raggiunti e quelli mancati».

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