Valanga sull’Hotel, sono 21 i morti

Nella notte tra martedì e mercoledì il bilancio è cambiato. Di Alessandro Riccetti, il giovane ternano ancora intrappolato nell’albergo, non si hanno notizie

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Salgono a 21 le vittime rintracciate all’interno dell’Hotel Rigopiano di Farindola. Nella notte tra martedì mercoledì sono stati individuati altri tre corpi senza vita. L’ansia e la paura, per Alessandro Ricetti, il giovane ternano sepolto sotto le macerie, aumentano

Il vescovo «Sono momenti di grande angoscia e sofferenza. Quello che possiamo fare noi ora è soltanto pregare il Signore perché intervenga con la sua misericordia per salvare quella povera gente. Tra loro c’è anche un ternano, Alessandro Riccetti, le nostre preghiere servano anche a dare forza alla sua famiglia». Il vescovo di Terni Narni Amelia, padre Giuseppe Piemontese, ha voluto ricordare così, martedì, la tragedia che si sta consumando a Farindola, sotto le macerie dell’hotel Rigopiano.

La fidanzata Alle preghiere si aggiunge anche la fidanzata di Alessandro – Isabel – sul proprio profilo Facebook: «Amici, per favore e per tutto quello che è più sacro…. pregate più… quando si riprenderà, intendo ringraziare in tutte le chiese e faccio quello che ho promesso a Dio… ma aiutatemi nelle preghiere, io credo, ma Sono debole…. per favore, pregate! Dio ha parlato e io credo… per favore, pregate!».

I SOCCORRITORI AL LAVORO – IL VIDEO

Il bilancio Purtroppo le notizie che arrivano dall’Abruzzo non traquillizano: sono ormai 21 i corpi senza vita individuati all’interno dell’Hotel Rigopiano, travolto della valanga nel pomeriggio di mercoledì. L’inchiesta è aperta. Il magistrato Cristina Tedeschini conferma: l’indagine in corso è per disastro colposo e omicidio plurimo. Non ci sono persone indagate direttamente, ma potrebbe essere solo questione di tempo.

SI LAVORA SENZA SOSTA – IL VIDEO

Le ricerche Lunedì, intanto, è passato. Il giorno in cui Alessandro Riccetti – il giovane ternano che risulta tra i dispersi dopo che la valanga, mercoledì scorso, ha travolto l’albergo Rigopiano nel quale lavorava – avrebbe potuto festeggiare il 33simo compleanno, è trascorso nel consueto scenario. soccorritori al lavoro e nessuna notizia.

TECNICHE ALL’AVANGUARDIA – IL VIDEO

I tre cuccioli

I cuccioli L’annuncio del ritrovamento di tre cuccioli ancora in vita, dato dai vigili del fuoco, aveva fatto riaccendere le speranze, perché- visto anche lo straordinario impegno messo in campo dai soccorritori – non si può fare altro che sperare, e pregare. I tre cuccioli di pastore abruzzese, nati il 4 dicembre scorso e figli di Nuvola e Lupo, i due cani dell’hotel Rigopiano che erano scampati alla valanga, sono stati trovati vivi nel locale caldaia dell’hotel distrutto. I soccorritori hanno dovuto abbattere un muro per salvarli.

I CUCCIOLI VENGONO PORTATI IN SALVO – IL VIDEO

L’ipotesi spaventosa Nelle ultime ore, intanto – dopo le polemiche sui possibili ritardi nel riconoscimento del rischio – emerge l’ipotesi che l’hotel Rigopiano possa essere stato costruito sopra colate e accumuli di detriti preesistenti compresi quelli da valanghe. Lo testimonierebbe la mappa Geomorfologica dei bacini idrografici della Regione Abruzzo – realizzata fin dal 1991 – poi ripresa e confermata nel 2007 dalla mappa del Piano di Assetto Idrogeologico della Giunta Regionale. I documenti sono stati evidenziati dal Forum H2O Abruzzo. In pratica il resort sarebbe stato costruito su resti di passati eventi di distacco provenienti dal canalone sovrastante la montagna.

ALESSANDRO FRA I DISPERSI: «L’ATTESA LOGORA»

Alessandro Riccetti

Alessandro Riccetti Un ragazzo pieno di voglia di fare, dedito agli affetti più cari ma al tempo stesso intraprendente. Così giovane ma con alle spalle numerose esperienze di lavoro in strutture ricettive del territorio e anche all’estero, forte di una padronanza delle lingue maturata durante gli studi e affinata con il passare degli anni. Sono le parole scritte dalla zia di Alessandro su Facebook – «Tutto questo è inumano» – a testimoniare, se mai ce ne fosse bisogno, quanto sia pesante e doloroso sopportare una situazione come questa. Tantissime le testimonianze di vicinanza e affetto che in queste ore giungono ai familiari del ragazzo, segno ulteriore di quanto sia apprezzato e benvoluto, al pari dei suoi cari.

L’ultima foto di Alessandro Riccetti

L’ultima fotografia L’ultima sua immagine risale più o meno alle 16 di mercoledì. Poco prima che la valanga travolgesse l’hotel Rigopiano. Alessandro Riccetti l’ha invita, via Whats App, alla fidanzata in Brasile. Poi, su di lui, oltre ad una montagna di neve, è calato il silenzio. Il giovane vive con la madre Antonella, la nonna materna e i due fratelli in un appartamento del quartiere Cardeto, a Terni. Il padre, un ex dipendente Ast, è scomparso circa dieci anni fa causa una terribile malattia.

L’albergo distrutto

Il dramma 120 mila tonnellate di neve, pietra e detriti. Che si sono abbattuti ad una velocità di circa 100 chilometri orari sull’hotel Rigopiano di Farindola. Questo è quanto avvenuto mercoledì secondo i carabinieri del servizio Meteomont. I militari hanno stabilito che il fronte di distacco della massa nevosa ha una larghezza di 500 metri e una lunghezza di 250 metri, con uno spessore di due metri e mezzo: alla partenza la valanga pesava 40-60 mila tonnellate, ma precipitando a 100 chilometri l’ora ha raggiunto lo stesso peso di 4.000 tir a pieno carico.

ALTRE PERSONE ESTRATTE VIVE DALLE MACERIE – IL VIDEO

Il bilancio Ad oltre quattro giorni dalla tragedia il bilancio ufficiale è di 8 dispersi, 9 persone tratte in salvo e 21 decedute, l’ultimo corpo senza vita – quello di una donna – è stato individuato lunedì pomeriggio dai vigili del fuoco. Alessandro Riccetti è tra quegli 8 dispersi.

GLI ULTIMI SALVATAGGI– IL VIDEO 

Il miracolo I soccorritori continuano a lavorare senza sosta nel tentativo di raggiungere e recuperare le persone che ancora mancano all’appello. Mano a mano che il tempo passa, però – ormai sono passate più di 90 ore dal momento in cui la valanga ha travolto l’albergo, le speranze in un miracolo si affievoliscono. Una certezza, però, c’è: «Si lavora fino a quando ce n’è bisogno», ha detto il capo dipartimento della Protezione vivile, Fabrizio Curcio.

Aggiornamenti a seguire

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