Vertenza Ast: «Via ad un percorso comune»

Incontro tra Regione, istituzioni locali e sindacati: «Il ministro Di Maio convichi urgentemente il tavolo nazionale, serve un acquirente di garanzia»

Condividi questo articolo su

Individuare un soggetto acquirente che abbia le caratteristiche di operatore industriale ed internazionale del mercato dell’acciaio e che sia in grado di offrire adeguate garanzie in merito alle proprie capacità finanziarie e commerciali: Regione, istituzioni locali e sindacati fanno fronte comune e dettano le loro priorità in merito alla questione della vendita dell’Ast di Terni, al centro del tavolo convocato per lunedì 9 luglio dalla presidente Marini in concomitanza con il ‘pressing’ sul ministro dello sviluppo economico, Luigi Di Maio. Alla riunione a palazzo Donini, oltre alla stessa presidente, erano presenti anche il vicepresidente della Regione e assessore allo Sviluppo economico Fabio Paparelli, il sindaco di Terni, Leonardo Latini, il presidente della Provincia di Terni, Giampiero Lattanzi, i segretari regionali e provinciali confederali e di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Fismic, Usb, le rappresentanze sindacali unitarie di stabilimento.

Paparelli, Marini, Latini

Timori accresciuti «La strategicità del sito integrato di Ast nell’ambito della politica siderurgica nazionale – hanno convenuto tutte le parti – rappresenta una assoluta ed irrinunciabile priorità, a maggior ragione all’indomani dell’accordo societario Thyssen Krupp-Tata, e delle dimissioni del ceo di TK Heinrich Hiesinger». Un elemento, quest’ultimo, che come ha evidenziato la stessa presidente non fa che aumentare l’incertezza, nel caso specifico in merito agli interlocutori che dovranno essere interpellati in prospettiva della vendita. Per questo nessuno dei partecipanti al tavolo ha nascosto il fatto che le preoccupazioni già espresse in passato siano aumentate, sia riguardo ai contenuti ed agli impegni dell’accordo del 3 dicembre 2014, sia rispetto all’annunciata prospettiva di vendita di Ast.

Le condizioni «Per questo – è stato ribadito – assume una importanza fondamentale l’immediata convocazione del tavolo nazionale su Ast presso il ministero dello sviluppo economico (convocazione già richiesta nei giorni scorsi dalla presidente Marini, ndr), anche per conoscere quale sia la posizione del Governo italiano rispetto alle future politiche industriali per il settore siderurgico». In quella sede deve essere quindi ribadita non solo la strategicità del sito Ast, ma deve anche essere sottolineata «la difesa delle attività produttive del sito; la necessità che venga individuato un soggetto acquirente che abbia le caratteristiche di operatore industriale ed internazionale del mercato dell’acciaio e che lo stesso soggetto sia in grado di offrire adeguate garanzie circa le proprie capacità finanziarie e commerciali» .

Nuove sollecitazioni A detta di istituzioni ai vari livelli e sindacati, si tratta «di condizioni imprescindibili per la tenuta e lo sviluppo della capacità produttiva ed occupazionale delle acciaierie. In questo quadro tutti i soggetti si sono impegnati a riproporre con la massima urgenza all’attenzione del Governo e del parlamento le questioni emerse nell’incontro a palazzo Donini. Con la consapevolezza che la questione Ast si va ad intrecciare con altre che – vedi Ilva e Piombino – riguardano più nel complesso la situazione complessiva della siderurgia nazionale.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli