L’ex Ternana Ulivieri: calcio, tifo e politica

Video – ‘Tra fascismo e neofascismi. Un filo nero nella storia italiana’: il numero 1 dell’Aiac parla del passato da Fera, di tessera del tifoso e dell’attualità. Con ‘invito’ a Mattarella

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L’evento

‘Tra fascismo e neofascismi. Un filo nero nella storia italiana’. Questo l’appuntamento organizzato venerdì pomeriggio – rientra nell’ambito degli eventi per la Festa della Liberazione del 25 aprile – da Anpi e Cgil alla sala dell’Orologio del Caos per parlare a 360 gradi di calcio e cambiamenti politici: tra gli ospiti anche il numero uno dell’Associazione italiana allenatori, Renzo Ulivieri, tecnico della Ternana in serie B nell’annata 1978-1979 (Gianfranco Tiberi presidente, c’erano in campo Pietro Biagini, Poerio Mascella, Sileno Passalacqua, Piero Volpi e Gabriele Ratti, tra i più noti) e del Perugia due stagioni dopo. L’allenatore di San Miniato ha toccato molti punti nel suo intervento, parlando anche del suo trascorso da ‘Fera’.

Ulivieri a Terni

L’evento

A moderare la discussione Marco Vulcano, segretario generale Flc-Cgil di Terni). Con lui Angelo Bitti (storico Anpi Terni), Valerio Marinelli (storico), Stefano Vergine (giornalista e scrittore) e Andrea Palladino (‘penna’ de L’Espresso e La Stampa). Si sa, Ulivieri non si tira indietro quando parla di politica e così è stato, sia nel legame con il calcio che in generale. «Il mondo del calcio – le parole del toscano – dovrebbe essere autonomo dalla politica, chiaro che ci sono leggi dello Stato cui adeguarsi: è inserito in un contesto sociale ed economico. C’era una legge, la 91, il governo la sta cambiando, vediamo ciò che accadrà. Politica attuale? Viviamo in una Repubblica dove c’è una Costituzione e dobbiamo portargli rispetto: sappiamo da dove è nata e le origini. Quando la politica non c’è e non rispetta è un grave errore».

Renzo Ulivieri

La serie C, i tempi con la Ternana ed essere tifosi

Amarcord rossoverde e non solo: «La serie C è un campionato difficilissimo. Ha avuto mille problemi – il parere di Ulivieri sul momento odierno della categoria – e la classifica viene modificata per eventi extrasportivi: questa Federazione sta cercando di mettere mano, abbiamo ritrovato una situazione di grande affanno e credo che i prossimi tornei avranno altri tenori rispetto a questo. Il calcio degli anni ’70 e ’80? C’era l’amore per la Ternana. Subimmo una squalifica per quattro domenica per un’invasione di campo. La tifoseria si compattò e ci salvammo, era un ritrovarsi e si creò uno spirito intorno alla squadra». Capitolo a parte per i supporter: «Noi eravamo contrari alla tessera del tifosi come Aiac, ci hanno dato ragione. Essere tifosi oggi è un impegno ed il senso della giornata è questo: abbiamo il dovere di essere prima cittadini e poi supporter».

Mattarella, la ‘violenza non seria’ e l’invito per tirata d’orecchie

Meno edulcorato invece Ulivieri quando ha puntualizzato la propria posizione nel corso del dibattito nella sala dell’Orologio: «Vorrei che il presidente della Repubblica usasse ‘violenza’ non seria nei confronti di ministri – nel mirino c’è Matteo Salvini in primis – che hanno giurato. Il 25 aprile li prendesse per un orecchio e li portasse a calci in culo a fare il loro dovere. Dovremmo sollecitare questo, farci promotori, nell’idea fondamentale di essere dalla parte del giusto».

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