Yogurt scaduti, bufera sulle mense di Perugia

Il caso arriva in Procura. Dopo le denunce dei genitori, su impulso dello stesso ministro della Salute erano partiti i controlli dei Nas: trovato pane con la muffa

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L.P.

Che quello delle mense fosse un tema caldo per le amministrazioni comunali umbre era fuori da ogni dubbio. Che lo fosse fino al punto che, ad appena un anno dall’esternalizzazione del servizio, la questione finisse sul tavolo della magistratura però forse non se lo aspettavano in molti.

Controlli A far decollare i controlli da parte dei Nas in tutta Italia era stato il ministro della Salute in persona, Beatrice Lorenzin, per verificare il rispetto delle clausole contrattuali previste dai capitolati d’appalto in merito alla rispondenza dei menù, la qualità merceologica, la corretta conservazione degli alimenti somministrati e per prevenire qualsiasi tipo di illecito e contrastare qualsiasi eventuale forma di corruzione.

Illeciti Rispetto agli anni precedenti, i controlli sono addirittura raddoppiati, passando dai 758 del 2014 ai 1.525 del 2016 in tutto il paese e hanno portato a riscontrare 405 procedure di non conformità, rispetto alle 179 di due anni prima, 63 segnalazioni all’autorità giudiziaria e circa 21 strutture chiuse. Da Milano a Palermo, passando anche per le isole, il nucleo antisofisticazione dei carabinieri ha riscontrato che, nella maggior parte dei casi, si sono verificate frodi in pubbliche forniture, commercio di alimenti nocivi, alimenti in cattivo stato di conservazione e inadempienze di vario genere, riscontrando notevoli carenze igienico strutturali

WagueA Perugia E così dalle segnalazioni dei genitori alle proteste, con tanto di assemblee infuocate, i Nas a Perugia hanno avviato i controlli per verificare la «somministrazione di alimenti pericolosi per la salute pubblica», quali cosci di pollo contenenti frammenti ossei, prosciutto cotto e frittata contaminati da staffilococchi, yogurt scaduti e pane ammuffito. Al termine delle indagini sono stati contestati illeciti amministrativi per circa 15 mila e cinquecento euro.

Comitati Eppure i genitori che, da più di un anno, organizzano assemblee pubbliche e tentano di dialogare con l’amministrazione, oggi preferiscono non commentare. «Non siamo sorpresi, sapevamo che erano in corso delle indagini – si azzarda a dire qualcuno – ma ora vogliamo capire chi è indagato e per quale motivo. Che la qualità del cibo sia risultata di gran lunga inferiore a quando erano gli stessi genitori ad occuparsi dell’acquisto delle derrate alimentari per i pranzi dei ragazzi a scuola è sotto gli occhi di tutti. Ci sono dei problemi, vogliamo capirci di più». Evidentemente le loro denunce hanno sortito un qualche effetto, anche se non da un punto di vista politico.

Nuovo bando? Già quanto emerso dopo i controlli dei Nas, infatti, «getta una luce davvero inquietante per la salute dei nostri figli, che risultano palesemente riconducibili alla manifesta mancanza di attenzione e rispetto verso gli utenti del servizio stesso». Il campanello d’allarme, per i genitori, è suonato sin da quando si sono accorti che, nonostante le criticità sollevate a partire dal tavolo paritetico, spesso non sono state aperte le procedure di non conformità come previsto. E ora cosa farà il Comune? Per il nuovo anno scolastico non è ancora stato attivato un nuovo bando lasciando supporre una proroga, anche per il 2016 e il 2017, al raggruppamento d’aziende guidato dalla All Foods.

Sindaco Nessun allarmismo da parte dei genitori, dunque, decisamente insoddisfatti per come è stato gestito il servizio di refezione scolastica e per l’atteggiamento tenuto dalle istituzioni, a partire dai dirigenti degli uffici fino ad arrivare all’assessore alla scuola Wagué e al Sindaco «che, dopo mesi di latitanza, è tornato a farsi vedere in pubblico a partire dal consiglio grande dello scorso 18 maggio. Come mai tanta premura, forse sapeva qualcosa?» ipotizza il comitato dei genitori.

La nota Tanto che le associazioni dei genitori e i comitati mensa «esprimono grande preoccupazione per i fatti rilevati dal pm Cicchella e per la situazione che si è venuta a determinare riguardo il servizio mensa rivolto alle scuole dell’infanzia e primarie della città. In conseguenza di ciò, hanno già chiesto con massima urgenza un incontro con il sindaco. Quanto emerso dalle indagini dei Nas descrive una situazione allarmante e che comunque è stata scoperta anche grazie alla tenacia e alla costanza dei genitori che hanno continuato a controllare e a segnalare. Ci auguriamo che possa essere fatta piena luce sulle responsabilità, laddove ve ne saranno, e che presto vengano attuate tutte le misure necessarie a prevenire altri fatti gravi, come quelli già riscontrati. Auspichiamo, inoltre, una chiara presa di posizione da parte del Comune e ribadiamo la richiesta già fatta fin dal mese di aprile di bandire subito una nuova gara, istituzionalizzando una volta per tutte il ruolo dei genitori, che per oltre trenta anni hanno gestito gli acquisti e che devono pertanto essere coinvolti a monte nell’organizzazione del servizio, nella selezione dei fornitori e a valle nei controlli».

Il Pd Sulla vicenda si registra anche la presa di posizione del Pd: «I timori espressi dai genitori dei comitati mensa stanno prendendo forma e corpo. Le indagini del Nas stanno portando alla luce situazioni di irregolarità nella gestione dei cibi somministrati nelle mense scolastiche. L’esternalizzazione dell’acquisto delle derrate ha ridotto la qualità del cibo somministrato e sta causando problemi anche a carattere sanitario. Dalla Listeria Monocitogenes agli Stafilococchi i rischi per la salute dei bambini sono altissimi. Pane muffito e yogurt scaduti fanno da contorno. Assistiamo addirittura alle grammature taroccate e ai residui di ossa e lische all’interno dei cibi. Ciò dimostra che le preoccupazioni dei genitori, riportate anche da noi all’interno delle sedi istituzionali, sono ampiamente fondate. Chissà se ancora la destra perugina inalbererà il motto “magna e sta zitto”. La cosa certa, per ora, è che a conclusione delle indagini ci sono tredici persone indagate a vario titolo di frode nelle pubbliche forniture e somministrazione di alimenti dannosi per la salute pubblica. A questo punto l’acquisto delle derrate da parte delle “madri ignote” e del controllo continuo e costante che precedentemente effettuavano i genitori si dimostra un sistema molto più sicuro, infatti negli anni passati mai si erano avuti problemi di questo tipo. La gestione dei servizi all’infanzia da parte di questa Giunta è a dir poco fallimentare: chiusura degli asili, licenziamento delle precarie storiche, esternalizzazione del servizio di acquisto delle derrate; tutto in ossequio alla commissione per la revisione della spesa e alle sue conclusioni dove si evince che le risorse impiegate per i servizi all’infanzia siano considerate spese superflue e sprechi. Vista la posizione di totale chiusura da parte dell’assessore al ramo crediamo che sia necessaria l’apertura di una fase nuova con interlocutori credibili e seri, interlocutori che siano in grado di confrontarsi con le associazioni dei genitori, i comitati mensa e con tutte le forze sociali e politiche della nostra città senza chiusure o politiche del muro contro muro che, finora, hanno fatto solo del male ai bambini utenti dei servizi all’infanzia. Il Sindaco stesso dovrebbe prendere coraggio ed uscire dal suo status di apatia per spiegare, all’interno delle sedi competenti, quale sia la sua posizione sui servizi all’infanzia. Finora la presunzione dell’assessore Wagué unita all’inerzia del Sindaco ha creato un combinato disposto che ha fatto precipitare la qualità dei servizi educativi della nostra città rendendo Perugia esempio negativo di gestione. Invitiamo pertanto il Sindaco a riferire nelle sedi opportune, sia in Commissione che in Consiglio, evitando la fuga e la latitanza che fin ora hanno contraddistinto la sua attività politico-istituzionale anche e soprattutto in un tema così spinoso come quello dei servizi educativi e all’infanzia».

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