Geotermia, questione torna in Regione

La proposta è di Eros Brega, presidente della prima commissione: una nuova relazione tecnica redatta dagli uffici della giunta

Condividi questo articolo su

«Una proposta il più possibile condivisa». E’ con questo auspicio che il presidente della seconda commissione dell’assemblea legislativa, Eros Brega, ha deciso che si tornerà a parlare di geotermia in Regione.

Relazione tecnica Lo ha annunciato durante una riunione lunedì mattina e la volontà è di inserire al primo punto dell’ordine del giorno della prossima seduta della commissione. Dopo vari approfondimenti ed audizioni, i consiglieri avevano infatti già ascoltato le perplessità dei sindaci e dei cittadini e le relazioni dell’azienda, ora si tornerà a discutere di geotermia sulla piana dell’Alfina anche alla luce di una circostanziata relazione tecnica predisposta dagli uffici della giunta regionale, illustrata dall’assessore e dai dirigenti che si sono occupati della questione.

Assemblea Per il consigliere Rometti, Socialisti riformisti, «è importante il ruolo dell’assemblea legislativa nella decisione finale», dal momento che, fino al mese scorso, nonostante dall’assemblea fosse emerso un parere negativo agli impianti di sfruttamento geotermico nei Comuni di Castel Giorgio, Castel Viscardo, Monteleone di Orvieto e Allerona, sembrava che dalla Regione fosse comunque partito il nullaosta per l’azienda.

Preoccupazioni Il fronte del ‘no’ all’impianto è piuttosto nutrito. Si va dai comitati dei cittadini residenti alla scienziata Fedora Quattrocchi e il professor Roberto Minervini dell’accademia nazionale Kronos. Le preoccupazioni, dunque, sono tante e sono suffragate da pareri tecnici raccolti dai Comuni tramite consulenze esterne affidate ad esperti, come quelle che sono state presentate giovedì mattina in Regione. Inquinamento delle falde, microsismicità connessa ai lavori, presenza del gas sotto la superficie, sono tutti elementi che preoccupano i sindaci dei Comuni coinvolti anche per una scelta che confligge con l’idea di sviluppo delle aree interne e con la vicinanza ad alcune zone protette.

Castel Giorgio Emanuele Fiorini della Lega ha invece espresso rammarico per non avere dato corso a un’audizione con l’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, sottolineando ormai come, sulla questione, «ognuno ha maturato una sua convinzione». Scettico e curioso, invece, il collega Valerio Mancini che ha affermato: «mi piacerebbe capire se le dimissioni del sindaco di Castel Giorgio siano ricollegabili anche, eventualmente, a questa vicenda».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli