Rifiuti, la Regione: «Comuni, accelerate»

Entro l’anno ‘porta a porta’ al 60% per tutti: l’ordine arriva dalla presidente Marini e dall’assessore Cecchini

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di L.P.

Accelerare. E’ questa la parola d’ordine contenuta nella delibera approvata lunedì scorso dalla giunta regionale dell’Umbria e illustrata giovedì pomeriggio nel corso di una conferenza stampa dalla Presidente della Regione Catiuscia Marini e dall’assessore all’ambiente Fernanda Cecchini.

Umbria Regione differenziata Marini Cecchini 2Differenziata L’obiettivo, per il 2016, è di portare l’Umbria a raggiungere il 60% di raccolta differenziata in tutta la regione. Un obiettivo ambizioso, se si pensa che sul tutto il territorio le percentuali sono disomogenee: nell’Ati 1 è al 51,4%, nell’Ati2 al 60%, nel 3 al 43,4% mentre nell’Ati 4 al 39,4%. Terni, infatti, molto più che Perugia, arretra, con una percentuale che nel 2014 si è attestata al 43,2%, così come Assisi, Spoleto, Amelia e Orvieto stanno in fondo non superando neppure la soglia del 40%.

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Marini rifiutiObiettivi Dal 31,3% del 2009 al 50,6% del 2014, e che si accompagna a un sensibile calo della produzione di rifiuti pro capite (da 556 kg/abitante nel 2009 a 508 kg/abitante nel 2014), gli obiettivi di lungo periodo mirano a raggiungere il 65% entro il 2017 e una quota non inferiore al 72,3%.

La delibera Proprio per arginare questa grande disomogeneità la Regione ha deciso di mettere alle strette i comuni e costringerli ad adottare il porta a porta come, tra l’altro, previsto dal piano regionale di gestione dei rifiuti modificato nel 2014 e approvato lo scorso anno. «L’obiettivo è raggiungibile, oggettivo e applicabile – ha confermato la Presidente Marini – come dimostrano i risultati conseguiti già oggi in comuni anche di grandi dimensioni e la media regionale che già supera il 50 per cento». Per cui entro il 31 marzo, tutti e 92 le amministrazioni comunali del territorio si dovranno adeguare, dovranno redigere un piano contenente le modalità di attuazione del porta a porta. In caso di inadempienze, scatteranno i poteri sostitutivi della Regione, che nominerà un commissario ‘ad acta’ per far predisporre il piano. Entro giugno, invece, il servizio dovrà essere completamente riorganizzato.

L'inceneritore Aria Acea di Terni

L’inceneritore Aria Acea di Terni

Tariffa puntuale La Regione punta anche alla sperimentazione della tariffa puntuale quella, cioè, che consente la quantificazione dei rifiuti differenziati per ogni singolo cittadino che paga in base a quanto differenzia. «Sul punto – ha spiegato la Marini – attendiamo la normativa nazionale in materia, ma siamo pronti a sostenerla anche finanziariamente, aiutando i comuni, in vista di una migliore qualità della raccolta».

L’Auri La Regione punta anche ad accelerare i tempi per l’Auri, l’autorità umbra per i rifiuti e il sistema idrico, già istituita con decreto nel settembre 2015 che dovrebbe andare a sostituire i quattro ambiti territoriali soppressi con la legge regionale 11 del 2013. A tutt’oggi, però, i Comuni non hanno ancora insediato i propri organi, «anche in questo caso abbiamo stabilito un tempo massimo – ha proseguito la Presidente – per cui se entro i primi di febbraio le amministrazioni non procederanno sarà la Regione a provvedere con proprio atto all’insediamento e alla costituzione degli organi dell’Auri».

L'impianto di Terni Biomassa

L’impianto di Terni Biomassa

La strategia «Stiamo lavorando – ha proseguito la Presidente – affinché l’impiantistica che a tutt’oggi è tutta privata o partecipata pubblica sia sostenibile per l’Umbria, di fondo c’è un obiettivo strategico di superare il conferimento in discarica, anche in linea con gli indirizzi dell’Unione europea. L’obiettivo sarà raggiungibile sia attraverso il porta a porta, sia con una riorganizzazione dell’impiantistica, rendendola più adeguata, sia anche attraverso il processo di selezione e di produzione del Css».

I numeri Con queste quote della differenziata dovrebbero scendere anche le quantità di rifiuti prodotti. Ad oggi circa il 50% per cento dei rifiuti finisce in discarica su un totale di 484 mila tonnellate prodotte nel 2014. «Aumentando la raccolta differenziata contiamo di abbattere questa quota almeno della metà, quindi circa al 25 per cento in meno». È il concetto di economia circolare dell’Unione europea che prevede, per il 2030, un quantitativo massimo del 10% di rifiuti da conferire in discarica La comunicazione ai cittadini, verrà presa in carico dai singoli comuni e dagli organi predisposti dall’Auri, al fine di arrivare ad una comunicazione efficace e precisa ai singoli utenti su come fare, correttamente, la raccolta differenziata.

Comuni Cambia anche il meccanismo nel rapporto tra Regione e comuni che diventano, quindi, protagonisti di questa ‘rivoluzione’. La Regione si occupa dell’organizzazione, il fulcro operativo di tutto il piano diventa, infatti, l’amministrazione comunale cui dalla Regione arriva l’invito a riappropriarsi della governance sui rifiuti, nell’ottica di semplificazione e del superamento della frammentazione attuale. «I comuni devono fare la loro parte – ha ribadito l’assessore Cecchini – ma con un altro passo. Una buona raccolta differenziata aiuta a scongiurare, ulteriormente, la necessità di un nuovo inceneritore».

Inceneritore Dopo la conferenza Stato Regioni di mercoledì, la Marini è tornata quindi a parlare dell’ipotesi di un nuovo impianto di incenerimento in Umbria, come previsto dal decreto governativo detto ‘Sblocca Italia’. «Non c’è coerenza – ha detto la Presidente – soprattutto dopo l’approvazione di questa delibera, tra la previsione impiantistica che fa il governo nazionale e i dati di programmazione della regione. Abbiamo chiesto al ministero dell’Ambiente di rivedere questa previsione, alla luce delle argomentazioni tecniche, prima ancora che politiche, che la regione adduce. Ma vedo molto improbabile che il governo riesca a imporsi sulla contrarietà delle amministrazioni locali».

 

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