Terni, amianto all’Ast: ora è scontro

Dura replica dei sindacati al consigliere regionale Andrea Liberati (M5S) che li aveva ‘invitati’ a verificare le condizioni di lavoro

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L’invito a verificare se all’interno degli impianti Ast di Terni vi siano materiali composti da amianto, fibre e fibrocemento, è stato tutto fuorché gradito. Tanto che i sindacati provinciali dei metalmeccanici lo hanno rispedito al mittente – il capogruppo M5S in Regione Andrea Liberati – con tanto di ‘ricevuta di ritorno’, definendolo «fuori luogo e strumentale».

Dubbio-amianto Liberati, dopo aver lanciato il sasso sulla questione ‘scivolo-amianto’ che avrebbe potuto interessare circa trecento lavoratori durante la drammatica vertenza dell’autunno 2014 – ma su cui il ministero ha fatto marcia indietro, sollevando dubbi e sospetti – aveva ‘sollecitato’ i sindacati a verificare le reali condizioni dello stabilimento, insinuando come – forse – non proprio tutto fosse ‘a regola d’arte’.

«Noi in regola» La risposta delle segreterie provinciali di Fiom, Fim Uilm, Fismic e Ugl non si è fatta attendere: «In merito alla sollecitazione pervenutaci tramite fax da parte di un consigliere regionale, nella quale si richiede un intervento immediato all’interno del sito Ast allo scopo di verificare presenza di amianto, intendiamo precisare che come organizzazioni sindacali, incluse le rappresentanze unitarie (Rsu) e i rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza (Rsl), abbiamo sempre adempiuto, nel corso di questi anni, agli obblighi di legge assegnati, nel rispetto delle normative vigenti e delle norme contrattuali. Intendiamo proseguire su questa strada, a difesa della salute dei lavoratori e dell’ambiente nel quale essi operano».

‘Si precisa’ «Al consigliere regionale (mai nominato dai sindacati nella nota unitaria, ndR) intendiamo ricordare e precisare che non spetta a noi il ruolo di ispezione e verifica, in quanto è di competenza degli organi preposti a svolgere questa funzione. Ricordiamo che è in essere il ‘protocollo sulla sicurezza’ voluto dalle organizzazioni sindacali che ha istituito il ‘Noi’ (Nucleo operativo integrato, ndR) che oltre alle funzioni di tutela dei lavoratori, ha anche un ruolo di verifica, ispezione e controllo che deve essere esercitato dagli enti firmatari del protocollo che ne fanno parte».

L’attacco Poi però, dopo le spiegazioni, partono le ‘bordate’: «Come sindacati riteniamo il sollecito a noi fatto fuori luogo e strumentale, in quanto le ‘istituzioni pubbliche’ hanno piena facoltà e diritto di chiedere, tramite segnalazione o denuncia alle strutture preposte, la verifica di quanto richiesto». L’invito a verificare viene, in sostanza, ‘ribaltato’: «Le istituzioni pubbliche – si legge nella nota unitaria – dovrebbero loro stesse svolgere un ruolo di controllo e verifica a tutela dei lavoratori e dei cittadini, invece di scaricare su altri inefficienze o incapacità nello svolgere il proprio ruolo e la propria funzione. A fronte di ispezioni, verifiche e di eventuali anomalie segnalate dagli organi competenti – aggiungono le segreterie provinciali dei metalmeccanici – interverremo repentinamente per risolvere il problema emerso, nel rispetto delle normative e con l’obiettivo di tutelare ambiente, salute e sicurezza di tutti i lavoratori».

Chiarezza Dopo le ‘bordate’, i sindacati si dicono comunque «disponibili, a fronte di richieste di incontro specifiche, a chiarire con le istituzioni tutte, nel rispetto dei ruoli, delle funzioni e delle responsabilità, eventuali inesattezze emerse in questi giorni e a dare le delucidazioni necessarie, con serietà e concretezza come è nostro costume».

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