Terni, Eskigel: epilogo annunciato in anticipo

Una mail inviata a dicembre dal presidente dimissionario, resa nota da Andrea Liberati (M5S), metteva sull’avviso: ma è stata ignorata

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Il ‘caso’ era emerso quando umbriaOn – subito dopo l’epifania – aveva denunciato la esternalizzazione di alcune lavorazioni, da parte della Eskigel. Ma il fuoco covava sotto la cenere da almeno un mese.

L’annuncio Visto che ai primi di dicembre il presidente di Eskigel, Gabriele Listanti, aveva lanciato un avvertimento imporante, ma che forse è stato trascurato: «Ho rassegnato – aveva scritto ai lavoratori – le dimissioni da presidente della società. Nei tanti anni in cui ho avuto la responsabilità della direzione della Eskigel uno dei valori ai quali mi sono sempre ispirato è stato quello di rispettare e difendere il rapporto fiduciario esistente tra tutti voi e la società cercando di tenere nella mass ma considerazione le vostre legittime aspettatve. Oggi una diversa e inconciliabile visione tra me e la direzione dell’azienda in tema di gestione del personale mi impedisce di continuare a far parte della Società».

I bilanci A rendere noto il testo della comunicazione è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, secondo il quale «stando ai bilanci, Eskigel macina tuttora utili multimilionari grazie alla straordinaria visione industriale dell’ex titolare e di quelle stesse famiglie di lavoratori oggi offese, persone che, negli anni, hanno costruito un patrimonio produttivo unico in Italia, capace di produrre ed esportare alimenti di qualità in tutto il mondo. Un vanto per l’Italia intera».

La protesta Per Liberati, che preannuncia una manifestazione di protesta davanti ai concelli di Eskigel, «quello che sta accadendo rappresenta per tutti noi una vergogna assoluta. E soprattutto un precedente gravissimo: per il M5S si tratta di un caso nazionale. Contro tutto questo, contro una simile deriva, dimostreremo assai presto in loco e in ogni sede a lorsignori che ancora esiste un popolo attivo, capace di difendere diritti e tutele». Quello che colpisce, però, è anche il fatto che, per un mese, nessuno abbia fatto parola di quanto stava per accadere.

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