‘A. Moro’ e ‘C. Battisti’: «La situazione è davvero insostenibile»

Famiglie riunite per affrontare le problematiche che stanno vivendo i bambini. Era stata invita anche la preside, ma la professoressa Principato non ha partecipato

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di Fra.Tor.

«Affrontare le problematiche che stanno vivendo i nostri bambini, e di conseguenza le famiglie, nei plessi ‘A. Moro’ e ‘C. Battisti’ e dell’insostenibile situazione che ci troviamo ad affrontare in veste di genitori con la ripresa del nuovo anno scolastico». E’ stato questo il tema dell’incontro organizzato sabato mattina – nei giardini antistanti la scuola e nel rispetto delle normative anti-covid – dal comitato dei genitori, ai quali era stata invitata anche la preside. Purtroppo la professoressa Principato non ha partecipato e non ha quindi avuto modo di confrontarsi con le famiglie.

‘Terremoto- didattico’

«Dopo il ‘terremoto- didattico’ vissuto i primi giorni di scuola – raccontano Annarita Peppucci e Cristiano Manzoni, coordinatori del comitato – diversi genitori hanno già richiesto il trasferimento presso altre scuole pubbliche, e già alcuni bambini sono stati trasferiti in scuole private della città. In questi giorni abbiamo potuto verificare che tutte le varie problematiche che riguardano un inadeguato layout organizzativo degli spazi messo in atto dal dirigente scolastico previsto dal comitato tecnico-scientifico per la riapertura delle scuole. Nei due plessi non sono state rispettate le indicazioni che prevedono un distanziamento con rima boccale 100 centimetri, ma bensì 150, lasciando addirittura tra ogni fila di banchi 80 centimetri di corridoio. Non è previsto assolutamente questo distanziamento esagerato, ma va in deroga sui passaggi centrali con la modalità di ‘non passaggio’ delle insegnanti tra i banchi, laddove non ce ne fosse lo spazio. Premesso che i due plessi hanno delle aule mediamente grandi e soprattutto non ben proporzionate rispetto agli alunni iscritti, pensare di aumentare la rima boccale lo riteniamo una scelta progettuale poco felice. La scelta dello smembramento delle classi inoltre, ha creato un ulteriore bisogno di spazi, in quanto le ‘classi-figlie’ sono ben 10 in più rispetto alle 27 già in essere nei due plessi, quindi un totale di 37 classi. Questo ha portato, ancora ulteriormente alla problematica dell’organico insufficiente e all’orario scarsamente ridotto che i nostri figli stanno facendo, praticamente un giorno in meno alla settimana.

Lo smembramento delle classi 

Nel periodo che va dal 10 settembre all’11 ottobre, «il dirigente Principato, ha comunicato nella modalità più che tardiva, lo smembramento delle classi dove più bambini per ogni sezione dovrebbero convivere durante l’attività didattica. Dal punto di vista sanitario, la logica dell’aggregazione tra classi, classi madri e classi figlie per fascia di età, porterebbe ad un aumento esponenziale del rischio di formazione di cluster mettendo a rischio l’intera collettività. Facendo riferimento all’attuale problematica legata ai nuovi contagi, si rileva un maggior rischio legato ai soggetti asintomatici che possono presentare carica virale fino a 4-5 giorni prima dell’inizio dei sintomi. Questo porterebbe un ulteriore problema in caso di un soggetto positivo covid, con conseguente messa in quarantena di ben 3 sezioni di bambini unitamente alle famiglie e agli insegnanti. In pratica è facilmente ipotizzabile una chiusura della scuola in tempi molto brevi. Il protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e la diffusione del covid redatto dal dirigente scolastico dell’istituto ‘Aldo Moro’ richiama il documento tecnico elaborato dal comitato tecnico-scientifico approvato il 28 maggio 2020. Il documento, nella parte riferita al layout delle aule destinate alla didattica, recita ‘ciascuna istituzione potrà definire, in virtù dell’autonomia scolastica, modalità di alternanza/turnazione/didattica a distanza proporzionata all’età degli alunni e al contesto educativo complessivo’. Non ipotizza aggregazione tra classi, ma bensì il metodo più indicato è la chiusura in ‘classi-bolla’. Interpellata da noi la dottoressa Adami Cecilia, dirigente medico virologa, sulla questione ha risposto che dal punto di vista epidemiologico la scelta della preside va contro ogni logica igienico sanitaria. L’obiettivo di ridurre al massimo i casi Covid tra gli alunni e gli insegnanti, si ottiene solo riducendo al massimo i contatti tra gli stessi. La migrazione degli studenti periodicamente e alternativamente da una classe ad un’altra, espone i bambini alla possibilità di contagi tra più classi e tra i contatti esterni dei singoli componenti delle singole classi (genitori, nonni, amici, figure dell’ambito sportivo frequentate dai bambini, ecc.)».

Drastica riduzione dell’orario scolastico

Secondo il comitato dei genitori, la «drastica riduzione dell’orario scolastico, conseguente alla prima decisione di smembramento in quanto il personale organico a disposizione non è più sufficiente, avviene nel mancato rispetto del patto formativo scuola-famiglia e del regolamento di istituto. L’orario predisposto porterebbe ad un calcolo totale di 847 ore anziché 1.026, e alla domanda come potremo recuperare le ore perse, il dirigente scolastico ha già risposto che non ha previsto recuperi. Alle famiglie non è stato mai resa nota alcuna comunicazione relativa alla modifica del calendario scolastico. Abbiamo inoltre richiesto copia delle delibere degli Organi collegiali e copie dei verbali dei Consigli di istituto in quanto non pubblicati online. A riguardo siamo in attesa di ricevere risposta. Ad oggi, noi famiglie, consideriamo illegittima la riduzione dell’orario scolastico». Inoltre, i bambini costretti ad andare nella ‘classe-figlia’ con altre maestre, «sono costretti ad adeguarsi ad un metodo didattico nuovo rispetto alle loro maestre di appartenenza. Nei primi 3 giorni di scuola già abbiamo riscontrato una grande diversità di metodi adottati dalle singole insegnanti e programmi non allo stesso livello, soprattutto in virtù dei mesi di didattica a distanza da cui gli alunni e gli insegnanti provengono che non ha permesso a tutti di essere allo stesso livello del programma didattico. Ad oggi, ogni mattina nelle classi-figlie ruotano gli insegnanti delle classi 5° sulle classi 2° o viceversa, dalla ‘Battisti’ e alla ‘Aldo Moro’ e viceversa, penalizzando ovviamente il programma didattico che non risulta essere quello delle classi di origine. In pratica 1 settimana al mese i bambini rischiano di essere parcheggiati nelle cosiddette classi-figlie, problema ulteriore che si aggiunge alla diminuzione dell’orario».

La delocalizzazione delle aule

Infine, i genitori ricordano che per «la delocalizzazione delle aule in una nuova sede, la direzione scolastica ha richiesto una nuova sede al Comune di Terni. Per questi le famiglie si potrebbero ritrovare la problematica di una difficoltà nel raggiungere la nuova sede, oltre a quelle che hanno due bambini iscritti nello steso plesso e che ora potrebbero trovarsi a vederli separati con le relative problematiche di ingresso-uscita. Ogni problematica evidenziata, è a nostro avviso difforme da quanto stabilito nel patto formativo di corresponsabilità. Un vero e proprio contratto tra le parti (scuola-famiglia) in cui ognuno si impegna a rispettarne i termini».

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