«A Terni inflazione più alta della media italiana. Il Comune deve interrogarsi»

Cosmina Ioan del circolo Pd Ferriera interviene sui temi economici: «L’amministrazione può porsi micro obiettivi territoriali»

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di Cosmina Ioan
Circolo Pd Ferriera – Terni

Inflazione galoppante in Umbria e in particolar modo a Terni, con prezzi al consumo uguali o più alti rispetto alla media nazionale nell’ultimo semestre del 2022, questo il trend degli ultimi mesi confermato dal comunicato dell’indice dei prezzi al consumo di dicembre 2022 del Comune di Terni.

L’associazione nazionale consumatori ha evidenziato che ad ottobre 2022 Terni è seconda per inflazione dietro solo a Perugia. L’indice dei prezzi al consumo fa registrare un +11,8% a novembre e +11,9% a ottobre, 0,50% sopra i dati nazionali. La percentuale preoccupante, ma anche attesa, è quella del +200% del costo dell’energia elettrica e dei combustibili, ma preoccupa anche il capitolo dei beni alimentari (+14% su base annua), con il prezzo del pane, dei cereali, del latte e delle carni che aumenta del 20%. Complessivamente è stato stimato un aumento della spesa di una famiglia con due figli di circa 3 mila euro annue.

Prendendo atto dell’aumento inflazione a livello Italia, vorremmo capire dove nasce questa anomalia umbra (i capoluoghi umbri sono le città italiane con un tasso di inflazione più alto) e in particolare della nostra città che è già oggettivamente in crisi, con una popolazione con un sempre più limitato potere di acquisto e con disponibilità economiche sempre minori (dato che i salari non crescono o crescono molto meno dell’inflazione) e dove i negozi di vicinato chiudono ad un ritmo preoccupante.

Dove nasce l’anomalia? L’amministrazione comunale sta analizzando questi dati o ritiene che siano del tutto normali? Sta controllando tutte le voci di spesa che formano il paniere dei prezzi per vedere quali tra queste escono dalla normalità? Vorremmo sapere le differenze che si riscontrano tra le rilevazioni nella grande distribuzione organizzata e nei negozi di vicinato e tra il centro e le periferie per cercare di capire cosa sta accadendo.

Non si tratta di una questione di poco conto perché un altro indicatore statistico, quello che rileva il benessere equo e sostenibile, sul quale si basano le politiche di programmazione dei governi italiani, in base a recenti pubblicazioni ufficiali ci dice che nel 2022 Terni è precipitata nel ranking al 54° posto tra i capoluoghi di provincia e al 72° prendendo in esame solo i dati sulla ricchezza ed i consumi. Il benessere equo e sostenibile (BES) è un insieme di indicatori che hanno lo scopo di valutare il progresso della società non solo dal punto di vista economico, ma anche sotto l’aspetto sociale e ambientale.

Con questa nota vogliamo sollecitare l’amministrazione comunale ad incrementare l’attività di monitoraggio e di controllo dei dati ISTAT e BES perché ora abbiamo la conferma di una vera e propria emergenza economica e sociale per la nostra città e per l’Umbria in generale. Rivolgiamo l’invito al Comune di Terni di iniziare ad utilizzare questi indicatori per l’individuazione ed il raggiungimento di micro obiettivi a livello territoriale, abbandonando un’irreale propaganda elettorale quanto mai lontana dalla percezione dei cittadini e magari aderire, come hanno fatto molti comuni italiani, alla rete dei comuni sostenibili. Una rete che persegue finalità civiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento di attività per la promozione delle politiche per la sostenibilità ambientale, sociale, culturale ed economica sulla base dei 17 obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite e dei 12 obiettivi del benessere equo e sostenibile.

Se è vero come è vero che il fine nobile della politica è il raggiungimento del benessere di tutti i cittadini è giunta l’ora di abbandonare l’autocompiacimento e di guardarsi intorno, di sentire e di capire come i cambiamenti del mondo si riverberano nella nostra regione, nella nostra città, nei nostri quartieri e iniziare ad agire.

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