Acquasparta, pitbull uccidono cagnolina e feriscono la padrona: «Non accada più»

Il fatto è accaduto domenica in via Amendola. Il pincher non ce l’ha fatta. La donna ha riportato morsi al braccio, escoriazioni e un trauma cranico

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di Federica Liberotti

Una tranquilla passeggiata a due passi da casa che rischia di trasformarsi in tragedia. A causa di due pitbull inferociti che aggrediscono una cagnolina e la sua padrona, uccidendo la prima e ferendo la seconda. È successo intorno alle ore 12 di domenica 14 novembre in via Giorgio Amendola, zona residenziale di Acquasparta, e a raccontare l’episodio è la stessa protagonista ancora sotto choc e provata. «Non è la prima volta che succede – dice -, ma deve essere anche l’ultima».

I dettagli dell’aggressione

La donna, 33 anni, è uscita con la sua amata pincher per portarla a spasso, quando improvvisamente si è vista correre incontro i due cani, fuggiti dal balcone di un’abitazione vicina, dopo un salto nel vuoto di qualche metro. «Il primo istinto – racconta – è stato quello di alzare la mia cagnolina, ma loro non hanno mollato la presa e a quel punto hanno puntato anche me, facendomi cadere a terra e sbattere la testa». Frangenti interminabili, in cui la 33enne ha cercato di divincolarsi in tutti i modi. È stato l’intervento di un signore con una spranga, sentite le sue urla, ad evitare il peggio. «Sono riuscita a rialzarmi e a fuggire, ma nel frattempo ho riportato tre morsi all’avambraccio destro e varie escoriazioni sempre nella parte destra del corpo» spiega ancora la giovane. Alla quale, raggiunto il pronto soccorso, è stato riscontrato anche un trauma cranico dovuto alla caduta, per una prognosi complessiva di sette giorni. La cagnolina, invece, dopo quattro giorni di agonia, non ce l’ha fatta. «Era con me da nove anni era e la consideravo come una figlia» dice la 33enne.

L’appello

Sul posto, nell’immediatezza del fatto, sono intervenuti i carabinieri forestali, poi la 33enne si è rivolta ad un avvocato. «Non oso immaginare – riflette la donna – cosa sarebbe potuto accadere se al posto mio ci fosse stato un bambino, ce ne sono molti che abitano in zona. Io stessa sono viva per miracolo. Storie come queste non devono più accadere, tanto meno sulle strade vicine alle proprie case dove ci si dovrebbe sentire al sicuro». Poi lancia un appello «alle coscienze di tutti». «Spero che si prendano più in considerazione queste cose, perché non devono più accadere. Non è accettabile. La colpa non è degli animali, ma dei padroni che non sono in grado di gestirli. Non mi fermerò – conclude – finché non vedrò che sono stati presi provvedimenti».

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