Anziani e solitudine: «Basta. Fare squadra»

Luigino Mengaroni dello Spi Cgil prende spunto dai recenti fatti di cronaca e propone. «Le persone non sono fardelli di cui disfarsi»

Condividi questo articolo su

di Luigino Mengaroni
Segretario provinciale Spi-Cgil Terni

Luigino Mengaroni

Anziani che muoiono in completo abbandono a Terni. Non sotto i ponti, bensì accanto ad altri esseri umani, vicini di porta. D’estate è una notizia, d’inverno accade lo stesso. Probabilmente d’estate i fatti sono più scarni, per questo magari c’è più spazio per parlarne. Poi finisce tutto lì. Pare tipico delle grandi metropoli, invece no, qui a Terni, dove la nostra comunità diventa incapace di capire cosa le accade. Una comunità che invecchia sempre di più, che emargina sempre di più chi invecchia. Autosufficiente o meno, in particolare se debole economicamente.

Abbiamo cercato in questi anni di porre all’attenzione dei nostri amministratori, la politica tutta, la questione dell’invecchiamento della propria comunità. Una partita che, se non governata nella giusta maniera, rischia, e già lo è per alcuni versi, di minare il futuro per intere generazioni, di sconquassare un welfare già in parte compromesso. Quindi questione sociale dirimente che sfugge dall’agenda politica di chi oggi è chiamato ad amministrare proprio le nostre comunità.

Insieme a questo oggi l’emergenza è come salvare materialmente la vita, quel poco o tanto di futuro che rimane, ai tanti anziani, che per mille motivi della vita, sono rimasti soli. Spesso con problemi di salute e povera pensione. Uomini e tante donne anziane. Rimasti senza alcuna rete di protezione familiare e sociale. Oppure con parenti, anche di primo grado, che si girano dall’altra parte.

È un obbligo, morale e civile della nostra comunità, farsene carico? È un obbligo dei nostri amministratori, di qualsiasi sensibilità politica e di qualsiasi ente, affrontare e trovare una sintesi a questo dramma sociale che coinvolge tanti nostri cittadini? Penso di poter rispondere di sì. Provo a fare qualche piccola proposta in merito.

È possibile un censimento dei tanti, anziani uomini e donne, che vivono da soli nella città di Terni? Si può mettere a sistema tutta la ricca rete di associazioni di volontariato presente in città che si occupa di persone anziane, cercando di monitorare e coprire il più possibile i quartieri, anche i più periferici, senza che ognuno curi solo il proprio spazio di attività? Si possono mettere in relazione i volontari dei tanti centri sociali per anziani, presenti nel territorio, dando loro anche responsabilità di vicinato? Si può di nuovo pensare di decentrare nei quartieri spazi di intervento per cui gli anziani diventano protagonisti attivi e non solo, magari, solo sopportati? Si può interagire con la presenza, preziosa e capillare, delle parrocchie ternane come uno dei presidi di quartiere?

A chi spetta tutto questo? Occorre una cabina di regia capace e autorevole. Spetta, io credo, a chi amministra la comunità dare risposte in questo senso. Con senso civile, politico e morale. Per rispondere a questo grande senso di solitudine e tristezza che investe oggi la parte più fragile di noi ma in generale fotografa appieno lo stato della città; per dare risposte concrete a migliaia di persone, oggi anziane e sole, una volta ricchezza della nostra comunità. Oggi, pare, solo un fardello di cui disfarsi. Con l’augurio che sull’argomento si apra una discussione. Noi siamo pronti con le nostre proposte.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli