«Art Bonus e cultura, Orvieto ferma al palo»

Vergaglia (M5S) polemica con l’amministrazione: «Manca una governance capace, troppi conflitti d’interesse»

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«Che fine hanno fatto Art Bonus e mecenatismo?»: a chiederselo è Lucia Vergaglia, capogruppo del Movimento Cinque Stelle al consiglio comunale di Orvieto, a detta della quale nel campo della cultura e della valorizzazione dei beni artistici «incuria, incapacità e possibili profili di conflitto di interesse hanno segnato troppi anni della politica cittadina».

Tanti flop La consigliera comunale ne ha per tutti, senza distinzione di colore politico. «E’ incredibile – scrive in una nota – che nonostante il cambio da un’amministrazione di centrodestra ad una di centrosinistra, e nonostante il cambio dei due assessori di Germani, la politica culturale e di tutela e valorizzazione dei nostri beni monumentali, museali e naturali sia rimasta pressocché identica e per nulla convincente. Innanzitutto la quasi inesistente partecipazione ai bandi europei, alle call internazionali ed alle proposte di intervento filantropico delle fondazioni private e questo, nell’anno europeo del Patrimonio Culturale brucia, e molto. Poi c’è la questione delle scelte di fondo e della governance dei beni materiali e dei cosiddetti asset immateriali, cioè di tutte quelle unicità che hanno o potrebbero avere valore in presenza di una politica culturale».

Il museo ‘diffuso’ Secondo la Vergaglia queste scelte hanno fatto perdere ogni chance di accedere all’Art Bonus e lasciato senza destinazione d’uso, ad esempio, un bene come l’ex ospedale, portando dall’altro lato ad investire tempo, risorse ed energie nel cosiddetto ‘museo diffuso’ Orvieto Vie, «un autentico flop».«E’ emblematico – continua la pentastellata – che un bene pubblico sia così sottoutilizzato da non creare, ma neppure comparire nella comunicazione. Non è stato ricompreso in un sistema integrato attrattivo sul tema della civiltà etrusca. Non sappiamo neppure se sia mai stato visitato dalle scolaresche dell’orvietano o sia considerato una delle gite ovvero dei viaggi d’istruzione. Ci chiede a cosa sia servito un tale dispendio e investimento di risorse a parte indurre la sensazione che a piazza del Popolo pedonalizzata si sta facendo un qualcosa di non meglio specificato e dunque misurabile per la cultura e quindi la valorizzazione della città».

Le disattenzioni Di fronte all’immobilismo delle amministrazioni, segnala ancora la consigliera, a muoversi sono i privati. «Hanno fatto incetta di quelle che sarebbero dovuti essere segni identitari del territorio – scrive – come ad esempio “L’Orvietàn”, marchio registrato da un privato, nell’assoluta disattenzione dell’amministrazione cittadina che ne ha perso i diritti, che replica la definizione del famoso farmaco elettuario nato ad Orvieto e diffuso nelle corti reali di tutta Europa del diciassettesimo e diciottesimo secolo». Quanto al mecenatismo, anche «l’assenza di ogni partecipazione a bandi di fondazioni od enti culturali è del tutto illogica, manca di ogni nesso con la realtà moderna, una forma di autarchia che corrisponde solo al lasciare chiuse le porte ed inaccessibili i beni, le collezioni e gli archivi, rischiando anche il loro deteriorarsi nel tempo e nell’incuria. In tutto questo nessuna discontinuità tra l’ex assessore Martino e l’attuale assessore Cannistrà. Tutta la politica culturale cittadina delegata di fatto all’associazione Te.Ma. e con essa risorse ed immobili».

L’affondo Alla fine arriva l’appello al sindaco Giuseppe Germani: «Forse ci siamo cullati sugli allori di tre anni, dico tre anni, di Giubileo un’occasione unica che capita una volta ogni molte generazioni e che entrambi i sindaci, Concina e Germani, non hanno saputo trasformare in valore durevole nel tempo. A questo, purtroppo, non c’è più rimedio e bisogna andare oltre. Ci dica il sindaco di oggi – conclude Lucia Vergaglia – se vuole governare il bastimento Orvieto o lasciare la barra ai nocchieri della Te.Ma. perché se così fosse ci deve spiegare anche l’utilità dell’assessore alla Cultura, che piace sicuramente ad alcuni salotti cittadini ed alle associazioni che si dichiarano impegnate nella valorizzazione e nella diffusione culturale che, però, si sono guardate bene dal criticarla od anche solo dal chiedere cosa stia facendo visto che siamo nella più totale assenza di risultati e di una programmazione condivisa e divulgata. Batta un colpo Germani, ci faccia sapere se Orvieto è quella del tutto bene madama la marchesa o finalmente può fare uno scatto in avanti».

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