Il Covid-19 ha stravolto il mondo dei trasporti delle persone e delle merci in tutta Europa. Se a marzo il trasporto su gomma si è praticamente paralizzato con il rischio di seri problemi di fornitura di beni essenziali a industrie e consumatori, oggi la situazione non sembra migliorata. L’80% delle merci in Italia viaggia ancora su camion. Un’emergenza che induce inevitabilmente a considerare come fondamentale il potenziamento del traffico su rotaia, per garantire sicurezza negli approvvigionamenti, oltre all’intrinseco beneficio che consiste nel minor impatto ambientale.
Scelta in controtendenza
Non è un caso che negli ultimi mesi aziende leader del settore logistico stiano trasferendo molte merci su ferrovia. In Umbria ne è un esempio Acciai Speciali Terni che ha incrementato nell’ultimo periodo la quota di spedizione via treno al 60%, contro una media nazionale che si ferma al 5%. In pratica ad oggi il 60% dei prodotti di Ast viaggia su rotaia, invece che su gomma, contenendo così i costi dei trasporti e le emissioni inquinanti nell’ambiente.
Un percorso che parte da lontano
L’intuizione di sperimentare nuove soluzioni è nata durante il primo lockdown, un anno fa, quando la chiusura delle frontiere e le difficoltà generalizzate nel reperire camion hanno determinato problemi rilevanti nel trasporto merci. Per questo Aast ha deciso di incrementare sia in Italia che all’estero il trasporto ferroviario e il trasporto intermodale, ovvero una modalità di movimentazione delle merci che combina due o più mezzi di trasporto con l’obiettivo di ridurre gli spostamenti su gomma. Il lockdown in realtà ha solamente accelerato un’operazione iniziata già tempo prima, esattamente 4 anni fa quando l’azienda si fermava al 20% di merci trasportate via treno e quando ancora oltre 250 camion al giorno attraversavano Terni con il conseguente impatto sull’ambiente. Da qui era partita la sfida: utilizzare il treno per cambiare paradigma.
Il beneficio ambientale ed il ‘sogno’
Oggi Ast è arrivata al 60%, con quattro partner ferroviari, il prezioso supporto di RFI ed il sogno di un sistema integrato tra Ast, stazione di Terni, piastra logistica Narni, supportato da navette che operano fuori dal centro cittadino che porti l’azienda all’obiettivo ‘treno 100%’. Per capire l’importanza di questa ambizione, basta qualche numero: 25 tonnellate di acciaio trasportate via camion dall’Italia alla Germania muovono 2,61 tonnellate di Co2. In treno le tonnellate di Co2 scendono a 0,58, con un impatto che è pari a 1/5 di quello via camion.
Il ‘Taxi Train’
Oggi l’azienda è impegnata a trovare nuovi partner e a studiare la strategia migliore per gestire una nuova modalità di consegna in tutta Europa. In questa direzione sta sperimentando intanto un nuovo metodo, denominato ‘Taxi Train’, ovvero la possibilità di gestire ogni vagone del treno singolarmente. Se è sempre un treno intero a partire da Terni, i singoli vagoni possono prendere invece diverse destinazioni, proprio come fossero dei camion, con il vantaggio di una considerevole flessibilità. Questa modalità operativa su cui Ast sta scommettendo, ha il doppio vantaggio di ridurre l’impatto ambientale da un lato, aumentando competitività generale e sostenibilità dall’altro.
Le tratte principali
Intanto nuove tratte sono state sviluppate: per il trasporto verso i clienti dell’area Lombardia è stato attivato un servizio di trasporto ferroviario su una piastra logistica in area Milano, con ultimo miglio via strada. Per i trasporti esteri è stato applicato lo stesso principio, individuando una piastra logistica in Olanda (Maastricht) per i clienti dell’area Benelux e, novità degli ultimi mesi, due rotte verso Polonia e Ungheria. Infine per i grandi clienti tradizionalmente serviti via ferrovia attraverso la piastra logistica di Piadena, i cui volumi si sono mantenuti su buoni livelli, è stato attivato un raddoppio delle tracce normalmente utilizzate. Un risultato importante, se si considera che l’obiettivo dell’Italia è di arrivare al 30% nel 2030, mentre Ast ha già raggiunto il 60%.