Ast, il Pd interroga il ministro Di Maio

Terni, il passo dopo l’annuncio di fusione tra Tk e Tata: «Il Governo vigili». Intanto spunta il nome di un possibile acquirente

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A tre giorni dall’annuncio della fusione tra ThyssenKrupp e Tata, una ‘matrimonio’ che avrà i suoi effetti anche sull’Ast, qualche prima reazione della politica inizia a muoversi: martedì è stata presentata alla Camera un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, per chiedere lumi sul futuro dell’acciaieria di Terni. A sottoscriverla i deputati umbri Pd Walter Verini (primo firmatario) e Anna Ascani, oltre al capogruppo Graziano Del Rio. Ma intanto emergono anche le prime indiscrezioni sui possibili prossimi acquirenti.

TK-TATA, SINDACATI: «RIATTIVARE IL TAVOLO DEL GOVERNO»

Walter Verini

L’appello a palazzo Chigi «Preso atto che la costituzione del nuovo soggetto ha escluso Ast dal nuovo perimetro industriale – scrivono i due deputati umbri nel loro atto -, intendiamo portare all’attenzione del Governo una vicenda che pone seri interrogativi sulle prospettive del compendio produttivo di Terni. Con questa azione si intende accompagnare lo sforzo delle istituzioni e delle forze sociali affinché il Governo attivi un monitoraggio costante sulla vicenda ed assicuri che gli assetti proprietari garantiscano la messa in sicurezza del futuro di questo sito industriale, della sua capacità produttiva e dei suoi livelli occupazionali. Il fatto che anche il capogruppo Del Rio abbia sottoscritto questa nostra richiesta al Governo dimostra il rilievo e l’attenzione che il Pd pone su una vicenda che ha un valore nazionale oltre che regionale».

Anna Ascani

Il ruolo del Governo Nell’interrogazione gli esponenti del Pd sottolineano che «come per la vicenda dell’Ilva di Taranto, è evidente la convinzione degli ultimi governi che ribadiamo ancora alla luce della guerra commerciale sui dazi in corso, circa l’esigenza di considerare l’acciaio e i relativi stabilimenti e processi produttivi come ‘interesse strategico nazionale’, coniugando l’obiettivo di rendere compatibile produzione e ambiente, migliorare e innovare la qualità delle produzioni e tutelare la buona occupazione». Di fronte ad una eventuale proposta di acquisizione nei confronti dell’acciaieria ternana, a detta dei tre firmatari dell’interrogazione, «si renderebbe quindi necessario un intervento del Governo con finalità di guida, sorveglianza e garanzia della continuità produttiva e dei livelli occupazionali, un intervento quindi che affidi, una produzione così strategica, a scelte svincolate dalla volubilità dei mercati e da iniziative imprenditoriali estemporanee e che sia invece inquadrata in una logica di concertazione».

Voci sull’acquirente Al ministro Di Maio viene infine chiesto «quali siano le intenzioni del Governo per assicurare che i futuri assetti proprietari, relativi ad un impianto di rilevanza strategica nazionale, garantiscano la messa in sicurezza del futuro di questo sito industriale, della sua capacità produttiva e dei suoi livelli occupazionali». Fin qui i primi atti ufficiali della politica, dopo la richiesta anche da parte sindacale di ripresa del tavolo governativo. E sempre da fonti sindacali si azzarda già qualche ipotesi su che fine potrebbe fare la Business area Materials, di cui Ast fa parte: l’acciaieria potrebbe rimanere sempre in mani tedesche, visto che a rimbalzare è il nome del rivenditore di acciaio Kloeckner, colosso del commercio mondiale, già cliente di viale Brin. Si vedrà, l’impressione è che di nomi, da qui a quando la cessione sarà realtà, ne gireranno diversi.

Parla l’Usb Intanto dopo la nota unitaria di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl, sulla questione fusione e sul primo rimbalzo di voci sui possibili acquirenti interviene anche l’Usb. Il sindacato di base spiega in una nota che  «non accetterà mai che Terni continui ad essere vittima degli interessi tedeschi e si opporrà con forza e determinazione ad ulteriori scelte scellerate che comporteranno ulteriori ridimensionamenti del sito siderurgico ternano» . La riorganizzazione mondiale delle produzioni siderurgiche «impone delle scelte completamente diverse da quelle assunte in passato», secondo l’Usb, che punta il dito contro «il ruolo dell’Unione Europea» , che tende «con evidenza a privilegiare il centro economico tedesco a discapito delle periferie produttive, come l’Italia». «Come organizzazione sindacale – continua la nota sindacale – ci attiveremo immediatamente, coinvolgendo le istituzioni locali a partire dal neo sindaco di Terni, per richiedere l’apertura di un tavolo ministeriale, poiché Ast Terni deve diventare immediatamente una questione nazionale».

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