Ast, la tensione si respira anche a Pasqua

Dentro, la messa del vescovo e il bilancio roseo dell’ad Burelli. Fuori dai cancelli, le rsu e i sindacati a ribadire ciò che non va

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di F.T.

Una domenica delle Palme, quella celebrata in Ast, caratterizzata da una tensione latente. Fra chi è rimasto ai cancelli della fabbrica – le Rsu e le segreterie dei metalmeccanici – per fare volantinaggio e a donare uova di cioccolato e chi, all’interno – i vertici aziendali – al termine della funzione religiosa presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese, ha spiegato che le cose vanno più o meno a gonfie vele.

Ciò che non va a gonfie vele è, comunque, il rapporto fra i sindacati – ed anche una nutrita parte dei lavoratori, viste le prime reazioni delle assemblee convocate dopo la trattativa sull’integrativo – e l’azienda di viale Brin. Non una novità, certo, ma nella giornata dedicata alla riflessione ed alla ‘pace’, i primi hanno trovato l’occasione per ribadire che non è il momento di stringersi bonariamente le mani.

TROTTI (RSU FIM CISL): «TANTI PROBLEMI APERTI» – VIDEO

Il volantinaggio delle rsu, accompagnato dalla donazione delle uova – «un gesto che vale dieci volte più dell’elemosina dell’azienda sull’integrativo», commenta duro un delegato – ha riportato l’attenzione sui temi ‘caldi’. Pur riconoscendo i risultati economici di bilancio, le rsu di Ast pretendono chiarezza sui futuri assetti societari, sulla procedura di cessione annunciata a settembre dal Ceo di Tk, sulle azioni concrete che l’azienda dovrebbe attuare per ristabilire relazioni sindacali proficue e per incidere su organizzazione del lavoro, problematiche sociali, ambiente, salute e sicurezza. Ovvero il 100% dei nodi da tempo al pettine.

Cosa dice l’azienda Su questi aspetti l’ad di Ast Massimiliano Burelli, la sua, alla stampa, l’ha detta (VIDEO). Poco sulla protesta in occasione della messa, che non deve aver affatto gradito, qualcosa in più sulle prospettive di cessione, sul progetto di recupero delle scorie, sui presunti debiti con Asm e sui ‘famigerati’ 6 milioni di euro redistribuiti fra il management e che rappresenterebbero uno dei principali motivi di attrito nella fin qui statica trattativa sull’integrativo.

CESSIONE, SCORIE, INTEGRATIVO: PARLA L’AD DI AST, BURELLI – VIDEO

Il ricordo di Gianluca All’interno del reparto meccanica della Divisione fucine, il luogo della celebrazione, di quelle tensioni non ce n’era quasi traccia. Nella sua omelia monsignor Piemontese ha ricordato come l’acciaieria sia «la seconda cattedrale della città, luogo simbolo di lavoro e di creazione, ma anche di morte come accaduto all’operaio Gianluca Menichino». Al termine della funzione, Massimiliano Burelli ha sottolineato come l’azienda – a due anni dal suo arrivo a Terni – sia oggi «un modello internazionale riconosciuto e apprezzato». L’ad ha parlato anche di «pieno raggiungimento degli obiettivi di bilancio» e di «rilancio e creazione di un’organizzazione più condivisa, innovativa e in grado di coinvolgere tutti».

Sicurezza e dazi Qualcosa in più, invece, deve essere fatto sul fronte della sicurezza: «È il primo obiettivo per noi e le nostre famiglie. Oggi, molto più di ieri, le situazioni di potenziale pericolo vengono prontamente segnalate. Ma non possiamo abbassare la guardia, perché in fabbrica i rischi ci sono e tutti dobbiamo operare per ridurli. Fino all’obiettivo-zero per quel che riguarda gli incidenti sul lavoro». Passaggio iniziale anche sui ‘dazi incrociati’ e le tensioni internazionali: «L’Ue non deve scendere nella ‘guerra commerciale’ che gli Usa, con il loro protezionismo, rischiano di scatenare. A rimetterci sarebbe l’intero comparto dell’acciaio europeo, ma anche gli stessi cittadini statunitensi. Servono accordi e intese serie: occorre mantenere un dialogo che è già in essere».

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