Ast, positivo al Covid addetto ditta esterna

Terni – L’azienda di viale Brin: «Scattati i protocolli di sicurezza. In corso di valutazione eventuali misure per il personale»

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Un dipendente di una ditta esterna fornitrice di Ast – che svolge attività presso il sito di viale Brin, a Terni – è risultato positivo al coronavirus. «Ast – riferisce l’azienda – ha prontamente informato il prefetto di Terni e si è resa disponibile per consentire la completa valutazione dell’evento e garantire la più ampia collaborazione e coordinamento con l’autorità sanitaria competente».

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«Piano di sicurezza in atto»

«Tutte le attività necessarie per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori – prosegue la nota – sono state messe in atto e ogni figura aziendale, dotata di un compito preciso secondo il piano di emergenza Ast in caso di contagio Covid-19, è stata avvisata. Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) è in costante contatto con il medico competente, il dirigente delegato dell’area coinvolta e il datore di lavoro di Ast, nonché con il titolare della ditta fornitrice, per seguire l’evoluzione della situazione».

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Misure in corso di valutazione per il personale

Ast fa poi sapere che «in via prudenziale sta valutando e ponendo in essere ulteriori misure volte a garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori, nel rispetto della normativa applicabile. Sin dall’inizio dell’emergenza Covid-19 – afferma l’azienda – Acciai speciali Terni ha lavorato a stretto contatto con le autorità locali per rispondere in modo proattivo alla situazione di emergenza e preservare la salute di tutti i suoi dipendenti. Questo è accaduto non solo adottando le misure ministeriali e regionali, ma anche incrementando in autonomia gli interventi previsti. In quest’ottica, Ast ha introdotto in stabilimento una serie di misure preventive che assicurano ai lavoratori la possibilità di operare secondo gli standard di sicurezza più elevati attualmente disponibili e garantiscono la normale continuità aziendale. La tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori rappresentano per Ast la priorità assoluta».

IL COMMENTO DEL SINDACO LATINI

La cronistoria

Secondo quanto appreso l’addetto sarebbe rientrato dalle ferie lo scorso 10 maggio, salvo poi riprendere a lavorare dall’11 al 14 di maggio. Il 15 di maggio si sarebbe posto in quaratena volontaria e i primi sintomi sarebbero comparsi fra il 17 ed il 18 maggio. L’esito del tampone – positivo – è invece emerso mercoledì 20 maggio. Alcuni dei suoi colleghi sono stati già posti in isolamento fiduciario dall’autorità sanitaria. Il contagio sarebbe avvenuto in ambito familiare.

La rsu: azienda convochi il comitato

Nel pomeriggio di sabato sulla vicenda è intervenuta la rsu di Ast, che chiede all’azienda una convocazione urgente del comitato per l’applicazione e la verifica delle regole di contrasto al Coronavirus. L’operaio della ditta esterna dalle informazioni raccolte dalla stessa rsu dalla direzione aziendale, nel rispetto delle norme sulla privacy, ha operato in Ast circa 10 giorni fa. «Sono inevitabilmente scattate tutte le procedure del caso in ottemperanza ai protocolli legislativi» precisa la rsu, che spiega di aver chiesto «che le verifiche debbano essere il più possibile approfondite e di estendere a tutti i lavoratori, cosa più volte ribadita e mai accettata, i test sierologici o tamponi, soprattutto a coloro che hanno avuto un possibile contatto con il lavoratore interessato, partendo dal presupposto che siano state individuate tutte le dinamiche a riguardo». All’azienda i delegati di fabbrica imputano di generare «in modo approssimativo tensione tra i lavoratori tutti, in quanto non specifica né il luogo e né le aree di lavoro». «Inoltre – continuano – apprendiamo che sono state messe in campo tutte le attività necessarie per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. Ma l’azienda lo fa nella propria nota senza specificare nel dettaglio quale e quali altre azioni stia in via prudenziale valutando. Per questi motivi riteniamo che sia necessario essere convocati urgentemente come comitato, formalizzando tali procedure e condividere le azioni da porre in essere. Solo così facendo – conlude la rsu – si tutela la salute e la sicurezza dei lavoratori, contrariamente ad una generica nota stampa».  

Cosa prevede il protocollo Usl

Il protocollo in casi del genere prevede l’isolamento contumaciale e la sorveglianza attiva del soggetto da parte dei sanitari del dipartimento di prevenzione e del distretto di appartenenza del contagiato, che nello specifico dovrebbe aver contratto la malattia in ambito familiare. Al termine del periodo di isolamento vengono programmati due tamponi rinofaringei. Se presenta sintomi viene interessata dal medico di famiglia la Usca per la visita domiciliare. La Usl effettua l’indagine epidemiologica per tracciare i contatti stretti e monitorare le condizioni di colleghi e familiari. In ambiente sanitari viene sottolineato che viste le misure di protezione adottate, come mascherine e rispetto delle distanze, è improbabile il contagio nei luoghi di lavoro.

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