Trasferta a Cremona per i rappresentanti delle segreterie territoriali di Terni e nazionali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, che nella città del violino hanno incontrato martedì pomeriggio la proprietà di Ast, il presidente di Finarvedi, il cavalier Giovanni Arvedi, e il vice Mario Arvedi Caldonazzo, oltre all’ad di Ast Dimitri Menecali e al direttore del personale Giovanni Scordo.
Fim, Fiom e Uilm parlano di «primissime aperture e chiarimenti», ma avvertono che gli investimenti avranno un «orizzonte temporale più incerto» a causa del nodo energia e tornano a sollecitare un tavolo al Mimit, chiamando in causa anche la neo-governatrice Proietti. Anche per la Fismic «si è trattato di un passo importante verso un dialogo costruttivo», ma si guarda con attenzione agli sviluppi futuri.
«La proprietà ha di fatto confermato, ancora una volta – spiegano in una nota Fim, Fiom e Uilm -, la volontà di un piano di rilancio per Ast nella misura degli investimenti con però un orizzonte temporale più incerto legato alla soluzione del problema del costo dell’energia, annunciando proposte e interlocuzioni a livello istituzionale risolutive per giungere al più presto ad un accordo di programma che concretizzi le volontà della proprietà». Le tre segreterie territoriali hanno ribadito dal canto loro le ragioni che hanno portato allo sciopero del 19 novembre, «in riferimento alla indisponibilità di discutere il dettaglio del piano industriale e delle ricadute negative in ordine ai carichi e ritmi di lavoro».
Il cavalier Arvedi ha quindi espresso «la volontà di proseguire il progetto con una maggiore trasparenza e coinvolgimento dei lavoratori attraverso le organizzazioni sindacali che si dovrà attuare nei prossimi mesi in sede aziendale». Per i sindacati, «in un quadro di maggiore chiarezza, tuttavia rimangono alcuni nodi non sciolti e per questo serve la responsabilità e l’impegno di tutti i soggetti, a partire da quelli istituzionali. Il Mimit deve convocare il prima possibile le parti per verificare la fattibilità delle soluzioni che sono in capo e specificare i propri impegni. Chiediamo alla Regione dell’Umbria e alla neopresidente Stefania Proietti di valutare un incontro per verificare le azioni necessarie in ordine alle proprie competenze, coinvolgendo finalmente i lavoratori e le lavoratrici di Ast in tutte le istanze necessarie per conquistare gli investimenti utili a garantire il futuro degli occupati diretti e indiretti, del salario dell’ambiente, della salute, della sicurezza e di produzioni strategiche per il territorio e per tutto il Paese».
«Come Fim, Fiom e Uilm – concludono le tre sigle – vigileremo affinché ciascuno si assuma i propri impegni e le proprie responsabilità, consapevoli che queste primissime aperture e chiarimenti sono il frutto della rivendicazione dei lavoratori e delle lavoratrici i quali, come più volte ribadito da parte della proprietà, sono al centro del progetto che dovrà essere sostanziato con le azioni quotidiane, partendo dalle soluzioni alle criticità già espresse».
Ma il presidente Arvedi, durante l’incontro, «ha ribadito con forza un messaggio chiaro: il lavoratore è il cuore pulsante della fabbrica», spiegano il segretario nazionale della Fismic Confsal, Giovacchino Olimpieri, e il coordinatore dell’Ast, Marco Bruni, anche loro presenti all’incontro. «La centralità dell’operaio, asserisce Arvedi, non è solo una dichiarazione, ma un impegno concreto a garantire condizioni di vita dignitose e maggiori benefici economici per le famiglie. Questa visione sarà accompagnata da incentivi e da un miglioramento complessivo delle condizioni lavorative, che saranno resi possibili quando l’impianto avrà raggiunto livelli ottimali di manutenzione e produttività. Per quanto riguarda gli obiettivi aziendali, il presidente ha illustrato una strategia ambiziosa. La produzione di acciaio inox rimane il fulcro dell’attività, con l’obiettivo di raggiungere un livello di produzione tra caldo e freddi tali da rendere lo stabilimento leader in Europa».
Tuttavia, confermano Olimpieri e Bruni, «non mancano le difficoltà che l’azienda ha illustrato, tra cui costi energetici molto elevati, che penalizzano la competitività rispetto ai principali produttori europei, come Finlandia, Belgio e Inghilterra. Arvedi Ast punta però a diventare leader europeo nel settore, grazie a nuovi investimenti e a una strategia industriale orientata alla qualità e all’innovazione. Non sono mancati riferimenti alle strategie operative, come l’acquisto di bramme dall’lndonesia per abbattere i costi e il continuo focus sull’acciaio inox, che rimane centrale con una proiezione produttiva che superi i volumi attuali. Il miglioramento della manutenzione degli impianti e la disponibilità costante di pezzi di ricambio sono stati indicati come passaggi imprescindibili per il raggiungimento degli obiettivi produttivi».
Il presidente – riferiscono dalla Fismic – ha chiuso il confronto con un messaggio rivolto ai lavoratori, sottolineando come il successo aziendale dipenda dallo spirito, dalla passione e dal desiderio che questi mettono quotidianamente nel proprio lavoro. «Quando un’azienda non va bene, non è mai colpa dell’operaio», ha dichiarato secondo i due sindacalisti. La Fismic Confsal spiega di valutare «positivamente l’apertura mostrata dall’azienda e seguirà con attenzione gli sviluppi futuri, mantenendo alta la priorità sulle condizioni dei lavoratori e sul rilancio dello stabilimento. Questo incontro – concludono Olimpieri e Bruni – segna un passo importante verso un dialogo costruttivo per il futuro di Arvedi Ast».
Per il vice segretario nazionale Ugl Metalmeccanici con delega alla siderurgia, Daniele Francescangeli, sono stati «numerosi i temi trattati che riguardano il rilancio del sito ternano e la tutela dell’occupazione, che ruotano purtroppo intorno a due punti: il caro energia e la concorrenza delle aziende cinesi e indonesiane che immettono nel mercato europeo prodotti a basso costo. Per cercare di contenere il prezzo dell’energia – spiega Francescangeli – anche il prossimo anno saranno utilizzate bramme indonesiane e per aumentare il quantitativo di laminati a freddo verranno effettuate manutenzioni, ottimizzando gli impianti con nuovi revamping con l’obiettivo di dare la massima sicurezza ai lavoratori. È stata chiesta la stabilizzazione degli interinali – aggiunge il vice segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici – e l’assunzione di nuovi lavoratori. Nello specifico il dottor Caldonazzo si è reso disponibile alla nostra richiesta di fornire dati per intraprendere un percorso unitario e risolvere, in ambito nazionale e soprattutto europeo, il problema del caro energia. Il percorso per l’accordo di programma, che rimane prioritario, verrà ripreso dopo l’insediamento della nuova giunta regionale. Il bene e il futuro degli operai ternani e il rilancio del sito sono l’obiettivo inderogabile del cavaliere Arvedi».