Ast: «Vendita segua processo trasparente»

Bruni (FdI): «Serve un confronto permanente a palazzo Chigi, integrità sito e produzioni sono valore assoluto»

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di Marco Bruni
Dirigente provinciale di Fratelli d’Italia Terni per le politiche industriali

Le notizie che in questi giorni si susseguono in ordine alla vendita di Acciai Speciali Terni, meritano un commento che sintetizzi l’esperienza che conduco all’interno dell’azienda in qualità di coordinatore sindacale di Ast ma anche di rappresentante delle istituzioni e responsabile provinciale delle politiche industriali di Fratelli d’Italia. Il campo che va sgomberato è quello per cui si tratti di vicende private dove il ruolo dei governi sia improprio.

La questione Acciai Speciali Terni, nelle sue diverse declinazioni proprietarie che si sono susseguite negli ultimi 40 anni è invece qualcosa che a pieno titolo attiene le politiche industriali nel nostro Paese che ospita, si fa per dire, un sito a ciclo integrale a riconosciuta qualità produttiva, con grande qualità professionale delle sue maestranze nonché forte capacità competitiva. Oggi lo scenario che ci si presenta non è un fulmine a ciel sereno ma il frutto di azioni perverse che hanno visto l’Ast al centro di manovre speculative, dove Terni ha progressivamente perso posizioni per mancanza di una politica industriale nazionale e della regia di un’Unione europea tutt’altro che garante degli interessi di tutti. Il mix di questi elementi ha nel corso degli anni inginocchiato il sistema economico, produttivo e sociale di Terni, dell’Umbria, ma più complessivamente dell’industria siderurgica presente nel territorio nazionale.

Oggi dopo un periodo in cui le incertezze sul futuro apparivano e scomparivano, la messa sul mercato dell’azienda da parte di ThyssenKrupp deve seguire un iter trasparente in tutti i suoi passaggi a partire dalla recente notizia che sarà la Jp Morgan a gestire la vendita di Ast. Non è pensabile che tutto avvenga all’insaputa dei lavoratori e delle istituzioni locali ed il nostro giudizio non può che essere negativo. Dove è il governo unico soggetto in grado di intervenire con autorevolezza in questa vicenda? Prenderà nota a cose fatte di ciò che è accaduto? È fondamentale che in qualsiasi tavolo si affermi il principio che l’integrità del sito e delle loro produzioni è un valore assoluto ed imprescindibile affinché Acciai Speciali continui ad essere competitiva.

Occorre aprire subito un luogo di confronto permanente, palazzo Chigi, che veda nell’ambito delle trattative di cessione un possibile intervento dello Stato attraverso la ridefinizione di strumenti di interventi pubblici che sostengano una rinnovata dimensione industriale del nostro territorio alla luce dei nuovi scenari. Una fase delicatissima, assolutamente decisiva in primis per il futuro economico e sociale di Terni e dell’Umbria, ma altrettanto per la parte più essenziale e caratteristica della siderurgia italiana.

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