Riceviamo e pubblichiamo la lettera – con video a corredo – di «una mamma preoccupata» il cui figlio frequenta l’istituto ‘Capitini’ di Perugia. Una segnalazione relativa allo stato ed al decoro dei servizi igienici che, speriamo, possa contribuire a migliorare la situazione attuale.
Egregia redazione di umbriaOn, voglio condividere con lei il video girato da mio figlio nei bagni dell’istituto Capitini di Perugia. Stando a quanto mi ha raccontato, il video non rende l’idea non solo della puzza (ovviamente) ma anche della vista.
L’obiettivo del cellulare non coglie lo squallore di quell’ambiente… anche se si vede benissimo in che condizioni è il bagno: tubature a vista, maniglie divelte, senza sapone, senza asciugamani, con lavandini stile dormitorio, col pulsante dello scarico rotto… e poi ragnatele, insetti, cumuli di polvere nel filtro di areazione… e le risparmio un altro spezzone in cui si vedevano dei resti all’interno del water.
Io sono rimasta allibita nel vedere le condizioni di quei bagni, utilizzati ogni giorno da centinaia e centinaia di ragazzi, dai nostri figli. Ma la cosa che più mi ha angosciato è che, parlando coi suoi amici, ho scoperto che è una cosa quasi ‘normale’, che in molte scuole è così.
Non ne faccio solo una questione di igiene, che pure è un aspetto importante, ma di accoglienza, di estetica. In che modo i nostri ragazzi potranno sentirsi invogliati ad andare a scuola, a sentirla come un luogo di crescita umana e culturale, se sono costretti ad andare in bagno in quei posti?
Come resisteranno ore ed ore nelle aule se (come mi è stato raccontato) le condizioni igieniche dei banchi, delle sedie, delle suppellettili lascia a desiderare e se persino l’odore non è gradevole. Chiunque avrebbe voglia di scappare via. Fisiologico che un adolescente non ami andare a scuola. Ma se la scuola ti accoglie in questo modo, come dar loro torto?
