Carcere Terni, Ugl: «Rischio infiltrazioni»

Struttura al massimo della capienza: 510 i detenuti, molti in alta sicurezza. «Stop al turismo carcerario»

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di Roberto Perfetti
segretario regionale Ugl Umbria

In questi giorni, ritorna attuale, la questione dei detenuti As3 alla casa circondariale di Terni, è in atto un arrivo consistente di detenuti appartenenti ai più vari clan criminali fino a raggiungere il sold out dell’istituto. Una politica ministeriale unilaterale con la complicità della dirigenza ternana che non hanno coinvolto le parti sindacali, le esigenze del personale e hanno sottovalutato il rischio concreto di contaminazione per il territorio e non per ultimo il disagio per gli stessi detenuti costretti a vivere in condizioni non adeguate. L’Ugl fin dall’arrivo a Terni dei detenuti alta sicurezza non ha mai smesso di denunciare il problema dell’infiltrazione criminale.

In tre settimane da un totale di 480 detenuti circa, si è arrivati a più di 510 ospiti, raggiungendo il massimo di capienza nella sua storia e il riempimento indiscriminato non è ancora terminato. Una struttura ritenuta fatiscente e insalubre non può permettersi un’accoglienza del genere. Le risorse necessarie per permettere ai detenuti di lavorare per reinserirsi sono insufficienti, il personale esiguo e spesso ‘mobbizzato’ con lavoro straordinario eccessivo e non giustificato è irragionevole e denigrante come l’aspetto umano e sociale che i detenuti quotidianamente dovranno affrontare. Terni non merita questo, i lavoratori non meritano questo.

Il territorio, ormai inevitabilmente contaminato nelle sue falde con un radicamento stabile e continuativo, convive con un turismo carcerario settimanale dei familiari che riempiono gli alberghi e ‘strizzano’ gli occhi ad investimenti immobiliari insediandosi definitivamente in provincia. Un ‘benessere’ illusorio e malato frutto del malaffare che continuerà ad infiltrare Terni in maniera sempre più capillare. Chiediamo alle istituzioni di ogni grado di non sottovalutare il rischio per Terni e per la Provincia. No all’immigrazione clandestina e soprattutto no a residenze protette per i criminali.

Nel 2019 la guida della casa circondariale di Terni è cambiata e ci saremmo aspettati, come organizzazione sindacale, un cambio di passo. Noi siamo convinti che l’afflusso di componenti di organizzazioni criminali con la c maiuscola nel nostro penitenziario di Terni e dei familiari a seguito contribuiscano a rendere meno sicura la città, è un nostro dovere informare, denunciare ed invitare gli amministratori locali a non sottovalutare il fatto che la casa circondariale ormai è satura e priva delle risorse necessarie sia in termini economici che di personale addetto.

Noi condividiamo la preoccupazione del procuratore Liguori che negli ultimi mesi è stato l’unico ad affermare che Terni è «crocevia di traffici di stupefacenti provenienti da rotte internazionali» dove l’illegalità è diffusa e l’infiltrazione criminale non deve essere sottovalutata ma monitorata. Come organizzazione sindacale riteniamo opportune delle spiegazioni dalla direzione di Terni e chiederemo al più presto un incontro consapevoli che ognuno debba assumersi le proprie responsabilità su qualsiasi iniziativa.

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