Centri storici Umbria, affanno commercio

I dati per Perugia e Terni nel confronto dal 2016. Mencaroni: «Serve legge regionale per la rigenerazione urbana»

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«È urgente una legge regionale speciale per la rigenerazione urbana delle nostre città». L’allarme lo lancia il presidente di Confcommercio Umbria, Giorgio Mencaroni, e si basa sui dati resi noti giovedì dall’ufficio studi nazionale della confederazione sulla demografia d’imprese nelle città italiane: focus im particolar modo sui centri storici e l’affanno che stanno vivendo sia Perugia che Terni.

Perugia

Si parte dal capoluogo regionale. Trend negativo confermato: le imprese del commercio al dettaglio in centro sono diminuite del 5% – da 298 a 284 – dal 2016 al 2019. Lieve diminuzione anche per alberghi, bar e ristoranti con un -1%. Più larga la forbice se il confronto scatta dal 2008: imprese giù del 32% (erano 420 dodici anni fa), mentre per le strutture ricettive, bar e ristoranti c’è un -14,6%. In quest’ultimo caso i dati per le altre zone del territorio comunale sono di altro segno (+15%). «Alcuni di questi dati – sottolinea Confcommercio Umbria – sono confluiti nell’indice composto a cinque fattori mediante il quale l’ufficio studi ha misurato la ‘vitalità’ e il ‘potenziale declino commerciale’ dei 120 Comuni italiani esaminati, classificandoli nei due rispettivi gruppi. Perugia risulta tra questi ultimi».

Terni

Contesto simile con diminuzione sia nel centro storico che fuori. Le attività del commercio al dettaglio (zone centrali) sono scese dell’8% nel periodo 2016-2019 (da 364 a 334), mentre rispetto al 2008 il confronto parla di un -12%. Medesima percentuale – in negativo – per quel che concerne le imprese commerciali attive nelle altre aree comunali. «Gli alberghi, bar e ristoranti – sottolinea Confcommercio Umbria – hanno avuto un andamento contrario. Quelli operanti nel centro storico sono diminuiti del 4% nel periodo 2008 – 2019 (143 contro 137), mentre sono aumentati dell’8%, sempre nel periodo 2008 – 2019, le attività situate in aree diverse dal centro storico, che sono passate da 315 a 339».

Le priorità e la proposta

In tutto ciò Mencaroni mette in evidenza che «l’Umbria delle città e delle aree urbane che rinascono è una delle cinque priorità che abbiamo sottoposto lo scorso ottobre ai candidati degli opposti schieramenti in lizza per le elezioni regionali, in un’ottica di sviluppo dell’intera economia regionale. In questo momento i nostri uffici stanno lavorando ad una ipotesi di legge regionale speciale per la rigenerazione urbana, e al bando collegato. Su questi contenuti, Confcommercio Umbria chiederà presto un confronto con la presidente della giunta regionale Donatella Tesei. Quello della rigenerazione urbana delle nostre città deve essere un obiettivo di tutta la comunità regionale. Bisogna riportare vita, consumi, residenti e funzioni nei centri storici e nelle aree urbane, luoghi dove operano tante nostre imprese, che svolgono un ruolo essenziale di presidio e di servizio al territorio. Occorre adottare modelli di progettazione integrata e sistemica delle città con incentivi e servizi per ripopolare i centri storici di residenti e funzioni, per la riqualificazione delle periferie e per la rigenerazione sociale dei borghi».

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