Cesi: masso si stacca dalla montagna e sfonda il tetto di una casa. Strada interrotta: c’è l’ordinanza

Terni – Fortuna ha voluto che in quel momento nell’abitazione non ci fosse nessuno. Chiusa la ‘lunga’ di Cesi, edificio inagibile

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Parlare di ‘tragedia sfiorata’ può suonare banale ma non è affatto esagerato a giudicare dai danni causati dal pesante masso che, presumibilmente nella notte fra giovedì e venerdì, è piombato sopra un’abitazione di via della Lince, nei pressi di Cesi. Il blocco si è staccato dalla montagna sovrastante, piombando sull’abitazione in più parti. Quella più grande, insieme ad altre, è caduta nel giardino causando diversi danni. Un altro pezzo di roccia invece è finito proprio sul tetto della casa – composta da garage e due piani – sfondandolo e finendo sul pavimento della cucina. Fortuna ha voluto che l’anziano residente, un 80enne, non fosse presente in casa al momento del fatto: si trovava presso un parente per dare assistenza. Si è accorto di tutto nel pomeriggio di venerdì, quando è rientrato per innaffiare le piante. Lì ha scoperto il disastro e ha dato l’allarme.

Geologo in arrivo

Sul posto si sono portati i vigili del fuoco del comando provinciale di Terni, gli agenti della polizia Locale, gli ingegneri del Comune di Terni Federico Nannurelli e Marco Tomassini (Protezione Civile comunale). La casa – non si poteva fare altrimenti – è stata dichiarata inagibile e l’uomo dovrà trovare un’altra sistemazione temporanea. Lunedì spetterà al geologo incaricato dal Comune di Terni, svolgere un sopralluogo per capire da dove si sia staccato precisamente il masso e quali interventi debbano essere messi in atto.

Strada interrotta

Nel frattempo la polizia Locale in prima battuta, e quindi il servizio viabilità della Provincia di Terni con ordinanza dell’ingegner Marco Serini (LEGGI IL .PDF), ha provveduto a chiudere la strada provinciale 22 Carsulana. Tradotto: la ‘lunga’ di Cesi è interrotta dal chilometro 3+850 al chilometro 4+250, con il traffico quasi totalmente dirottato su percorsi alternativi, a partire dalla cosidetta ‘corta’ di Cesi. Ciò «fino al ripristino delle condizioni di sicurezza», nell’attesa di capire più precisamente l’entità del problema e gli interventi necessari. Misure, quelle messe in atto subito dopo la scoperta del fatto, motivate dall’esigenza di ridurre al minimo i rischi, nel timore di nuovi crolli.


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