Confartigianato Terni: «Economia tra rimpalli e polemiche fumose»

Per l’associazione delle imprese artigiane servono «proposte, scelte, risorse e conoscenza dei problemi». Mirino anche sulla Taric

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di Confartigianato Terni

E’ un fatto che la politica commerciale a Terni verta da decenni sulle aperture di centri commerciali che ormai assediano il centro città. Se non si vogliono inscenare fumose polemiche che servono solo a deresponsabilizzare tutti, occorre però riconoscere che la normativa attuale non prevede limiti e competenze di natura commerciale a questo fenomeno.

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Le competenze sono essenzialmente urbanistiche e i limiti che esistono sono sempre stati inutilizzati o addirittura volutamente non attivati da Comuni e Regione. Vedere valutazioni tecniche (VIA e VAS) sempre positive significa che non si fa concretamente alcuna valutazione, e infatti sono sorti centri commerciali che hanno nei fatti dimostrato un impatto negativo e generato flussi insostenibili sulle aree interessate, ma che avevano rigorosamente una preventiva valutazione positiva in sede di progetto. Così come è innegabile che anche tramite altri strumenti urbanistici e riforme la regione Umbria abbia favorito i cambi di destinazione facendo dilagare gli utilizzi commerciali e che l’attuale amministrazione regionale si muova all’interno di questa continuità.

Confartigianato Terni ha sempre rappresentato e sostenuto gli interessi legittimi degli associati dell’artigianato e del piccolo e medio commercio e questo ha determinato un confronto sempre orientato ai fatti e leale, anche se a tratti duro, sia con questa amministrazione comunale che con le precedenti e quindi non ha bisogno di fulminee conversioni sulla via di Damasco per accorgersi della gravità della situazione solo dopo che i danni sono stati fatti. Oggi che il commercio del centro città è sotto una ‘tempesta perfetta’ determinata dall’assedio dei centri commerciali, della crisi pregressa, della crisi Covid, dall’immobilismo nel campo della sviluppo economico in parte effettivamente determinato dal dissesto e in altra parte solo giustificato con l’alibi del dissesto, piuttosto che alzare polveroni occorre riconoscere la gravità del problema e finalmente agire. Più volte abbiamo denunciato, purtroppo in solitudine, che una serie di politiche, decisioni e omissioni, hanno reso il nostro territorio ostile all’attività d’impresa. Terni soffre una straordinaria crisi economica, demografica e sociale (crisi del Pil, emigrazione dei giovani, incidenza del disagio con la mancata realizzazione nel lavoro e col consumo di droghe): non ci sarà alcun rilancio e alcun benessere per le famiglie se non ricostruiremo le condizioni di competitività delle nostre imprese, soprattutto le medie e le piccole.

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Servono interventi immediati e idee chiare: occorre non perdere alcuna occasione per organizzare eventi di animazione del centro città soprattutto nei periodi in cui si allentano le restrizioni anti covid, invece una amministrazione che sembra più attenta agli avvicendamenti nelle poltrone assessorili che ai risultati, nel breve volgere di un rimpasto, ha soppresso il tradizionale e apprezzato cinema all’aperto e sembra aver fatto scomparire nel nulla la tanto pubblicizzata ‘estate ternana’. Occorre soprattutto liberare le imprese dal peso delle imposte e della burocrazia. Iniziamo col riequilibrare l’incidenza eccessiva e penalizzante della Taric sulle imprese, che discende sia da scelte locali (eccessivo sbilanciamento delle tariffe a scapito delle utenze non domestiche), sia dall’inerzia nel recepire le interpretazioni migliorative quando vanno a favore delle imprese, come avviene oggi sui conteggi delle metrature soggette a Taric.

Iniziamo col richiedere alle imprese pubbliche o partecipate che gestiscono i servizi utilities sul territorio una riduzione dei prezzi agli utenti basato su riorganizzazioni e incrementi della loro efficienza interna, invece di continuare ad assistere al tradizionale scaricamento automatico dei costi di struttura (spesso incontrollati) sull’utenza, in particolare quella non domestica. Iniziamo con un piano comunale di rilancio del centro città: Confartigianato Terni ha fatto, ormai anni fa, delle proposte per il centro città che sono purtroppo ancora valide, dopo tutto questo tempo; apriamo un confronto sereno e fattivo tra amministrazione e tutte le associazioni sulle rispettive proposte e iniziamo ad agire, nei modi e con gli intendimenti che sceglierà il titolare della delega dello sviluppo economico, ma iniziamo.

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