Coop Centro Italia: «C’è preoccupazione»

Moriconi (Cgil): «Riaccendere la luce sul piano di riorganizzazione. Lavoratori rischiano ulteriori sacrifici». Appello alla Regione

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A che punto è il piano di riorganizzazione commerciale presentato da Coop Centro Italia a fine 2017? Che fine hanno fatto le sinergie annunciate? A porsi queste domande è Mauro Moriconi, responsabile della zona Lago Trasimeno-Media Valle del Tevere della Cgil di Perugia, che si fa portavoce del clima di preoccupazione tra i lavoratori di Coop dell’intera area. A suo dire, infatti, sulla vicenda che ha tenuto banco nel dibattito politico e sindacale locale (e non solo) è «lentamente scesa una coltre di silenzio».

La vicenda Il rappresentante sindacale ricorda il passaggio della nuda proprietà dei 29 punti vendita della rete toscana di Coop Centro Italia ad una società di scopo, interamente posseduta da Unicoop Firenze, denominata Terre di mezzo S.r.l, che doveva avere lo scopo di sviluppare sinergie tra le due imprese. «In quella fase – spiega Moriconi in una nota – esprimemmo tutta la nostra preoccupazione per la tenuta occupazionale del centro direzionale e per il magazzino di Castiglione del Lago. A 5 mesi di distanza non si registrano significativi passi in avanti e ciò non può essere considerato un fatto positivo».

L’allarme Secondo la Cgil, «il territorio del Trasimeno non si può permettere ulteriori perdite nel suo tessuto produttivo e il sistema della cooperazione di consumo rappresenta un asset imprescindibile. I lavoratori hanno già dato, in termini di orario di lavoro e di salario e condizioni di lavoro. A loro non possono essere chiesti ulteriori sacrifici. Riteniamo che non si debba perdere ulteriore tempo e che sia necessario andare velocemente nella direzione di un accordo tra Coop Centro Italia e Unicoop Firenze, al fine di sviluppare un piano industriale comune che garantisca i livelli occupazionali e rilanci la crescita del fatturato. E riteniamo che sia ineludibile affrontare il ragionamento sulla fusione tra le due aziende, anche alla luce dei processi di concentrazione che hanno caratterizzato il settore della grande distribuzione anche nel mondo cooperativo».

La richiesta «Le istituzioni, a partire dalla Regione Umbria – conclude Moriconi -, dovrebbero attivarsi per favorire questi processi con l’apertura di un confronto, anche con la Regione Toscana, per un progetto di rilancio complessivo delle attività tra le due grandi cooperative che dovranno trovare le migliori forme di integrazione reciproca (noi pensiamo appunto alla fusione delle due aziende) affinché possano continuare a garantire un futuro certo ai lavoratori e prospettive di crescita ad un intero territorio».

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