Covid, CamCom Terni: «Esigenza liquidità»

Sono quasi 15 mila le imprese che possono restare aperte dopo la modifica del decreto governativo: il punto dell’ente camerale

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«Due sono i principi cardine dell’azione messa in campo dalla giunta, la vicinanza alle imprese e l’unità. Le imprese, a maggior ragione in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, devono continuare a sentire la Camera di commercio a loro vicina, come un valido e sicuro strumento al loro fianco. E dall’altro lato, la drammaticità della situazione richiede ancor di più che le Camere di commercio italiane si muovano insieme, dando risposte forti e con interventi coordinati, rapidi ed efficaci, per far avere e percepire alle nostre imprese in maniera più incisiva il nostro apporto». Sono le parole di Giuseppe Flamini, presidente dell’ente ternano, in merito alla situazione nel territorio per l’emergenza sanitaria covid-19.

L’impatto del decreto

La Camera di commercio sottolinea che, post correzione del decreto governativo del 22 marzo sulle chiusure delle attività, sono «quasi 15 mila le imprese al cui interno lavorano circa 60 mila dipendenti, (stima Inps al III trimestre 2019) che possono restare aperti in tutta la provincia di Terni in base alle ultime novità introdotte dal DM a firma del ministro Patuanelli che restringe la platea delle aperture rispetto al Dpcm precedente del 22 marzo. Sono infatti 14 mila 792 le attività che potranno restare aperte (numero che fotografa sia le sedi di impresa che le loro unità locali distribuite sul territorio). Imprese che, con le loro filiere produttive, riusciranno a garantire ai cittadini i servizi essenziali a fronteggiare l’emergenza in corso».

Lo scenario

«È una situazione drammatica – il pensiero di Flamini – quella che stiamo vivendo, nella quale al dolore di tante famiglie che hanno perso loro congiunti si aggiungono sacrifici e costi individuali e complessivi enormi, di tutto il sistema imprenditoriale, del mondo del lavoro, specie quello meno protetto, delle famiglie, di tutto il Paese. Una situazione che, come Camera di commercio, viviamo con grande senso di responsabilità, ascoltando i bisogni delle imprese, che rappresentano il nostro riferimento prioritario e mettendo in campo misure che possano scongiurare conseguenze irreversibili per il prosieguo delle loro attività. Anche in questa fase così delicata, la Camera di Commercio è al supporto delle nostre imprese. I nostri uffici hanno immediatamente avviato un servizio informativo alle aziende sui codici Ateco con i quali è registrata la loro attività economica». Sul sito è stato predisposto un servizio informativo sulle norme, le informazioni diramate da vari enti (Agenzia delle Entrate, Inps), le restrizioni commerciali a seguito della chiusura delle frontiere, ma anche sui codici Ateco con i quali è registrata un’ attività economica, in modo da permettere un confronto con l’elenco di quelli per i quali è consentita la prosecuzione. «Questo confronto può avvenire sia con il sito www.registroimprese.it, che consente di consultare in maniera free la posizione aziendale, sia attraverso un quesito alla casella email [email protected], che può essere utilizzata dalle imprese per verificare il proprio codice Ateco (se rientrante tra quelli autorizzati alla continuazione dell’attività) e per informazioni sulle procedure per comunicarlo alla prefettura». In tale contesto, l’ente sta anche attivamente collaborando con la Prefettura di Terni per la definizione rapidissima dei casi dubbi e dei quesiti già pervenuti.

Le misure

Al vaglio ci sono «misure immediate che possano scongiurare conseguenze irreversibili per il prosieguo delle attività. Nel brevissimo periodo, l’esigenza prioritaria è quella di garantire liquidità alle imprese, specie alle più piccole. Riteniamo, a questo riguardo, che dobbiamo muoverci – prosegue Flamini – con programmi che si integrino con i recenti provvedimenti governativi e con le proposte che metterà in campo la Regione, al fine di migliorare l’accesso al credito. Su questo si concentreranno i nostri sforzi, anche attraverso l’utilizzo di risorse economiche prima destinate ad altre iniziative. A tal fine, stiamo valutando interventi mirati ad abbattere i costi degli interessi delle imprese sui prestiti bancari. Abbiamo ipotizzato a livello nazionale anche ulteriori forme di intervento (sul fronte della garanzia ampliandone la portata oltre l’80%, o attraverso operazioni dirette di lending, tramite piattaforme di crowdfunding come consente il DL del 17 marzo) sulle quali è in corso l’istruttoria. Per il medio periodo stiamo studiando diverse necessità. Ne sottolineo una: quella di recuperare a livello internazionale l’immagine del territorio, attraverso campagne straordinarie di comunicazione e promozione che rilancino il nostro turismo. Al riguardo, insieme a Unioncamere, siamo già in contatto con il Ministero degli esteri e con il Mise, a cui abbiamo dato la nostra disponibilità a partecipare a questo grande impegno collettivo». Resta aperto al pubblico lo sportello della Camera di commercio dal lunedì al venerdì (8.30-12). L’accesso è su prenotazione per organizzare meglio il flusso.

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