Covid Umbria, zero casi nelle ultime 24 ore

Resta sotto controllo la situazione del virus sul territorio regionale. Effettuati oltre 1.200 tamponi nelle ultime 24 ore

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Nessun nuovo positivo al Covid-19 in Umbria nelle ultime 24 ore, fra le ore 8 di martedì 26 e di mercoledì 27 maggio. Il dato è relativo a 1.206 tamponi effettuati, per un totale di 66.202 dall’inizio dell’emergenza.

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

Dati Covid Umbria alle ore 8 del 27 maggio

I numeri del giorno

Scendono di altre 4 unità gli attuali positivi in ragione delle ulteriori guarigioni: sono 45 alle ore 8 di mercoledì. Invariati i decessi legati all’epidemia in Umbria (75). Dei pazienti positivi, attualmente sono ricoverati in 15 (+1), 2 dei quali (invariato) in terapia intensiva. Cinque in meno le persone positive in isolamento obbligatorio, attualmente 30.

L’ospedale di Foligno è ripartito

Per garantire ai pazienti tutte le prestazioni programmate, al ‘San Giovanni Battista’ di Foligno da alcune settimane sono ripresi gli interventi chirurgici ed è tornata operativa l’attività ambulatoriale: lo comunica il direttore regionale alla sanità, Claudio Dario, precisando che «le attività sono riprese mantenendo sempre alta la guardia ed efficiente l’organizzazione in caso di eventuale ripresa del contagio». La dotazione del nosocomio prima della pandemia era di 290 posti letto, scesa a 244 per la riorganizzazione di spazi e reparti durante la fase pandemica: quindi, dei 244 posti letto complessivi di cui è dotata la struttura ospedaliera, il 26 maggio alle ore 10, ne risultano occupati 210. Nell’area medica sono 34 i posti letto ancora disponibili destinati a prestazioni di emergenza-urgenza e, in minima parte, ad ospitare pazienti positivi sintomatici qualora avvenisse una ripresa del contagio. Nell’area chirurgica si registra la piena occupazione (100%) dei 59 posti letto: 36 posti letto di chirurgia generale, urologia, ostetricia e otorinolaringoiatria e 23 di ortopedia. Al ‘San Giovanni Battista’ è ripresa a pieno regime anche l’attività ambulatoriale e le prestazioni sono state organizzate dai sanitari in base ad un elenco di priorità partendo dai casi più urgenti che necessitano di riposte immediate. «Nella prossima settimana – spiega la direzione regionale sanità – la direzione strategica aziendale incontrerà le organizzazioni sindacali di categoria per definire e concordare un programma di ripresa in sicurezza delle attività intramoenia con l’obiettivo di ridurre le liste e i tempi di attesa che si sono prolungati a causa dell’emergenza Covid-19. Al pronto soccorso al momento si registra un numero elevato di accessi inappropriati per prestazioni e codici non urgenti in un momento in cui è fondamentale evitare il sovraffollamento ed è necessario lasciare liberi i percorsi assistenziali. Invitiamo i cittadini – conclude la nota – ad evitare l’utilizzo del servizio per prestazioni che possono e devono essere garantite dal medico curante o dai servizi territoriali».

FOLLA PER LE ‘FRECCE TRICOLORI’ A PERUGIA: È POLEMICA

Ripartenza sanità, De Luca (M5s): «Umbria meridionale penalizzata»

La ripartenza sanitaria ‘a più velocità’ finisce nel mirino del consigliere regionale del M5s, Thomas De Luca: «Dopo anni di marginalizzazione e depauperamento delle strutture sanitarie dell’Umbria meridionale dobbiamo rilevare che c’è una sconcertante continuità tra l’attuale giunta regionale e le amministrazioni passate. Mentre Perugia riapre e riparte con i servizi ambulatoriali, forti di un supporto di una serie di strutture ospedaliere limitrofe, Terni – osserva De Luca – arranca e ancora oggi non riesce ad avviare un percorso che la porti ad una parvenza di normalità. Tutto ciò non ci stupisce alla luce delle problematiche irrisolte che dalle parte della conca si trascinano da almeno 30 anni. Una situazione già precaria che ha messo ulteriormente sotto pressione l’ospedale di Terni quando si è trovato a fronteggiare l’emergenza della pandemia del coronavirus. Oltre alla carenza a livello strutturale del vetusto Santa Maria di Terni, più volte denunciata dal M5s, non si può trascurare la carenza di strutture satellite volte a supportare ed integrare i servizi del nosocomio ternano. Gli ospedali di Narni ed Amelia – afferma il consigliere regionale pentastellato – sono stati chiusi proprio nel momento di maggior bisogno ed ancor oggi non è ben chiara alcuna prospettiva sul loro futuro e sul progetto del nuovo ospedale di Cammartana sembra sia calato uno spaventoso silenzio. Questo isolamento, accentuato da un ospedale di Spoleto a mezzo servizio ha enormemente sovraccaricato il lavoro dell’azienda ospedaliera di Terni e soprattutto del suo pronto soccorso che deve coprire un territorio troppo vasto per le sue forze. È indubbia la necessità di una nuova programmazione in ambito sanitario che preveda una reale riorganizzazione ed integrazione tra l’azienda ospedaliera di Terni e la sua Usl di competenza, anche in funzione della ripresa del flusso di pazienti provenienti dalle province di Viterbo e Rieti».

Articolo in aggiornamento

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