Un’economia ancora segnata dalla crisi, ma con ‘timidi’ segnali di ripresa. Nel terzo trimestre dell’anno la produzione, le vendite e il fatturato scendono, ma la frenata rallenta e su base annuale i numeri fotografano un andamento in ripresa, con punte incoraggianti per le industrie dei metalli e sul fronte dell’export. È quanto emerge dall’osservatorio congiunturale dei settori industria e commercio realizzato dalla Camera di commercio di Terni in collaborazione con il centro studi di Unioncamere su un campione di 240 imprese con dipendenti, di cui 160 per l’industria, 80 per il commercio.
L’industria Per quanto riguarda il ‘trimestre estivo’, su base congiunturale la produzione scende dell’8%. Tra i settori più colpiti le industrie meccaniche che perdono il 18% e quelle elettriche ed elettroniche con -14,8%. La performance migliore è per le industrie dei metalli che crescono del +3,1%. Migliora tuttavia il quadro se si inserisce in ambito tendenziale perché i valori della produzione sono in crescita del 3,8%. Da segnalare che la ripresa, secondo gli imprenditori intervistati, non riguarda l’impresa artigiana la cui produzione segna ancora -1,7%.
L’export Bene l’export con +13,48% di fatturato rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. Sul breve periodo tuttavia la congiuntura segna ancora meno perché, rispetto al secondo trimestre dell’anno, il fatturato dell’industria perde l’1,2%, anche in questo caso la perdita più marcata è per il settore artigiano che segna -4,7%.
L’occupazione Segno meno sul piano occupazionale. Sia su base congiunturale che tendenziale la variazione occupazionale per la provincia di Terni è negativa (-2,75%). La perdita più pesante per le industrie alimentari che perdono il 12,7% rispetto al secondo trimestre dell’anno. Su base annuale, invece, è il settore del tessile e abbigliamento ad aver perso più posti di lavoro, una vera emorragia che nei 12 mesi precedenti ha segnato -32,97%.
Il commercio Calano le vendite sia a livello congiunturale (-6%) che tendenziale (-1,4%). La diminuzione delle vendite ha coinvolto principalmente le classi dimensionali delle micro e delle piccole imprese del commercio e le vendite con valori positivi si registrano solo nelle imprese grandi con più di 50 dipendenti (+2,2%). Segnale negativo anche per gli occupati del settore, indicatore che scende del 1,56% rispetto al secondo trimestre dell’anno. Le previsioni del fatturato per l’ultimo trimestre dell’anno segnano un valore positivo del 15% per il totale delle imprese commerciali, aspettativa che tiene conto dello shopping natalizio. Saranno infatti quasi principalmente le imprese del commercio al dettaglio di prodotti non alimentari che prevedono di aumentare il proprio fatturato (+13%).
Verso la ripresa «Stando ai dati che arrivano dai nostri uffici, l’anno che stiamo per lasciarci alle spalle ha nel complesso registrato il persistere di uno scenario di difficoltà, ma non sono mancati timidi segnali di ripresa», sottolinea il presidente della Camera di commercio di Terni, Giuseppe Flamini. «Penso all’export che traina i valori positivi della ripresa, sia a livello provinciale che regionale, a conferma di questo sono migliori le performance delle imprese più grandi e strutturate che sono in grado di internazionalizzarsi. Soffre ancora la piccola impresa artigiana. Non siamo ancora fuori dalla crisi è vero, ma l’aumento della produzione negli ultimi nove mesi ci dice che si è aperta la strada verso la ripresa».