Fattorie Novelli in concordato: «Sfregio ai dipendenti»

Sindacati duri con la curatela: scure sulle tredicesime e nessuna continuità aziendale garantita. Problemi anche per Alimentitaliani

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Nella già tragica situazione economica e sociale vissuta da molti lavoratori umbri, alle prese con vertenze e tavoli di crisi, si aggiunge il caso di Fattorie Novelli ed Alimentitaliani, ex Gruppo Novelli. Martedì – durante un tavolo inerente questioni riguardanti la prima azienda, ora in concordato preventivo, a cui hanno partecipato i consulenti delle due curatele, Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e rsu – è stato annunciato che le tredicesime dei dipendenti saranno pagate nel massimo di un 1/12, che non si procederà ad effettuare le ‘rimonte’ (le sostituzioni del bestiame da vita, necessarie per la continuità produttiva dell’impresa) e che i contratti a tempo determinato saranno rinnovati senza una garanzia minima di giornate.

I tre nodi

Tutte queste tematiche, insieme ad un quadro più ampio della lunga vertenza dell’ex Gruppo Novelli, sono state riportate mercoledì all’assessore regionale allo Sviluppo economico, Michele Fioroni, da parte delle organizzazioni sindacali, poi intervenute in una nota sui tre punti al centro della discussione. Per quanto riguarda il primo si sottolinea che «le tredicesime sarebbero potute essere pagate prima dell’entrata in concordato da parte dell’azienda, evento degli ultimissimi giorni». «Prendiamo atto dell’ennesimo sfregio ai dipendenti – scrivono le tre sigle -, unici a pagare la forte situazione di dissesto aziendale». Per quanto riguarda invece il secondo punto, si sottolinea che, «benché l’investimento delle rimonte sia considerevole, è imprescindibile per poter continuare l’attività dell’impresa». «Proprio la continuità aziendale è l’obiettivo che consulenti e curatele hanno sempre affermato di portare avanti. Date le ultime decisioni prese – dicono Fai, Flai, Uila e rsu -, non siamo più sicuri che questa sia la reale intenzione di chi amministra le sorti di questa azienda». ll terzo aspetto, quello dei rinnovi contrattuali, è sempre strettamente legato alla continuità aziendale. «Si evidenzia che tutti gli avventizi hanno prestato servizio per un numero di giornate altamente superiore a 100. Dunque, questo rinnovo costituisce un’ulteriore mossa scellerata ed incomprensibile. Inoltre, come viene tutelata l’occupazione se non è garantito nemmeno un numero di giornate minimo? Ci si chiede, poi, i tfr dei lavoratori stagionali saranno corrisposti? E gli accessori previsti per legge all’interno della retribuzione? La preoccupazione per questi lavoratori è fortissima».

Fioroni: «Serve tavolo al Mise»

Passando poi alle problematiche relative ad Alimentitaliani, vengono sollecitate nuovamente le curatele a «convocare un incontro quanto prima in merito alla cassa integrazione Covid-19 predisposta per il sito di Spoleto, che risulta utilizzata in modi ambigui ed organizzata in modo non equo». A livello generale si ribadisce che, nonostante siano i numerosi solleciti da parte delle organizzazioni sindacali, «non è stato predisposto un piano di riparto per i creditori privilegiati (i lavoratori) che tuttavia continuano con responsabilità a prestare servizio». L’assessore, dopo un attento ascolto di tutti gli interventi, ha dimostrato «forte interesse per la vertenza esprimendo la volontà di riportare l’attenzione del Mise sulla questione». Ha, in particolare, sostenuto che sarebbe necessaria «l’apertura di un tavolo ed il vaglio di tutti gli strumenti che si potrebbero mettere in campo per salvaguardare un’azienda centrale per il territorio. Si confida, dunque, in un percorso condiviso con le istituzioni».

Il caso del Tfr della dipendente morta. «Nessuna umanità»

Infine i sindacati portano a conoscenza «il comportamento delle curatele aziendali nei confronti degli eredi di una dipendente, tragicamente scomparsa questo autunno». «Il trattamento di fine rapporto è stato volutamente non corrisposto – affermano -, quando era possibile, ed ora, nelle more del concordato preventivo, non può essere pagato. Questa manovra è assolutamente inaccettabile, ci si aspettava da parte della proprietà un minimo di umanità. Attendiamo entro fine settimana risposte concrete e differenti da quelle ricevute durante l’incontro di ieri, in caso contrario siamo pronti ad intraprendere tutte le azioni di agitazione necessarie».

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