Umbria, 202 denunce di infortunio da Covid

L’approfondimento dell’Inail sul mondo del lavoro: oltre il 60% riguarda donne, tre hanno avuto esito mortale

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Un trend nell’ultimo quinquennio – dal 2015 al 2019 – con una costante e continua riduzione sia dei casi di infortunio che di quelli mortali, con un decremento rispettivamente del -5% e -34%. Discorso diverso per le tecnopatie, vale a dire le malattie professionali (+22,7%): è il quadro in sintesi delineato dal rapporto annuale Inail Umbria 2019. C’è spazio anche per un approfondimento sul Covid-19 con dati aggiornati al 30 settembre.

IL RAPPORTO INAIL 2019 UMBRIA – DOCUMENTO

Gli infortuni sul lavoro 

Nel 2019 sul territorio regionale maggior parte degli infortuni (88%) è avvenuta in occasioni di lavoro all’interno di aziende, opifici e uffici, mentre il restante 12% è registrato in itinere nel percorso casa-lavoro e viceversa. Nel rapporto viene specificato che a livello di «gestioni nell’ industria e nei servizi avviene circa il 73% degli infortuni, seguite dal conto stato (19%) e dall’ agricoltura (8%)». Per i casi mortali la «situazione appare analoga, con la maggior parte dei casi avvenuti in occasione di lavoro (63%) e nella gestione industria e servizi (68%)».

LE INFOGRAFICHE DI RIEPILOGO

Denunce infortunio da Covid-19

Nel documento sono anche riepilogati i dati delle denunce di infortunio da Covid-19 fino al 30 settembre: sono 202, di cui 3 di tipo mortale. «La maggioranza dei casi riguarda il genere femminile (61%) e la fascia di età prevalentemente colpita è quella tra i 50-64 anni (52%). Tra i principali settori, di cui alla codifica Ateco, più colpiti troviamo quello della sanità e assistenza sociale (61%) e relativamente alle professioni esercitate le più coinvolte sono quelle dei tecnici della salute (41%) e dei medici (17%)». Il direttore regionale Alessandra Ligi sottolinea che «i primi dati dell’anno in corso. sebbene non ancora consolidati, esprimono un trend del fenomeno infortunistico in forte riduzione, collegato soprattutto alla fase di lockdown produttivo di marzo-aprile e conseguente alle complessive misure restrittive imposte dall’attuale emergenza sanitaria».

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

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