Leo ha perso la vista ma i tartufi li trova lo stesso

Città di Castello – La bella storia del cocker spaniel di Lorenzo Tanzi

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Ha perso la vista da oltre un anno ma, con il suo padrone, continua ad andare a tartufi. Trovandoli. La particolare storia riguarda Leo, cocker spaniel di proprietà di Lorenzo Tanzi, un esperto cavatore di Città di Castello: «Riesce ancora ad individuarli – dice – nonostante le difficoltà oggettive».

La bella storia

Un naso ed un olfatto super per Leo, come racconta il 69enne Tanzi, insegnante tecnico pratico per le esercitazioni agrarie, ora in pensione: «È un cocker spaniel nato nel giugno del 2012. I miei figli, Daniele e Valentina, da tempo volevano regalare un cagnolino alla mamma Graziella. Quando sono venuti a conoscenza che un nostro cugino che abita a Perugia aveva disponibili dei cuccioli di cocker spaniel, hanno deciso di acquistarne uno. Così nell’agosto del 2012 è arrivato Leo nella nostra famiglia: piccolo e magrolino ma con due occhi vivaci ha conquistato subito l’affetto di tutti. I cani che abbiamo avuto (una trentina, ndR) sono stati addestrati tutti per la cerca dei tartufi. Di comune accordo abbiamo deciso di provare ad addestrare anche Leo. Fin dall’inizio – prosegue Lorenzo Tanzi – il cucciolo ha manifestato una particolare predisposizione per il profumo del tartufo, riuscendo a localizzarlo con molta facilità ogni qualvolta ne nascondevo qualcuno nel nostro giardino. La prima volta che è uscito in cerca con un altro cane, ha manifestato una particolarità che è rimasta nel tempo: la gelosia per il tartufo trovato. Quando il cane adulto si è avvicinato lo ha allontanato ringhiando nervosamente. Con il tempo Leo ha acquisito una cerca meticolosa che gli ha sempre permesso di individuare i tartufi appena emanavano un debole profumo».

Le difficoltà

Poi si è presentato il problema: «Nel mese di luglio dello scorso anno però, purtroppo – racconta ancora il padrone di Leo – ha iniziato a manifestare segni di difficoltà nell’individuare gli ostacoli durante la cerca, in particolare modo alle prime luci del mattino. Da una sommaria diagnosi sembrava trattarsi di cataratta. Nei mesi successivi poi ho notato che le difficoltà a orientarsi nel bosco erano aumentate. Ho deciso allora di farlo visitare presso la clinica veterinaria dell’Università di Perugia dal professor Arcelli. Purtroppo la diagnosi effettuata parlava chiaramente di ‘malattia degenerativa della retina di origine genetica non curabile’ in ambedue gli occhi. Una profonda tristezza ha invaso il mio cuore, e quando sono salito in macchina per tornare a casa non sono riuscito a trattenere le lacrime. Non riuscivo ad accettare che Leo, ancora giovane e pieno di vitalità, diventasse completamente cieco a breve termine di tempo. Dopo qualche giorno di tristezza e riflessione sul da farsi, ho deciso che malgrado il grave handicap avremmo continuato ad andare insieme a cercare i tartufi. Con l’aiuto di una cordicella attaccata al collare per trattenerlo in presenza di ostacoli ho iniziato a farlo cercare in spazi dove sapevo la presenza del tartufo. Come speravo l’olfatto di Leo è rimasto inalterato così come la sua grande passione».

La capacità

Leo, così, fa ancora il suo: «Malgrado le difficoltà oggettive, riesce ancora a individuare i tartufi. Oggi lo porto ancora a nei campi, nelle pinete e boschi con poca vegetazione cespugliosa. Affettuosissimo con tutti i membri della famiglia, adesso che non vede, con l’olfatto, cerca di individuare la nostra posizione per avvicinarsi e farsi accarezzare». Per l’assessore al commercio e al turismo di Città di Castello, Letizia Guerri, «la storia di Lorenzo e Leo è davvero straordinaria e commovente al tempo stesso e fotografa alla perfezione l’amore che da sempre c’è fra i tartufai ed i loro cani, spesso veri e propri familiari aggiunti, un esempio per tutti noi».

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