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Home » Lingua Blu, si estende l’epidemia

Lingua Blu, si estende l’epidemia

Decine di capi contagiati in Valnerina e nello Spoletino. Coldiretti: «Proteggere la filiera zootecnica e salvare le aziende»

di Simone Francioli
23 Giugno 2025
in Ambiente e salute
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
Foto agricultura.it

Foto agricultura.it

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di Giovanni Cardarello

Si scrive BT, BlueTongue si legge Lingua Blu ma la sostanza non cambia. Fa paura ad un intero settore, peraltro decisivo, dell’economia dell’Umbria quello della filiera della carne e lattiero-casearia. Parliamo, nello specifico, di una malattia virale che colpisce i ruminanti, siano essi domestici come ovini, bovini e caprini che selvatici.

Una malattia che viene trasmessa attraverso la puntura di moscerini del genere Culicoides. Una malattia che ha 27 diversi tipi di contagio ma che bei casi peggiori, come quelli che si stanno riscontrando in Valnerina e nello slSpoletino possono portare alla morte dei capi di bestiame. Uno scenario che allarma, uno scenario che ha spinto Coldiretti Umbria, CIA e Regione a scendere in campo per chiedere azioni che blocchino o che almeno circoscrivano il rischio.

L’allarme, come riporta l’edizione oggi in edicola del Messaggero Umbria, è stato lanciato da Coldiretti per bocca del presidente regionale Albano Agabiti: «la lingua blu rischia di aggravare la situazione di un comparto già fragile, con conseguenze pesanti su tutta la filiera della carne e lattiero-casearia». Sottolineando la necessità «agire in fretta per mettere in sicurezza gli allevamenti e garantire compensi alle aziende zootecniche, che non devono essere lasciate sole».

Il tema sollevato non è quindi solo di filiera e ambientale ma, ovviamente, anche economico con il rischio di bilanci in perdita, extra costi afferenti lo smaltimento delle carcasse degli animali colpito nonché per il commesso aumento del prezzo finale.

Gli fa eco Matteo Bartolini, presidente regionale e vicepresidente nazionale della CIA, Confederazione Italiana Agricoltori che sempre tramite il Messaggero, «chiede un incontro urgente con gli uffici competenti per fare il punto sulla situazione, misurare l’entità del danno e individuare strumenti di prevenzione e contenimento».

Richiesta che, in prima istanza, la Regione Umbria ha accolto tramite una nota dell’Assessore alle Politiche Agricole Simona Meloni, concertata con l’Assessorato alla Sanità, quindi direttamente con la Presidente Proietti. «Ci è stata rappresentata la forte preoccupazione delle comunità e delle categorie agricole – dichiara Meloni – e ci siamo attivati immediatamente per monitorare la situazione e garantire supporto agli allevatori.

Al momento, il focolaio è circoscritto, ma non per questo possiamo abbassare la guardia. Il dolore per la perdita degli animali è grande, sia sul piano personale che economico. E la malattia, soprattutto per gli ovini, comporta conseguenze anche nei mesi successivi all’infezione».

Da sottolineare, infine, che pur non essendo attualmente previsti indennizzi da parte del Ministero della Salute, la Regione Umbria si sta attivando per reperire risorse regionali con l’obiettivo di introdurre forme di ristoro almeno a copertura delle spese di smaltimento degli animali deceduti

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