Liste d’attesa: solo via e-mail si può capire il proprio ‘destino’. Disagi e perplessità

Lo ha deciso la Usl Umbria 2: ciascun territorio ha un proprio indirizzo di ‘presa in carico’. Tanti anziani in difficoltà

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Si complicano le cose per i cittadini del territorio della Usl Umbria 2 che cercano lumi sulle prestazioni – visite o esami diagnostici – per le quali sono in lista di attesa. A tutti coloro che, visto il superamento dei termini previsti dalla prescrizione del medico di base, vorrebbero capire se hanno ancora qualche chances di effettuare quanto prescritto, l’azienda ha infatti imposto di contattare via e-mail gli uffici (ciascun territorio ha un indirizzo e-mail di ‘presa in carico’ a cui scrivere), inviando la scansione del proprio documento di identità e della ‘lista d’attesa’ ricevuta al Cup. Una volta presa in carico, la richiesta viene valutata sul piano medico e l’utente viene quindi informato se potrà accedere o meno alla prestazione.

Solo via e-mail

Una modalità che sembra penalizzare, una volta di più, quell’ampia fascia di cittadini – per lo più anziani – che hanno problemi anche ad inviare una e-mail. Plausibile che, di fronte a una montagna da scalare, gli utenti scelgano di rinunciare o aumentare ulteriormente la schiera di coloro che decidono di rivolgersi ai privati per ottenere la visita o la prestazione che gli serve. Diverse nel frattempo le critiche degli utenti: «Può – osserva un utente – una pubblica amministrazione adottare un solo canale di comunicazione, tra l’altro così discriminante dal punto di vista tecnologico?».

Prevenzione impossibile, le conseguenze

Ciò, unito al fatto che da tempo molte prestazioni ‘programmabili’ (ad esempio i controlli, che non hanno urgenza espressa dal medico curante) non vengono elaborate dal Cup, che non li inserisce neppure in lista d’attesa, rischia di produrre conseguenze come il crollo delle attività di prevenzione – con tutto ciò che ne consegue – e l’ulteriore ‘migrazione’ degli utenti dal pubblico al privato.

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