L’Umbria, l’immondizia e forti dosi di bromuro

Circa 20 mila tonnellate in arrivo ad Orvieto dal Lazio e la cosa è passata quasi inosservata – Il corsivo di Walter Patalocco

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di Walter Patalocco

Bromuro a quintali, e la notizia è passata come fosse una di quelle brevi che servono a chiudere una pagina di giornale in tipografia, da pubbicare solo in caso di un “buco” nella pagina.

L’assessore regionale “al ramo”, ha fatto sapere che ogni giorno “rifiuti urbani non differenziati provenienti da alcuni comuni laziali” saranno trattati “nell’impianto di selezione meccanica situato a Orvieto… di proprietà della società Acea Ambiente”.

E’ una notiziola? Ogni giorno per ottanta giorni (per ora?) arriveranno a Orvieto 250 tonnellate di rifiuti di non meglio precisati “comuni laziali”. Per chi sa far di conto si tratta di ventimila tonnellate. E meno male che la Regione dell’Umbria ha posto invece il limite massimo, di 18 mila tonnellate, ma quand’è lì…

L’Umbria ha risposto – informa la Regione – ad una richiesta di aiuto per un’emergenza avanzata dalla Regione Lazio, legata ad un incendio che ha danneggiato un impianto di selezione laziale. E solo la selezione dovrebbe essere fatta ad Orvieto.

Tutto bene? Si può stare tranquilli? O non sarà il caso comunque di vigilare perché gli accordi siano rispettati?

O per qualcuno va tutto bene perché comunque si dà una mano a non rendere più pesante la situazione rifiuti di Roma?

“AAA cercasi discarica. Firmato Città Metropolitana di Roma – scriveva ‘Il tempo’ appena una quindicina di giorni fa – L’amministrazione di Palazzo Valentini, guidata da Virginia Raggi, ha inviato una lettera a tutti i 120 sindaci della provincia di Roma, alla Regione Lazio e a Roma Capitale con un oggetto ben definito: l’«individuazione delle aree idonee alla localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti”.

Intanto provvisoriamente c’è Orvieto. Poi campa cavallo…

 

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