Fanghi a Terni e politica dei rifiuti: lo scontro si accende

Umbria – Dopo le accuse del M5s alla giunta regionale («altro inceneritore a Terni e produzione CSS in Umbria»), Morroni, Latini e Salvati replicano: «Propaganda». Controreplica di De Luca: «Ora chiarite»

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«Un nuovo inceneritore a Terni per bruciare i fanghi di depurazione provenienti dall’intero territorio regionale. E tre progetti per la produzione di CSS, di cui uno sempre a Terni». A lanciare l’allarme sui contenuti delle schede inviate dalla Regione Umbria alla Conferenza Stato-Regioni, in merito ai progetti da inserire nel Recovery Plan, è il Movimento 5 Stelle attraverso tutti i suoi rappresentanti umbri nelle istituzioni, dal parlamento ai consigli comunali.

MIRINO SU VIA VANZETTI – DOCUMENTO

«Vanno avanti a prescindere dal Recovery Plan»

«Nelle corrispondenze che la Regione Umbria ha inviato alla Conferenza Stato-Regioni – spiegano gli esponenti del Movimento 5 stelle – è chiaramente specificato che il lavoro di predisposizione delle schede ‘è stato fatto in stretta complementarità con la definizione della nuova programmazione 2021‐2027, in modo tale che le progettualità individuate, qualora non possano essere ricomprese nella selezione per il PNRR, saranno comunque utili a tale scopo’. Significa che a prescindere se queste proposte entreranno o meno nel Recovery Plan, la Regione ha intenzione di portarle comunque avanti nei prossimi sette anni».

LE ALTRE PROPOSTE

«Vogliono bruciare i fanghi a Terni»

«A dir poco incredibile la posizione che la giunta Tesei sta assumendo sulla chiusura del ciclo dei rifiuti – attaccano i 5 stelle -. Il nuovo impianto di incenerimento da realizzare è ben nascosto nel programma relativo a ‘Reti fognarie e depurazione’. La Regione Umbria vuole costruire il quarto inceneritore a Maratta per bruciare i fanghi di depurazione provenienti dall’intero territorio regionale, ‘valorizzandoli’ attraverso il ‘recupero energetico’ dopo essiccazione, con un ‘impianto di coogenerazione termica ed elettrica’ e ‘riduzione dei trasporti e dello smaltimento in discarica dei fanghi prodotti’ dagli impianti di depurazione di tutta l’Umbria».

«C’è anche la produzione di CSS»

«Con nostro grande stupore – osservano gli esponenti pentastellati – abbiamo potuto constatare inoltre che nella sezione ‘Ambiente, territorio, infrastrutture’ sono presenti quattro progetti, per un totale di 35 milioni di euro, per sviluppare impianti per la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti. Di questi, tre riguardano la produzione di CSS (combustibile solido secondario, ndR). Rifiuti che poi non si sa bene dove dovrebbero essere bruciati. La richiesta al Governo, mai condivisa con nessuno e probabilmente nemmeno a conoscenza di tutti i membri di maggioranza del consiglio e persino della giunta, è quella di avere risorse per produrre il famigerato CSS nell’impianto di Ponte Rio a Perugia, nel biodigestore di Casone a Foligno e a Narni presso l’area ex Officine Bosco. Combustibile prodotto dai rifiuti e bruciato in cementifici e inceneritori. Non solo incenerimento, ma anche il revamping dell’impianto di Pietramelina per la biostabilizzazione del sottovaglio da selezione dei rifiuti indifferenziati».

«Nessun confronto, ecco perché»

«Il futuro della nostra regione e la salute dei cittadini – concludono gli esponenti del M5s – non possono essere delegati a burocrati nel segreto di una stanza o di un gabinetto. L’insofferenza al confronto, dimostrata in questi mesi dalla giunta, è il segnale di una profonda debolezza e insicurezza politica. È facile capire quali saranno le politiche ambientali della Regione Umbria nei prossimi sette anni, anche alla luce dei gravi ritardi che riguardano la redazione del nuovo piano rifiuti regionale».

Il comitato ‘No inceneritori Terni’

«Apprendiamo dal comunicato stampa del consigliere De Luca una notizia che davvero, non avremmo mai voluto leggere. A Terni sarebbe stato individuato il sito unico regionale di incenerimento dei fanghi derivati dalla depurazione, da finanziare coi soldi del Next Generation EU», scrive il comitato ‘No inceneritori Terni’. «Volendo prendere due dati al volo, così per capire la portata di un eventuale impianto, vediamo che il solo depuratore del Sii, gestito da Asm, produce ogni anno più di 7 mila tonnellate di fanghi disidratati, almeno il doppio ne produrrà dunque Perugia. Se poi verranno convogliati i fanghi anche da altri comuni si arriva a decine di migliaia di tonnellate ogni anno. Non si tratta allora nemmeno di un piccolo impianto, qualora fosse questo il problema e non già la scelleratezza dell’idea in se. Ma davvero la Regione Umbria ha pensato questo per usare una parte dei soldi previsti dal Next Generation UE? Alla prossima generazione cioè lasciamo un inceneritore per la ‘valorizzazione termica’ dei fanghi da depurazione. Inoltre sarebbe interessante capire se questo progetto sia stato discusso dai soci del Sii e di Umbra Acque, ambedue di Acea, ma ancor di più se il famoso 51% pubblico tanto sbandierato dal Sindaco Latini sapesse nulla. Su Asm non abbiamo ormai più nulla da dire. Non è più la società dei ternani evidentemente, ma solo uno strumento pubblico utile agli interessi romani. Vedremo come proseguirà la vicenda. Del resto non sappiamo nemmeno se verrà finanziato. Resta l’amara riflessione su come la politica umbra e ternana continui ad essere direttamente responsabile della contaminazione ambientale, per azioni, come in questo e altri casi, o per omissione, come da sempre».

«Silenzio imbarazzante di Latini»

Venerdì mattina il nuovo attacco arriva dai consiglieri di minoranza di Terni: «I ternani – la nota di M5S, Pd, Senso Civico e Terni Immagina – costretti a spegnere i caminetti mentre Lega e Fratelli d’Italia vogliono aprire un quarto inceneritore a Terni. Non lo dicono le opposizioni ma lo ha messo nero su bianco la governatrice Tesei nei documenti in cui illustra alla conferenza Stato-Regioni le priorità per l’Umbria e come vorrebbe investire le risorse del Recovery Fund. Una notizia che inconfutabilmente costringe la giunta Latini a gettare la maschera: il sindaco si mostra completamente piegato e annichilito ai diktat della Lega Umbria che vorrebbe trasformare Terni nella cloaca maxima della regione. Ci attendiamo almeno un chiarimento nelle prossime ore. Non sarà mai il centrodestra a risolvere la questione ambientale ternana, al contrario i progetti della giunta Regionale per la nostra città sono quelli della combustione dei rifiuti. Documenti in cui si attesta che per il centrodestra Terni deve rimanere senza futuro, una città dove gli unici soldi che vale la pena investire sono quelli per trasformarla nella pattumiera dell’Umbria. Anni di lotte e battaglie spazzati via con il finto cambiamento rappresentato dalle destre nostrali. A questo punto ci chiediamo se il sindaco Latini e l’assessora Salvati sperino di alimentare le nuove colonnine per le auto elettriche utilizzando l’energia prodotta dal nuovo inceneritore dove verranno bruciati fanghi ed escrementi essiccati provenienti da tutta la regione. Chissà – concludono – se l’assessora Salvati quando parla di ‘svolta green’ intenda affermare che le ciminiere degli inceneritori e di Ast verranno pitturate di un bel verde leghista».

L’assessore regionale: «Da De Luca ennesima fuga propagandistica»

A replicare, per conto della Regione Umbria, è l’assessore all’ambiente Roberto Morroni: «Il capogruppo regionale del Movimento 5 stelle – afferma l’ex sindaco di Gualdo Tadino – non perde occasione per testimoniare la sua irresistibile inclinazione verso un’opposizione viziata da una foga polemica e propagandistica che lo conduce spesso e volentieri a mistificare fatti e circostanze. Al momento, nella vicenda del Recovery Plan, l’unica questione ‘top secret’ è la volontà del Governo circa le scelte che dovranno caratterizzare l’utilizzo dello straordinario piano di aiuti messo in campo dall’Unione Europea e, più in particolare, quale ruolo in questo contesto intende assegnare alle regioni. Uno stato confusionale, quello della maggioranza di Governo, sfociato nella crisi che si è aperta in queste ore. Nelle scorse settimane, pur in un quadro di assoluta incertezza, caratterizzato dall’assenza di riferimenti puntuali riguardo l’entità delle risorse e l’eventuale funzione di programmazione riservata, ogni regione ha provveduto, su richiesta della Conferenza Stato-Regioni, ad inviare un compendio di progetti, coerenti con le linee di indirizzo della politica europea, con le missioni del Recovery Plan e le sue tempistiche attuative, senza valutazioni di carattere politico e strategico rinviate ad una successiva fase di approfondimento e confronto. Anche l’Umbria ha assolto tale compito».

Roberto Morroni

«A Terni essiccamento fanghi, non incenerimento. CSS cruciale per non gravare sulle discariche»

Morroni poi entra nel merito di quanto segnalato dal Movimento 5 stelle: «Con riferimento agli interventi richiamati nella nota del consigliere De Luca, è necessario sottolineare quanto segue: non vi è alcuna previsione di realizzazione di un nuovo impianto di incenerimento a Terni e stupisce come il rappresentante dei 5 Stelle non colga, intenzionalmente o per disinformazione, la differenza rispetto ad un impianto per l’essiccamento dei fanghi prodotti dagli impianti di depurazione delle acquee reflue urbane; impianto in grado di generare gas con il quale produrre energia elettrica. Al pari, risulta del tutto fuori luogo l’intento del consigliere dei 5 Stelle di gridare ‘al lupo, al lupo’ in merito alle tre ipotesi progettuali riguardanti la produzione, all’interno degli impianti di trattamento, di CSS combustibile. Il consigliere De Luca non dovrebbe ignorare la condizione di progressivo esaurimento in cui versano le discariche della nostra regione – prosegue l’assessore regionale all’ambiente – e le enormi criticità che discendono da questo stato di cose. Questo è senza dubbio uno dei problemi principali tra quelli che oggi affliggono il sistema di gestione dei rifiuti in Umbria, pesante eredità delle politiche seguite negli ultimi dieci anni, ed è oggettivo l’apporto positivo che l’eventuale produzione di CSS combustibile può determinare nell’abbattimento delle quantità di rifiuti da smaltire in discarica».

«Il confronto prosegue»

«Vorrei tuttavia rassicurare il consigliere De Luca – conclude l’assessore Robero Morroni – che questi temi saranno oggetto di un ampio e approfondito confronto nell’ambito della definizione del nuovo piano dei rifiuti al quale la nuova giunta sta lavorando e che sarà nel corso di quest’anno al centro dei lavori dell’assemblea legislativa regionale. Anche sul fronte del Recovery Plan, come preannunciato dalla presidente Tesei nei giorni scorsi, l’esecutivo ha programmato l’avvio di un confronto con le forze politiche di maggioranza, con quelle di opposizione e con le rappresentanze sociali ed economiche, al fine di giungere all’individuazione delle scelte prioritarie per dare impulso e qualità allo sviluppo dell’Umbria».

Benedetta Salvati e Leonardo Latini

Latini e Salvati: «De Luca fuori luogo»

Nel pomeriggio di venerdì anche Latini e Salvati prendono posizione: «Come confermato in queste ore dalla Regione dell’Umbria non ci sarà a Terni nessun nuovo impianto di incenerimento. Suonano così del tutto fuori luogo le pesanti dichiarazioni del consigliere regionale De Luca a cui hanno fatto eco le accuse di alcuni consiglieri comunali d’opposizione nei confronti del sindaco e dell’assessore all’ambiente, come al solito tirati in ballo solo per questioni di polemica politica, con gli ormai usuali strumenti della propaganda. Per parlare di ambiente a livello tecnico – continua l’assessore Salvati – è necessario avere studiato e continuare sempre a studiare e approfondire con interlocutori di livello scientifico acclarato e non ritenere di essere esperti in ingegneria ambientale solamente perché si estraggono informazioni navigando in rete- Questo reiterato modo di fare ha indotto il consigliere regionale De Luca e i consiglieri comunali a prendere un ulteriore grosso granchio. È gravissimo scambiare una sezione di trattamento della linea fanghi di un impianto di depurazione di acque reflue destinata all’essiccamento dei fanghi di depurazione dei reflui urbani, privo di combustione, con un impianto di incenerimento. Ancor più grave è utilizzare queste false affermazioni per ingenerare un allarme ingiustificato tra i cittadini, senza contraddittorio e senza verifiche. Ma gli errori non si fermano qui: gli stessi consiglieri pochi giorni fa hanno confuso inquinanti che vanno a caratterizzare la qualità dell’aria cittadina con l’anidride carbonica, che è un gas climalterante che agisce a livello globale e che non ha nulla a che vedere con i superamenti di Pm10 che purtroppo caratterizzano la qualità dell’aria di Terni e di tutta la regione, come gli sforamenti generalizzati registrati dalla rete regionale certificano. Lo scopo mistificatorio – aggiunge – e meramente propagandistico delle comunicazioni diffuse dai 5 Stelle e dai loro attuali alleati politici è dimostrato anche dal fatto che parlino del quarto inceneritore, come se a Terni ce ne fossero già tre in funzione. Tutti sappiamo invece che di questi tre, uno è stato demolito, uno è in fase di dismissione e per l’ultimo rimasto (con autorizzazione più recente rilasciata dalla Regione a guida Pd) la nostra amministrazione sta mettendo e metterà in campo ogni azione necessaria finalizzata al suo spegnimento. Questo spirito propagandistico unito all’ignoranza delle pur minime nozioni in campo di ingegneria sanitaria ambientale – conclude l’assessore Salvati – spiega infine il fatto che gli stessi nostri oppositori non riescano a percepire e a valutare correttamente dal punto di vista scientifico la portata degli interventi che questa nostra amministrazione sta tentando a fatica di portare avanti, tra mille tentativi di falsificare la realtà».

Daniele Carissimi

Carissimi (Lega): «Basta con il complottismo»

Parole seguite da quelle di un altro esponente leghista, il consigliere regionale Daniele Carissimi, che esprime «grande sorpresa ed
incredulità rispetto alle dichiarazioni apparse sulla stampa in questi giorni aventi ad oggetto la presunta richiesta al Governo di inserire, tra i progetti del Recovery Plan, la costruzione di un nuovo inceneritore a Terni, addirittura il ‘quarto’ nonostante ve ne sia solo uno, e di tre impianti di produzione di CSS in Umbria. Riguardo un nuovo inceneritore a Terni – afferma Carissimi – quelle lette sono illazioni del tutto prive di fondamento, in quanto l’ssessore regionale Morroni proprio in questo periodo si sta occupando della redazione del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti che dovrà prevedere il fabbisogno impiantistico, per il quale, peraltro, è stato istituito un apposito comitato scientifico chiamato a ricercare le soluzioni più idonee inerenti la gestione del ciclo dei rifiuti, nel rispetto della salute dei cittadini e dell’ambiente. Le scelte sul piano – prosegue il consigliere regionale della Lega – saranno fatte nei prossimi mesi dopo essere valutate e approvate dall’istituzione regionale. Vero è che dovranno essere adottate soluzioni efficaci e risolutive tra le quali rientrano le scelte non sterili in ordine alla gestione dei rifiuti urbani che, si ricorda, attualmente prevedono una capacità impiantistica costituita esclusivamente da discariche che andranno in esaurimento tra soli tre anni. Allo stato, quindi, occorre immediatamente intervenire con soluzioni efficaci perché i rifiuti non si smaltiranno con la bacchetta magica, atteso che dal piano rifiuti precedente, risalente al 2009, nulla è stato fatto. Nessuna scelta può essere abbandonata se garantisce la più completa salubrità ambientale». Secondo Carissimi «è tempo di abbandonare una volta per tutte questo modo di fare politica, fondato sulla cultura del sospetto e volto solamente a creare allarmismo sociale ingiustificato e diffondere notizie destituite di qualsiasi fondamento. Molto più utile per tutti – prosegue – sarebbe invece contribuire alla divulgazione di informazioni corrette e veritiere che consentano all’opinione pubblica di avere gli elementi per valutare le scelte politiche che vengono compiute sul territorio. Singolare che un impianto di essiccazione dei fanghi, di cui i gestori degli impianti di depurazione avvertono l’urgente necessità e che tratta fanghi composti da circa l’80% di acqua nel loro contenuto (e quindi piuttosto inadeguato ad essere termovalorizzato) sia confuso con un termovalorizzatore verso il quale non occorre comunque oltremodo demonizzare l’esistenza, ove fosse dimostrata la necessità rispetto alla produzione dei rifiuti umbri. Relativamente al CSS, semplici materiali di risulta prodotti dal trattamento di rifiuti indifferenziati non pericolosi, non si comprende poi il motivo per il quale non possano essere trattati in impianti autorizzati quali sono i cementifici, in sostituzione di combustibili con maggior carico ambientale, con il doppio beneficio di sottrarre alle discariche gli importanti volumi che finora hanno occupato contribuendo a saturarne la capienza. È ora di finirla con questo complottismo – conclude Carissimi – in cui si vuole far credere che le istituzioni sono nemiche muovendosi nell’ombra a danno dei cittadini, ma occorre invece informarsi, studiare i traguardi tecnologici cui ci porta il progresso e avere il coraggio di scegliere per superare i problemi».

Thomas De Luca

La controreplica di De Luca: «Presi con le mani nella marmellata»

Controreplica di De Luca alle parole di Morroni, del sindaco Latini e dell’assessore comunale Salvati: «La giunta Tesei conferma la volontà di portare tutti i reflui fognari della regione a Terni con un impianto da 80/90 mila tonnellate per la combustione dei gas da essi prodotti. Soprattutto conferma la decisione di chiudere il ciclo dei rifiuti con l’incenerimento nei cementifici di Gubbio e Spoleto. Una fine strategia di decrescita infelice e di sottosviluppo economico – la descrive il consigliere regionale del M5s – che non avevamo ancora colto e che finalmente oggi si palesa in tutta la sua grandezza. Li abbiamo presi con le mani nella marmellata, questa è la verità. Il vicepresidente e assessore regionale all’ambiente Morroni perde le staffe ed è questo il chiaro segnale, dobbiamo supporre, del fatto che lui stesso non fosse a conoscenza delle decisioni prese all’interno delle schede. Dovrebbe ricordare bene il vicepresidente Morroni – osserva De Luca – che proprio in aula, in risposta ad una nostra interrogazione, aveva promesso già a settembre l’apertura di un percorso di condivisione del Recovery Plan con le forze politiche, economiche e sociali della regione. Confronto che non c’è mai stato e fa sorridere questa apertura adesso quando tutto è stato deciso. Fa sorridere anche l’usuale mistificazione semantica volta a confondere le idee. Sono gli stessi documenti a parlare di ‘valorizzazione termica dei fanghi di depurazione nell’ottica del recupero energetico’. È scritto nero su bianco, altro che mistificare fatti e circostanze come lui ci accusa di fare. È gravissimo anche che assessori locali, tecnici dell’Arpa in aspettativa, in pieno conflitto d’interessi, non sappiano come funziona un carbonizzatore ed è deprimente che la visione politica della città per loro si riduca al ruolo di capoluogo dei reflui fognari. Quello che invece qualcuno dovrebbe spiegarci – conclude il capogruppo del M5s a palazzo Cesaroni – è a che titolo la Regione Umbria chiede 4 milioni di finanziamenti per un impianto da costruire in via Vanzetti a Terni. La conca ternana è l’area più inquinata della regione e il futuro della nostra terra non può essere blindato in discussioni segrete. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione alla giunta regionale per sapere le motivazioni di tale scelta sconsiderata, quali siano le società e gli interlocutori interessati in tale progetto e le tempistiche riguardo l’attuazione di tale procedimento».

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