Mutui casa regionali, Terni frena

Delle 61 pratiche istruite bel 2014 da Gepafin, solo cinque nel secondo capoluogo regionale

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Dal 2007 a oggi, in Umbria, sono 324 i mutui ipotecari accesi per l’acquisto della prima abitazione grazie alla convenzione ‘Mutui garantiti prima casa’ stipulata tra Regione Umbria, società finanziaria Gepafin e banche. Il tutto per una garanzia complessiva di circa 25 milioni di euro.

Il 2014 Rispetto al numero totale di pratiche istruite in otto anni, ben 61 sono state deliberate nell’ultimo anno. Un numero inferiore rispetto alle 93 del 2013, ma superiore rispetto a tutte le altre annate. Sono questi i primi e principali dati di bilancio della misura ‘Mutui garantiti prima casa’ presentati giovedì, a Perugia, da Stefano Vinti, assessore alle politiche abitative della Regione Umbria; Giuliana Mancini del servizio regionale politiche della casa e riqualificazione urbana; Salvatore Santucci e Fabiola Marinelli, rispettivamente presidente e funzionaria di Gepafin.

I dettagli Dei 61 mutui aperti, per quasi 4,8 milioni di euro movimentati, 55 sono stati accesi nella provincia di Perugia e solo 6 in quella di Terni. In particolare, 25 sono le garanzie rilasciate nel capoluogo umbro, il numero più alto. Subito dietro viene la città di Foligno con otto mutui. La media degli importi richiesti è di circa 80mila euro per ogni pratica. Degli oltre 1,8 milioni di euro del fondo di garanzia messo a disposizione dalla Regione Umbria, attraverso dodici istituti bancari (Banca di Anghiari e Stia credito cooperativo, Bcc di Spello e Bettona, Banca nazionale del lavoro, Banca popolare di Spoleto, Banca popolare etica, Banca Valdichiana-Credito cooperativo tosco umbro, Cassa di risparmio di Orvieto, Credito cooperativo umbro Bcc Mantignana, Crediumbria Banca di credito cooperativo, Ubi Banca popolare di Ancona, Unicredit, Veneto banca) che hanno aderito all’iniziativa, al 31 dicembre 2014 ne sono stati utilizzati il 73,3 per cento corrispondenti a oltre 1,3 milioni di euro.

Le garanzie «La convenzione – ha affermato Santucci – ha molti aspetti positivi. In caso di insolvenza da parte del cittadino, che talora si può verificare ma che fino adesso è capitato in rarissimi casi, le banche possono attingere alle nostre risorse. Questo beneficio si riflette direttamente su chi fa richiesta di mutuo. È infatti una garanzia ulteriore rispetto all’ipoteca, che copre il 90 per cento del mutuo, e consente alla banca di fare finanziamenti di oltre 20 anni. Quindi con una rata mensile contenuta. Ci sono inoltre tassi massimi oltre i quali la banca non può andare e anche i costi di istruttoria della pratiche sono convenzionati. Accedere a questa misura infine non comporta nessun onere a chi ne fa richiesta».

A chi si rivolge Possono accedere alla convenzione nuclei parentali non proprietari o comproprietari di altre case e il cui reddito complessivo non superi, come valore Isee, i 28mila euro annui. Bisogna avere, inoltre, la cittadinanza italiana e la residenza o l’attività lavorativa in Umbria da almeno due anni. Ad oggi, le maggiori richieste provengono da famiglie con due o tre figli.

L’assessore «Questa iniziativa – ha concluso Vinti – ha una doppia valenza. Ha innanzitutto caratteristiche anticicliche. Cioè sollecita gli investimenti, in particolare nel settore dell’edilizia così martoriato dalla crisi e dalle politiche di austerità. Svolge poi una funzione positiva perché sorregge la decisione delle banche convenzionate ad accendere il mutuo anche per tanti cittadini e famiglie più deboli che vogliono acquistare la prima casa ma sono colpiti dalla precarietà del lavoro».

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