Perugia, i cittadini contro Borgogiglione

Manifestazione di protesta dalla villa Colle del Cardinale fino agli impianti per la lavorazione dei rifiuti. L’Osservatorio: «Nel ‘cuore verde’ politiche vergognose»

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Una politica di ‘rifiuti zero’ che consenta di prevenire e riciclare, per avere sempre meno bisogno delle discariche che deturpano l’ambiente e creano disagi considerevoli a chi è costretto a convivere con esse tutti i giorni. Lo chiede a gran voce l’Osservatorio Borgogiglione, che sabato pomeriggio ha manifestato contro la discarica della Tsa nel comune di Magione e contro, più in generale, la politica di gestione dei rifiuti condotta in Umbria. «È vergognoso che la regione ‘cuore verde’ d’Italia non abbia politiche di compostaggio  – spiega il presidente dell’osservatorio Lucio Pala – è un esempio di mal gestione economica delle opportunità che il ciclo dei rifiuti consente. Noi proponiamo un’economia circolare, che qui non viene assolutamente seguita».

I partecipanti I manifestanti si sono dati appuntamento davanti alla villa Colle del Cardinale di Colle Umberto, ritenuta un simbolo dell’attività portata avanti dall’Osservatorio contro la discarica. Oltre agli attivisti dell’associazione, che da anni monitora gli impianti di Borgogiglione e la gestione del servizio integrato rifiuti, sono arrivati anche quelli di altre associazioni che in Umbria si battono per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini: dai comitati di Pietramelina e Pietrafitta al coordinamento umbro ‘Rifiuti zero’. Si tratta della seconda manifestazione in quindici giorni, dopo quella del primo maggio a Monte Tezio «per il lavoro buono, nel rispetto della terra».

LE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE

La ‘via crucis’ Un corteo di una ventina di auto, con i manifestanti ‘armati’ di striscioni e megafono e capitanato da tre cavallerizze, si è messo in marcia per toccare i tre punti considerati critici nella zona tra i comuni di Magione, Corciano e Umbertide: la villa del Cardinale, la cava di Monte Petroso e ovviamente la discarica. Una ‘via crucis’ – così è stata battezzata – per riportare l’attenzione su cosa sta accadendo intorno a Borgogiglione. «Non ne possiamo più dello scarso interesse che c’è su questo tema, in primis da parte della politica», dicono alcuni prima di partire. Tra loro ci sono anche cittadini di origini belghe, che sono venuti a vivere in zona tanti anni fa, attratti dalla natura incontaminata delle colline umbre e che adesso sono particolarmente arrabbiati.

La villa ‘abbandonata’ Il percorso è iniziato dalla villa: una residenza situata su un poggio fatta costruire intorno al 1570 dal cardinale Fulvio della Corgna, su un progetto dell’architetto Galeazzo Alessi. Ora, dopo battaglie durate decenni per averla di proprietà pubblica, è stato ha acquisita dallo Stato per poterla aprire. Sono stati fatti i lavori di restauro e varie aperture episodiche, è uscito un bando per poterla dare in gestione, ma mai si è arrivati all’apertura definitiva. Ciò di cui sono certi i cittadini è che nella mancata apertura abbia avuto un ruolo la posizione della villa, proprio lungo la strada che porta alla discarica di Borgogiglione, sulla quale passano ogni giorno decine di camion. «Noi siamo convinti – spiega Pala – che il problema è che su questa strada ci sono la cava e la discarica. La sua apertura darebbe fastidio, perché sarebbe d’intralcio ai camion. Immaginiamo una villa aperta, piena di visitatori, con i camion che passano ogni 5-10 minuti, sarebbe un problema per le imprese di trasporto dei rifiuti. Ma non possiamo permettere di lasciare un patrimonio artistico simile ad uso dei camion».

L’INTERVISTA A LUCIO PALA – IL VIDEO

La discarica Dopo una tappa veloce alla cava di monte Petroso, di cui la gente del posto si lamenta perché il rumoroso lavoro finisce alle 10 di sera, la carovana è quindi arrivata davanti ai cancelli della discarica, ormai chiusi dal mese di marzo. L’aria che si respira è irrespirabile e si sente il forte rumore dato dai ventilatori, rimasti accesi da allora, a supporto della biostabilizzazione. «Dovrebbero servire a stabilizzare l’umido nelle celle del bioreattore – spiega Lucio Pala – ma si tratta di una proposta primitiva, non è una tecnologia che può funzionare. Anche il sindaco di Magione Chiodini ha messo per iscritto che le celle così non funzionano». Nonostante questo, i ventilatori restano accesi e il rumore arriva a chilometri di distanza. Alcuni manifestanti si lamentano proprio di questo e ipotizzano lo sforamento dei decibel consentiti: ci sono cartelli con su scritto «la discarica è diventato un aeroporto».

I costi del trasporto Dopo la chiusura di Borgogiglione, per l’inchiesta della procura di Perugia, ogni giorno i camion trasportano immondizia e percolato dentro e fuori regione. La parte umida, ad esempio, adesso viene portata in Emilia Romagna in impianti di compostaggio, «con un aggravio di spesa di svariati milioni di euro che, ancora oggi, nessun amministratore regionale o comunale, ha chiarito chi pagherà». Per Lucio Pala e i membri dell’associazione, è una vergogna: «Ho letto che si parla di oltre 5 milioni di euro messi a bilancio per quest’anno per il trasporto dei rifiuti, per i camion. Ma chi ci guadagna in questo momento? Noi ci perdiamo ma qualcuno ci starà guadagnando. Il nuovo socio di Gesenu, ad esempio, è una persona che ha sempre trafficato con i camion, ha una grossa azienda di trasporti. Bisognerebbe chiarire queste questioni ma purtroppo nessuno ne parla».

La soluzione Incentivare i centri di ricerca tecnologici e puntare sul riciclo con una seria raccolta differenziata sembra l’unica soluzione percorribile. «La raccolta dei residui organico-umidi non ritorna alla terra come fertilizzante naturale perché non ci sono politiche di compostaggio – sottolinea Pala – non serve a null’altro se non ad aumentare i profitti delle imprese partecipate che si sono accaparrate la gestione del servizio. È tempo – conclude – che i cittadini facciano da soli e in tutte le forme possibili il compostaggio».

 

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